Covenant Protestant Reformed Church
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Ottenuto dall’Elezione Soltanto

Herman Hoeksema

 

(Capitolo 73 di: Herman Hoeksema, Righteous by Faith Alone: A Devotional Commentary on Romans [Giusti per Sola Fede, un Commentario Devozionale a Romani], ed. da David J. Engelsma, Reformed Free Publishing Association, MI, USA, 2002)

Romani 11:7-10

Cosa allora? Israele non ha ottenuto ciò che cerca, ma l’elezione lo ha ottenuto, ed il resto è stato indurito.

(Secondo come è scritto: "Dio ha dato loro lo spirito di torpore, occhi così che non vedessero, ed orecchie così che non udissero), fino a questo giorno.

E Davide dice: "Sia la loro tavola un’insidia, ed una trappola, ed una pietra d’inciampo, ed una ricompensa a loro:

Che i loro occhi siano oscurati e che non possano vedere, e piega la loro schiena sempre."

Questi versi sono la conclusione ed il sommario dei contenuti di questa prima sezione del capitolo 11. La sezione era stata introdotta dalla domanda: "Ha Dio respinto il suo popolo? Ha Dio del tutto ed interamente rigettato i Giudei, così che nella nuova dispensazione non vi è affatto salvezza per loro?" La risposta a questa domanda è negativa: "Così non sia," ed è stata discussa ai versi 1-5. Dopo aver discusso tale questione e la sua risposta, avendo detto: "No, Dio non ha respinto il Suo popolo," l’apostolo chiede [v. 7]: "Qual è allora la risposta positiva?" E’ questa: l’elezione l’ha ottenuto, ed il resto è stato accecato.

La connessione con l’insegnamento nel contesto precedente è la seguente. [Al v. 6] l’apostolo aveva scritto che la giustizia, o la salvezza, era puramente per grazia e non per opere. Le opere non entrano a far parte della nostra salvezza. Nel testo l’apostolo spiega perché Israele non ha ottenuto ciò che stava cercando. Ciò che doveva essere cercato era qualcosa ottenuto per grazia, e le cose ottenute per grazia non possono essere ottenute per opere. Israele non ha ottenuto, perché cercava per opere, non per grazia.

Quando leggiamo il testo, possiamo ricevere l’impressione che il soggetto principale è l’indurimento del "resto." Ma se lo leggiamo alla luce del contesto, scopriamo che l’indurimento non è il soggetto principale. Il soggetto principale è che la Parola di Dio non è caduta a terra, perché l’elezione l’ha ottenuto.

 

Un Duplice Cercare

Il testo parla chiaramente di un duplice elemento all’interno del popolo Israelita. L’apostolo dice: "Israele ha ottenuto." Ciò significa che la nazione giudaica considerata come un tutt’uno non ha ottenuto la giustizia e la salvezza. Allora l’apostolo fa una distinzione. In quell’Israele "l’elezione" l’ha ottenuto. L’elezione, dice l’apostolo, e non gli eletti [come dicono molte versioni italiane, Diodati esclusa], perché egli vuole considerarli non come individui, ma come un tutt’uno. L’elezione è un gruppo all’interno della nazione Israelita, ed il resto, cioè in distinzione dall’elezione sempre all’interno della nazione, è stato indurito. Il resto è l’altro gruppo.

Anche il resto stava cercando. Israele considerata come nazione non ha ottenuto ciò che cerca, dice l’apostolo. Ciò implica che Israele stava cercando. La parola tradotta con cercare indica una ricerca intensiva, insieme ad uno sforzarsi di ottenere l’oggetto cercato. Deve essere detto, quindi, che anche la parte empia tra i Giudei stava cercando. Essi stavano cercando giustizia presso Dio. Vi è un cercare che non risulta a trovare e a salvezza. Non possiamo semplicemente distinguere tra coloro che cercano e coloro che non cercano. Cristo dice: "Cercate, e troverete" [Matteo 7:7]. Ma l’apostolo qui afferma che Israele non ha ottenuto ciò che cerca. Piuttosto che distinguere tra coloro che cercano e coloro che non cercano, dobbiamo distinguere tra un duplice cercare. Vi è un cercare che non è a salvezza. Quel cercare è un cercare le cose della grazia di Dio nel modo sbagliato. Quindi, è un cercare l’oggetto sbagliato. E’ un cercare una giustizia che è, dopo tutto, non la giustizia di Dio, e non può essere valida nel giorno del giudizio. E’ il cercare di una giustizia secondo il giudizio dell’uomo. Siccome è un cercare una giustizia secondo il giudizio dell’uomo, è un cercare nel modo sbagliato, nella via della legge.

Questo fecero i Giudei. Essi cercarono seriamente. Essi andarono al tempio, essi portavano i loro sacrifici, pagavano le loro decime, dicevano le loro preghiere. Una volta fatto così, dicevano a Dio: "Siccome abbiamo fatto queste cose, ci aspettiamo che Tu ci dichiari giusti e che ci dia la redarguizione che spetta ai giusti, ovvero la salvezza." Essi non fecero questo per onesto errore, come se non sapessero niente di meglio di questo, ma lo fecero per mantenere il loro orgoglio peccaminoso davanti a Dio e all’uomo. Questo era il motivo che li spingeva a fare così.

E’ possibile essere fedeli nel compiere opere senza mai giungere a ravvedimento. Era possibile per i Giudei compiere tutti i loro doveri religiosi—ed erano doveri—senza avere un cuore rotto per il peccato. Ancora di più, era possibile vivere in modo da osservare l’intera legge, in senso esteriore, mentre si ignoravano le cose più importanti della legge, ovvero misericordia, verità, e giustizia. Questo è ancora possibile. E’ possibile essere fedeli nel frequentare la chiesa, nel dare ai poveri, ed in ogni sorta di buone opere, ed essere un’abominazione agli occhi di Dio. Noi siamo un’abominazione appena viviamo ed agiamo immaginando che queste opere esteriori hanno qualcosa a che fare con la nostra giustizia davanti a Dio. Se cerchiamo la giustizia in questo modo, sarà detto di noi, come era detto di Israele: "Cercate ciò che non ottenete."

Vi è un altro aspetto nel cercare e trovare, che, anche se non è menzionato nel testo, è chiaramente implicato. E’ che l’elezione ha ottenuto la giustizia nella via del ricercarla. Non dobbiamo intendere il testo in questo modo: Israele non ottenne ciò che stava cercando, ma l’elezione l’ha ottenuto anche se non l’ha cercato. Il verso 7 dice che l’elezione l’ha ottenuto. Ottenere è ottenere l’oggetto della nostra ricerca faticosa. Non è che ottiene chi non cerca. Se otteniamo, stavamo cercando.

Di certo, questo cercare da parte dell’elezione che poi è risultato nel loro ottenere non è la base del loro ottenere. Non otteniamo perché cerchiamo. Noi otteniamo solo sulla base dell’elezione. E’ per grazia, non per opere. La verità è che Dio, per la potenza della Sua grazia e Spirito, opera nell’elezione l’urgenza spirituale di cercare. Questo cercare per ottenere è il frutto dell’elezione.

Quando l’elezione di Dio ci tocca, vediamo la nostra propria vuotezza e la pienezza di Cristo. Noi vediamo la nostra propria ingiustizia e la giustizia che è in Cristo. Vedendola, noi siamo affamati ed assetati di quella giustizia di Cristo. Essendo affamati ed assetati d’essa, la perseguiamo, e lo facciamo nel giusto modo. La cerchiamo nel senso che ci volgiamo alla croce. Giungendo alla croce, prendiamo tutte le nostre opere e le mettiamo ai piedi della croce, confessando che esse sono peccato e chiediamo a Dio di cancellarle e di darci la giustizia della croce.

 

Una Duplice Operazione Divina

Non soltanto vi era un cercare in modo sbagliato da parte dei Giudei, vi era anche un’operazione di Dio su di essi. Essa era un’operazione di Dio a dannazione. Il testo dice: "Il resto è stato indurito." Se prendiamo questa espressione da sé, potrebbe meramente insegnare il loro indurimento senza alcuna indicazione riguardante l’operatore dell’indurimento. Ma quando guardiamo al contesto, è chiaro che l’espressione non insegna meramente che essi furono induriti. Piuttosto, insegna che Dio li indurì. Al verso 8 leggiamo: "Dio ha dato loro lo spirito di stupore, occhi così che non vedano, ed orecchie così che non odano." Questa opera di indurimento è un’opera divina compiuta nei confronti di questi Giudei e a motivo della quale essi continuarono a cercare nel modo sbagliato. Dio li indurì.

Negativamente, l’indurimento è quell’opera di Dio per la quale l’uomo diviene insensibile alle cose del vangelo. Non è che all’inizio egli è sensibile al vangelo e poi diviene insensibile. Il punto di partenza è che egli è già insensibile al vangelo, ma vi sono differenze nel grado di questo indurimento. Vi è nell’uomo naturale una certa paura, un tremore, di toccare le cose sacre. Questa paura era nei Farisei. Noi troviamo questa paura nei diavoli. I diavoli tremano alla Parola di Dio. L’indurimento è che tutta la sensibilità naturale al vangelo è rimossa.

L’esempio di un giovane nato e cresciuto nella chiesa illustra questo processo di indurimento. Da principio questo giovane viene in chiesa e al catechismo. Gradualmente comincia a negligere le sue lezioni. Poi egli si assenta una volta, due, fino a che alla fine non ci viene proprio più. Il concistoro gli và dietro, gli parla, e lo ammonisce. Egli promette di emendare le sue vie, e per un tempo sembra come se lo faccia realmente. Ma non ci vuole molto prima che diventi di nuovo negligente, ed infine non lo vedete più. Quando il concistoro gli và dietro di nuovo, scoprono che è divenuto del tutto indifferente. Si rifiuta di ascoltarli, e non si cura di incontrarli. Quel giovane è divenuto indurito. Questo è un lato dell’indurimento.

L’altro lato è che essi divengono induriti nel camminare nella via del peccato. Ciò accade all’uomo naturale. E’ l’operazione di Dio su lui. Ciò dovrebbe farci temere e tremare. Questa operazione di Dio è sempre presente sotto la predicazione.

Come Dio indurisca è descritto nel passaggio. Dio diede loro lo spirito di torpore. Dio li mandò in uno stupore, così che divennero insensibili al vangelo. Dio diede loro occhi così che non vedessero, ed orecchie così che non udissero. Ma egli diede loro orecchie tali che nel momento in cui udirono le cose del vangelo essi le hanno odiate. Egli diede loro occhi per vedere le cose del vangelo, ma occhi tali che nel momento che le videro le odiarono. Egli diede loro occhi che videro Cristo, ma Lo odiarono e Lo inchiodarono alla croce.

Noi non dobbiamo dire che è soltanto a motivo dei loro peccati che Dio diede loro lo spirito di torpore, perché allora dovremmo concludere che a noi non ci diede lo spirito di torpore perché eravamo degni. Non è così, tuttavia. Che Dio non ci abbia dato lo spirito di torpore è a motivo dell’elezione. Dio ci trova morti nel peccato, senza differenza rispetto a coloro che Egli indurisce. Per grazia Egli cambia il nostro cuore e ci dà occhi, in modo che vediamo il vangelo. Questo ammorbidimento ed operazione salvifica di Dio è a motivo dell’elezione. L’indurimento di Dio del resto in ultima analisi procede dal Suo eterno decreto di riprovazione.

 

Una Duplice Preghiera

Alle spalle di questa duplice operazione, c’è stata una duplice preghiera. L’apostolo richiama l’attenzione a questo nell’ultima parte del testo, nella citazione dal Salmo 69 [:22-23]. L’indurimento ha avuto luogo in risposta ad una certa preghiera. Davide ha fatto una preghiera degna di nota: "Che la loro tavola sia resa un’insidia, ed una trappola, ed una pietra d’inciampo, ed una ricompensa a loro: Che i loro occhi siano oscurati così che non possano vedere, e piega la loro schiena sempre." Questa è una petizione affinché il benessere, la prosperità di queste persone, la loro pace ed abbondanza terrestre, divenga una maledizione. Davide prega questo contro gli empi nemici di Dio. Davide è colui che prega così, certo, ma Davide è, dopo tutto, soltanto il soggetto tipico del Salmo 69. Centralmente è Cristo che prega questa notevole preghiera. Il verso precedente, nel Salmo 69, verso 21, ci toglie ogni dubbio a riguardo di questo: "Essi mi diedero anche un sacco per veste, e nella mia sete mi diedero aceto da bere." Poi segue la preghiera che Paolo cita: "Che la loro tavola divenga un’insidia davanti a loro." E’ Cristo che sta pregando qui.

Sorge la domanda: "Possiamo anche noi pregare così?" La risposta è che possiamo farlo e lo facciamo, sempre che questa preghiera contro i nemici di Dio sia santificata dallo Spirito di Cristo. Noi non possiamo mai pregare questa preghiera contro i nostri nemici. Noi possiamo soltanto pregare questa preghiera contro i nemici di Dio. Per questa ragione è impossibile dirigere questa preghiera contro qualsiasi individuo in particolare. Noi possiamo dirigerla soltanto contro gli empi reprobi in generale.

Ma è in risposta a questa preghiera di Cristo che le persone empie e reprobe sono indurite.

Voi dite: "Cristo pregava anche per qualcun altro?" Sì. Alla croce Egli pregò: "Padre, perdona loro, perché essi non sanno ciò che fanno" [Luca 23:34]. Ma ciò non esclude l’altra preghiera. Quelli per cui Cristo pregò alla croce di certo non sono gli stessi contro i quali pregò nelle parole del Salmo 69. Essi non sono lo stesso gruppo. Quando Gesù disse: "Padre, perdona loro, perché essi non sanno ciò che fanno," Egli faceva riferimento ai Suoi che non erano ancora stati portati all’interno del Suo popolo, e che collaborarono alla Sua crocifissione. Per questi Giudei eletti Gesù pregò: "Padre, perdona loro."

La conclusione è che l’elezione ha ottenuto, e il resto è stato indurito. L’elezione ha ottenuto, non a motivo di loro stessi, ma a motivo dell’elezione sovrana di grazia. Essi hanno ottenuto perchè Cristo ha pregato per loro e perché Egli ha conferito loro le benedizioni della salvezza. Siccome Cristo conferisce loro queste benedizioni, essi cercano la giustizia e la salvezza e la ottengono. Lode sia alla Sua grazia.

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