Covenant Protestant Reformed Church
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Il Patto di Dio con la Creazione

(Sermone predicato dal Rev. Ronald Hanko alla Covenant Reformed Fellowship,
in Ballymena, Nord Irlanda, la mattina del Sabbath 17 Marzo 1996) 

 

Introduzione: Genesi 8:15- 9:17

Nel nostro studio del patto di Dio abbiamo parlato nei precedenti Giorni del Signore di differenti argomenti. Abbiamo visto che il patto non è un contratto o accordo, ma una relazione; che l’origine e sorgente del patto di Dio col Suo popolo è nella Divina Trinità e nella relazione tra le tre Persone della Trinità; che Cristo nella nostra carne è il Mediatore del patto, che vi è soltanto un eterno patto di Dio; e che il solo patto di Dio ha differenti rivelazioni o dispensazioni attraverso la storia.

Abbiamo anche visto che la prima rivelazione del patto fu a nostro padre Adamo in paradiso, una dispensazione del patto che a volte è chiamato "il Patto di Opere." Quando Adamo cadde Dio rivelò la Sua fedeltà di patto ad Adamo ed Eva ed i loro discendenti nel Suo modo di rapportarsi a loro e nella promessa di Genesi capitolo 3 verso 15. Ma dopo di questo non vi fu un’altra significativa rivelazione o dispensazione del patto fino ai tempi di Noè.

Genesi capitolo 8 verso 15 fino al capitolo 9 verso 17 registra la rivelazione del patto che Dio diede a Noè. Questo patto con Noè ha alcune caratteristiche uniche, tanto che a volte è difficile capire in che modo possa essere una rivelazione del solo eterno patto di grazia di Dio. A primo acchito sembra essere, come insegna il dispensazionalismo, un patto del tutto separato, specialmente perché Dio parla di questo patto come stabilito con "ogni creatura vivente di ogni carne" (Genesi 9:15), "degli uccelli, del bestiame, e di ogni bestia della terra."

Parlerò, quindi, di questa rivelazione del patto di Dio come il Suo "Patto con la Creazione." Nel parlare di questo patto, desidero mostrarvi tre cose.

Primo, voglio mostrare che vi è un patto di Dio con la creazione e che esso è parte del solo eterno patto di grazia di Dio.

Secondo, vorrei mettere in evidenza alcune delle caratteristiche uniche a questo patto di Dio con la creazione. Desidero specialmente connettere questa rivelazione del patto con l’opera di Cristo come il Mediatore e il Capo del patto.

E, terzo, voglio rispondere alla domanda: "Perché la Scrittura parla di questo patto?" Potrebbe sembrarci che anche se vi è un patto di Dio con la creazione, esso non ha niente a che fare con NOI. Ma se tenete a mente questa domanda durante l’intero nostro studio, non soltanto vedrete che la Scrittura ha la risposta, ma forse vi giungerete prima di me.

Nel nostro studio, allora, considereremo non soltanto Genesi capitoli 8 e 9, ma anche altri passaggi dell’Antico e Nuovo Testamento che portano la luce di Dio su Genesi 8 e 9. Questi passaggi sono Geremia 33:19-26, Romani 8:19-22, Colossesi 1:19-21, ed Apocalisse 21:1. Possa Dio pronunciare la Sua Parola a noi in esse.

 

I. Il Fatto Di Questo Patto

Primo: Rivolgendoci a Genesi 9:9-10 leggiamo che Dio disse a Noè: "Ed io, ecco io stabilisco il mio patto con te, e con la tua discendenza dopo di te." Questo non è molto differente da ciò che Dio disse ad altri con cui Egli stabilì il Suo patto, ad Abraamo (Genesi 17:7), a Davide (Salmo 89:3-4), ad Israele (Esodo 6:4-5), o a noi (Atti 2:39). Tuttavia, in Genesi 9:10 Dio aggiunge "e con ogni creatura vivente che è con te, degli uccelli, o del bestiame, e di ogni bestia della terra con te, da tutto quello che esce fuori dall’arca …"

Dio sta dicendo: "Io stabilirò il mio patto con gli uccelli, col bestiame, e con le bestie della terra." Questo è ciò a cui facciamo riferimento quando parliamo del "Patto di Dio con la Creazione." E Dio parla di questo patto con la creazione di nuovo nei versi che seguono, specialmente al verso 13 (di Genesi 9): "Io pongo il mio arco nella nuvola, ed esso sarà per un segno di un patto tra me e la terra." Ed ancora al verso 15 Dio ci mostra chiaramente che il patto a cui si fa riferimento non è soltanto il Suo patto con Noè e i discendenti di Noè. Il Suo patto abbraccia "ogni creatura di ogni carne."

L’arcobaleno è il segno di quel patto. Quando vedete un arcobaleno nei cieli, esso si arcua sopra l’intera terra, abbracciando, come se fosse, l’intero ordine di cose create. Arcuandosi sopra il mondo di Dio esso è un segno che Egli ha un patto con la creazione.

Secondo: Dovremmo vedere che anche se questo patto è stabilito con ogni creatura vivente, esso non è un patto differente da quello che Dio stabilise col Suo popolo. In Genesi 9:9-10 Dio non stabilisce un patto con Noè ed i suoi discendenti ed un altro con la creazione. Esso è un solo patto. Non solo, ma è lo stesso patto che Dio stabilì con Abraamo, con Israele, con Davide, e con noi in Cristo. Lo stesso linguaggio che è usato qui in Genesi 9 è usato con ogni rivelazione del patto di Dio nella Scrittura: "Io stabilirò il mio patto con te e con la tua discendenza dopo di te (cf., come sopra, Genesi 17:7; Esodo 6:4-5; Salmo 89:4-5, ed Atti 2:39).

Questo linguaggio, ovvero "Io stabilirò il mio patto con te e con la tua discendenza dopo di te," è il linguaggio usuale del patto, ed identifica questa rivelazione con ogni altra rivelazione del patto di Dio nella Scrittura. Solo che qui in Genesi 9 il patto è anche "con ogni creatura vivente che è con te." Ciò rende questa rivelazione del patto unica. Non è la rivelazione di un patto differente, ma è una nuova e differente rivelazione di quel solo eterno patto di Dio.

Terzo: Nè Genesi 9 è il solo passaggio che parla di questo patto di Dio con la creazione. Anche Geremia 33:19-26 fa riferimento ad esso. Nel rivolgerci a Geremia 33 desidero ricordarvi di quella domanda che vi ho fatto al principio: "Cosa ha a che fare con noi questo patto di creazione, e quale profitto ne abbiamo nel parlare d’esso?" In qualche misura Geremia 33 risponde a questa domanda e quindi ci ritorneremo. Ora, tuttavia, voglio mostrarvi che Geremia parla di un tale patto.

In Geremia 33:20-21, Dio parla del Suo patto del giorno e della notte: "Così dice il Signore, se potete rompere il mio patto del giorno, ed il mio patto della notte, e che non vi sia giorno e notte nella loro stagione, allora può essere rotto anche il mio patto con Davide mio servo, che egli non abbia un figlio che regni sul suo trono." Dio fa riferimento a questo patto di nuovo al verso 25.

Vi è, allora, un patto di Dio con giorno e note, una parte della creazione di Dio. In più, la Parola di Dio ci dice nel resto di Geremia 33 che il patto col giorno e la notte include il fatto che Dio stabilisca le ordinanze del cielo e della terra (v. 25). In altre parole, quando Dio ha ordinato la legge (ordinanza) che pone il sole nel suo luogo nei cieli, e la luna e le stelle anche, allora Egli stava facendo un patto col giorno e la notte. E così è con tutte le cosiddette "leggi di natura." Esse tutte appartengono alle ordinanze di Dio del cielo e della terra e sono parte del Suo patto con la creazione, proprio come le Sue leggi morali sono parte del Suo patto con il Suo popolo (Deuteronomio 5:2-3).

Noi vediamo, inoltre, da Geremia 33 che questo patto con la creazione non fu prima fatto con Noè, ma risale fino al principio quando Dio ha per la prima volta stabilito queste ordinanze di cielo e terra. Fu a Noè, però, che Dio per la prima vola ha rivelato questa parte del Suo patto, ed Egli ha rivelato a Noè queste cose perché al tempo del Diluvio Egli mutò alcune delle ordinanze di quel patto, mandando le stagioni per la prima volta, dando all’uomo gli animali per cibo, sollevando la maledizione dal suolo, ma promettendo che non avrebbe cambiato di nuovo queste ordinanze "finchè rimane la terra."

Anche Romani 8:19-22 parla del patto con la creazione, ma ci porta un passo più in là. Questi versi non usano la parola "patto" ma l’idea è lì. Il patto entra nel discorso in Romani 8:19-22 quando la Parola di Dio in quei versi parla della gloria finale dei credenti in termini di figliolanza. In gloria noi saremo "manifesti come i figli di Dio" ed "entreremo nella gloriosa libertà dei figli di Dio." La manifestazione dei figli di Dio è la finale realizzazione e perfezione del patto di Dio, la più altra gloria di quella relazione pattale in cui Dio è il nostro Dio e noi siamo il Suo popolo.

Ma se leggete Romani 8:19-22 vedrete che la creazione anche parteciperà in quella gloria del popolo di Dio: "L’intensa aspettazione della creazione attende la manifestazione dei Figli di Dio!" ovvero sole, luna, stelle, pianeti, fiori, alberi, erba, bestie ed uccelli. La creazione bruta "fu resa soggetta a vanità (vuotezza, inutilità)" (v. 20), cioè, non serviva più il proposito per cui Dio l’aveva creata, e questo come risultato del peccato dell’uomo. Questo accadde "non volontariamente, ma a motivo di colui che ha sottoposto la stessa in speranza." In altre parole, questo non accadde alla creazione bruta mediante un atto proprio di volontaria disubbidienza, ma avvenne come un risultato del peccato di Adamo (cf. Genesi 2:17-18).

Tuttavia, perfino la creazione non è senza speranza. La sua speranza, è, come Paolo dice al verso 21, che "la creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione nella gloriosa libertà dei figli di Dio." Questa sarà la finale realizzazione di ciò di cui Dio stava parlando quando parò a Noè in Genesi 8 e 9. La creazione stessa sarà rinnovata e glorificata col popolo di Dio. Allora il patto di Dio con la creazione sarà consumato! Questo patto, anche, è sicuro ed eterno!

Colossesi 1:19-20 ci porta perfino oltre in questa verità. Il verso 19 ci dice che è l’eterno beneplacito e proposito di Dio che "in lui (cioè, in Cristo) dovesse dimorare tutta la pienezza." Il verso 20 ci rende chiaro che tutta la pienezza non include soltanto la pienezza del popolo eletto di Dio, ma la pienezza di tutte le cose in terra ed in cielo: "E, avendo fatto la pace, attraverso il sangue della sua croce, mediante lui (Cristo) di riconciliare TUTTE le cose a se stesso, mediante lui, io dico, sia che esse siano cose in terra, o cose in cielo."

Ora, voi potreste dire, Non è questo un riferimento al popolo eletto di Dio e agli angeli eletti? Non sono queste "tutte le cose" a cui la Parola di Dio si riferisce? Ma il verso successivo rende chiaro che nel verso 20 non si sta nemmeno parlando del popolo eletto di Dio! Non è che al verso 21 che Paolo inizia a parlare del popolo eletto di Dio: "E voi," egli dice, "che eravate un tempo alienati e nemici nella vostra mente mediante empie opere, tuttavia ora ha egli riconciliato …" Voi anche! Ma non soltanto voi! Il proposito di Dio abbraccia tutte le cose in cielo ed in terra!

E che questo proposito abbia a che fare col Suo patto lo vediamo dalla parola "riconciliazione." Questa è davvero una parola di patto poiché implica una relazione, dapprima stabilita, e poi violata, ed infine ristorata di nuovo. Così, quando Dio parla di riconciliare tutte le cose a Se Stesso mediante il sangue della croce di Cristo, Egli sta parlando senza dubbio del fatto che manterrà il patto con loro per sempre.

Anche Apocalisse capitolo 2, verso 1, parla di queste cose. Negli ultimi capitoli di Apocalisse la Parola di Dio ci porta oltre la storia di questo mondo presente a quelle cose che "occhio non ha visto, né orecchio ha udito" (I Corinzi 2:9), cose che Dio ha preparato per coloro che Lo amano. Nel parlare di tali cose Apocalisse 21 menziona prima un nuovo cielo ed una nuova terra. Quando Giovanni vede la nuova Gerusalemme (secondo i versi 9 e 10 è la Chiesa, la Sposa, la moglie dell’Agnello) egli vede anche un nuovo cielo ed una nuova terra. Il proposito e patto di Dio, vedete, non ha soltanto a che fare con la chiesa, la santa città in cui Dio dimora col Suo popolo ed è il loro Dio, ma con tutte le cose. Il Suo patto abbraccia non soltanto la nuova Gerusalemme e tutti coloro che vi dimorano, ma l’intero ordine creato, ripulito, rinnovato, e glorificato!

Apocalisse 21:1 è un verso importante perchè spiega qualcosa che confonde molte persone e le conduce fuori strada. Essi guardano a passaggi della Parola di Dio, specialmente nell’Antico Testamento, come Isaia 11, che parlano del leone che giace con l’agnello, e l’orso con il vitello, e concludono che vi deve essere qualche futuro regno terrestre che noi stiamo ancora aspettando, un regno in cui alcuni degli effetti del peccato saranno vinti in questo presente mondo. Ma Apocalisse 21 ci ricorda che tali passaggi non stanno parlando di questa terra presente, ma dei nuovi cieli e della nuova terra, quei cieli e quella terra "in cui dimora la giustizia" (II Pietro 3:13). In quei nuovi cieli e nuova terra il leone giacerà per davvero con l’agnello, perché "la creazione anche sarà liberata … nella gloriosa libertà dei figli di Dio."

Questo, molto brevemente, è una revisione di ciò che la Scrittura insegna a riguardo del patto di Dio con la creazione, per la prima volta rivelato in tutto il suo splendore a Noè in Genesi 8 e 9, non un secondo o terzo patto, ma parte del solo eterno patto di Dio, un patto che abbraccia l’intero ordine creato.

 

II. Le Caratteristiche Uniche Di Questo Patto

E allora, continuando a cercare una risposta alla domanda: "Perchè la Scrittura parla di questo patto di creazione?" dobbiamo prima considerare varie altre verità che la Scrittura insegna a riguardo di esso. Iniziamo ritornando ancora una volta a Genesi 8 e 9.

Dagli ultimi versi di Genesi 8 impariamo che questo patto è molto enfaticamente in Cristo. Vi aspettereste questo, ovviamente. Se questo patto è semplicemente un’altra sfaccettatura del solo eterno patto di Dio, esso deve essere in Cristo. Noi impariamo che ciò è così da Genesi 8:20-21: "E Noè costruì un altare al Signore, e prese di ogni bestia pura, e di ogni uccello puro, ed offrì offerte per il fuoco sull’altare. Ed il Signore sentì un dolce profumo, ed il Signore disse nel suo cuore, Non maledirò più il suolo a motivo dell’uomo …" E, vi prego, comprendete che ogni cosa che Dio dice e fa nel rivelare questo patto di creazione, segue il fatto che Egli sentì un "dolce profumo" in quei sacrifici di Noè.

Non credo debba sottolinearvi il fatto che il dolce profumo che Dio sentì nei sacrifici di Noè non era il profumo di carne che bruciava, ma il dolce profumo di Cristo che era raffigurato in quei sacrifici. Tutte le promesse e rivelazioni di Dio concernenti questo patto risultano da questo. Questo patto di Dio con la creazione, quindi, è fermamente stabilito in Cristo come lo sono quegli aspetti del patto di Dio che riguardano noi.

Colossesi 1 dice la stessa cosa. Non ho detto molto su questi versi quando li abbiamo considerati prima, ma Colossesi 1:20 dice qualcosa che non soltanto è difficile da comprendere ma che è oltremodo sorprendente. Ricordate, in questo momento, che Colossesi 1:20 non sta parlando del popolo eletto di Dio, ma di tutte le altre cose in cielo ed in terra. Soltanto al verso 21 Paolo inizia a parlare di noi. Al verso 20 egli parla di ogni altra cosa: angeli, la creazione bruta, qualsiasi cosa che non sia noi, ed egli dice (vi prego di notare questo) che tutte queste cose, anche, sono riconciliate a Dio mediante Cristo e mediante il sangue della croce! Non un passaggio facile da comprendere, vero?

Ciò deve far riferimento, tuttavia, prima al fatto che il peccato ha trascinato tutte le cose al di fuori della loro propria relazione a Dio. Il peccato di Satana ha certamente infettato l’intero ordine celeste (specialmente se Satana, come alcuni credono, era il capo degli angeli prima della sua caduta). Il peccato dell’uomo, anche, ebbe conseguenze per l’interno mondo in cui egli vive, così che perfino il suolo fu maledetto a suo motivo (Genesi 3:17). Se mai dubitate dell’orrore del peccato, allora dovreste ricordavi di questo. A motivo del peccato di Adamo perfino il su cui egli camminava fu sottoposto alla terribile maledizione di Dio. Questo fu vero, ovviamente, perché Adamo era Capo e Re della creazione terrestre (Genesi 1:26).

Soltanto attraverso Gesù Cristo e attraverso il sangue della croce tutte le cose sono riportate nelle loro proprie relazioni a Dio ed al luogo che Dio ha creato per loro. Esse sono tutte riconciliate a Lui attraverso Cristo. Questo non significa, ovviamente, che Cristo dovette fare espiazione per uccelli, bestie, alberi, ed angeli. La parola riconciliazione non è la stessa parola usata per indicare l’espiazione. Essa significa soltanto che a motivo del peccato dell’uomo e della maledizione di Dio, tutte le cose avevano bisogno di essere riportate in una relazione propria nei confronti di Dio, esse avevano bisogno di essere riconciliate a Lui e sono riconciliate in Cristo.

Noi dovremmo notare, anche, in connessione a ciò, che "tutte le cose" in questi passaggi deve essere compreso nello stesso modo in cui devono essere compresi i riferimenti scritturali a "tutti gli uomini." In nessuno dei due casi "tutti" significa "tutti senza eccezione" ma significa "tutti senza distinzione." In altre parole, la parola "tutte" di Colossesi 1:20 non significa ogni singola cosa che Dio ha creato. Infatti non vi è affatto base nella Scrittura per credere che ogni singolo albero ed animale che abbiamo ora attorno a noi sarà nella nuova creazione. Ma "tutte le cose" significa che tutte le cose che Dio ha creato saranno rappresentate nei nuovi cieli e terra.

Apocalisse 4:8 suggerisce questo. Giovanni vede il Trono di Dio in cielo nel mezzo dei ventiquattro anziani (la chiesa), i sette spiriti, le quattro bestie, e gli angeli. Quelle quattro bestie, il primo come un leone, il secondo come un agnello, il terzo come un uomo, ed il quarto come un aquila, suggeriscono la stessa cosa che dice Colossesi 1:20. Bestie selvagge (il leone), bestie domestiche (l’agnello), l’uomo stesso, e gli uccelli dell’aria (l’aquila), sono tutte simbolicamente rappresentate davanti al trono. Deve essere così affinchè Dio possa essere TUTTI ED IN TUTTO per la gloria del Suo nome.

Tutto questo ci ricorda che Dio Che ha creato tutte le cose ed ha posto l’intero Ordine terrestre sotto il dominio dell’uomo, non permette all’uomo, col suo peccato, di portare NIENTE via da Lui. Tutto sarà rinnovato ed avrà il suo luogo nei nuovi cieli e nuova terra. Tutto, alla fine, servirà il proposito per cui è stato creato. "La creazione anche sarà liberata dalla schiavitù della corruzione nella gloriosa libertà dei figli di Dio" (Romani 8:21) e nella speranza di ciò essa "geme insieme ed è in travaglio fino ad ora" (v. 22).

Questo, a proposito, è il vero universalismo Biblico. Non ogni persona sarà riconciliata a Dio e glorificata, ma Dio radunerà "insieme in uno tutte le cose in Cristo, sia quelle che sono in cielo, e quelle che sono sulla terra" (Efesini 1:10). Così, il mondo di Dio, il Suo Cosmo, sarà salvato, anche se non ogni persona o cosa singola in esso sarà salvata.

 

III. Il Proposito Di Questo Patto

Ciò ci porta al nostro ultimo punto e alla domanda che ci siamo posti all’inizio.

Perchè la Scrittura ci parla di queste cose? Cosa ha a che fare questo con voi e me? Vi è qualche profitto per noi nel sapere queste cose? Non dovrebbe essere il nostro posto nel patto di Dio e nei nuovi cieli e nuova terra il nostro solo interesse? Perché noi dovremmo preoccuparci del fatto che Dio ha fatto un patto con la Sua creazione e che nell’adempimento di questo patto tutte le cose saranno radunate in uno in Cristo?

A cominciare da Colossesi 1:20, vediamo che la Scrittura parla di queste cose per umiliarci. Colossesi 1 ci ricorda che noi non siamo tutto nel patto di Dio. Noi abbiamo un luogo in quel patto, un luogo molto alto in quanto figli di Dio, ma noi non siamo tutto e non dobbiamo pensare che siamo tutto. Dio è così grande, così alto in gloria, che la Sua gloria è rivelata infine nel radunare tutte le cose. Egli deve essere TUTTO ED IN TUTTO. Questo, allora, è la prima ragione per cui si parla di queste cose, che per mezzo di esse possiamo imparare l’umiltà davanti a Dio.

La seconda ragione è per assicurarci della fedeltà pattale di Dio.

Volgendoci da Colossesi a Geremia 33, impariamo da questo passaggio che Dio rivela la Sua immutabile fedeltà nel Suo patto con la creazione! Geremia ci dice che Dio è fedele nel Suo patto del giorno e della notte. Giorno e notte si sono succeduti in turno per migliaia di anni perché Dio è fedele. Egli mantiene il Suo patto col giorno e la notte così che queste ordinanze non cessino. Genesi 8:22 ci dice la medesima cosa: "finchè la terra rimane," Dio disse a Noè, "semina e raccolto, e freddo e caldo, ed estate ed inverno, e giorno e notte, non cesseranno."

Così, in Geremia 33 il profeta ci dice: "Non vedete che se Dio è fedele in tali cose Egli sarà fedele anche con voi? Come potete dubitare dell’immutabile fedeltà del vostro Dio di patto se Egli è fedele perfino nel Suo patto del giorno e della notte? Non capite che anche se voi siete spesso infedeli a Lui, Egli non sarà mai infedele con voi? Non più di quanto Egli può rompere il Suo patto del giorno e della notte potete rompere il Suo patto di grazia con voi!" "Se potete rompere il mio patto del giorno, ed il mio patto della notte, e che non vi sia più giorno e notte nella loro stagione, allora può anche il mio patto esser rotto con Davide mio servo …" (Geremia 33:20-21). Questa è la seconda ragione per cui noi dobbiamo conoscere queste cose, che possiamo essere assicurati della fedeltà e grazia di Dio, e confidare in essa, e non nelle nostre proprie opere o forze.

In Romani 8 Paolo guarda alla cosa un pò diversamente. Lì egli vuole mostrarci come sarà realmente la gloria che sarà rivelata in noi. Al verso 18 egli dice: "Io ritengo che le sofferenze del tempo presente non sono degne di essere comparate alla gloria che sarà rivelata in noi." Non degne di essere comparate! Non è, tuttavia, sempre facile credere questo, vero? Noi abbiamo soltanto udito di questa gloria e non l’abbiamo vista. Come possiamo essere sicuri che è realmente così grande, degna di ogni cosa? Non è così facile credere che "le sofferenze di questo tempo presente," accumulate e soppesate insieme non sono degne di essere comparate con la gloria a venire, non quando pensate a tutta la sofferenza che è nel mondo in questo momento!

Conoscendo i nostri dubbi, quindi, Paolo si dispone a provare che la gloria che Dio ha preparato è davvero grande come egli dice. Per provarlo egli parla di un triplice gemere. Iniziando al verso 23 egli parla del nostro proprio gemere nella speranza mentre aspettiamo l’"adozione" e "la redenzione del nostro corpo." Questa è un’evidenza o prova che la gloria è molto grande. Mediante la grazia di Dio noi desideriamo questa gloria così fortemente che gemiamo mentre dobbiamo aspettare per essa. Voi la desiderate e gemete per essa, non è vero? La grazia di Dio che vi fa gemere è una prova della grandezza di questa gloria che sarà rivelata in voi! Al verso 26 Paolo parla del gemere dello Spirito come ulteriore prova della grandezza di quella gloria. Anche lo Spirito di Dio prega per quella gloria per il popolo di Dio con impronunciabili gemiti!

Ma qui ai versi 19-22 Paolo dà un’altra evidenza di quella grande gloria, il gemito della creazione. Parlando come se la creazione fosse viva come lo siamo noi, egli la descrive come gemente ed in travaglio, nella speranza di quella gloria che sarà rivelata in noi. Questa gloria è così grande che perfino la creazione avrà una parte in essa ed ora geme per essa. Questa è la prova, quindi, che la gloria che deve essere rivelata è davvero incomparabile. Credete tutto questo? Dovete, se dovete avere speranza in questa vita e pazienza nella sofferenza.

Infine, e soprattutto, il proposito di questa rivelazione del patto di Dio con la creazione è di magnificare il nostro Signore Gesù Cristo, esaltarlo, e mostrare (come Paolo dice in Colossesi 1) che Egli ha la preeminenza in ogni cosa. Egli è Colui attraverso il Quale l’intero proposito del Padre è realizzato. Egli è il "per cui e mediante cui tutte le cose furono create," Colui nel Quale tutta la pienezza deve dimorare, e Colui nel Quale tutte le cose sono radunate in Uno. Chi, allora, è come LUI? Ed essendo così esaltato, possiamo noi dubitare che Egli realizzi anche il proposito del Padre nei nostri confronti? Non dimoreremo anche noi un giorno in Lui, in Cui tutte le cose devono dimorare? Colui Che riconcilia tutte le cose a Dio, non è Egli in grado di riconciliare anche noi? Non dubitate di Lui. Egli è esaltato come Principe e Salvatore anche da quelle Scritture che abbiamo studiato questa sera. Ponete la vostra fede in Lui, confidate in Lui e non sarete svergognati!

Ma non è soltanto Cristo Che è esaltato e magnificato da questo patto di creazione. Lo è anche il Suo sangue, quel sangue della croce di cui Paolo parla in Colossesi 1:20. Se comprendete ciò che Paolo sta dicendo in quel verso, che il Suo sangue è il mezzo della riconciliazione e pace per TUTTE le cose, per voi anche che credete in Lui, allora voi comprenderete che non vi è NIENTE così prezioso come quel sangue di Cristo. Esso è, come dice Pietro (I Pietro 1:18-19) più prezioso dell’oro e dell’argento. Comprendendo questo, vedrete quale potere e valore vi è nel sangue di Cristo nel riconciliare tutte le cose a Dio, e voi anche! Vedendo questo, voi sentirete ciò che Dio sentì nei sacrifici di Noè, il dolce profumo di Cristo crocifisso, e quel profumo non cesserà mai di essere dolce per voi.

Quel sangue di Cristo, il "sangue della croce" è, quindi, il punto focale ed il centro di ogni cosa, non soltanto della nostra redenzione, ma della riconciliazione di tutte le cose a Dio, a Cui soltanto sia la gloria. Possa quel sangue essere il punto focale della nostra fede, ciò da cui dipendiamo oggi e sempre, per la vita nel mezzo della morte, e per la speranza di gloria che occhio non ha visto né orecchio ha udito!

AMEN

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