Rev. Angus Stewart
Alcuni potrebbero mettere in questione questo ultimo punto: "Io so che
l’Antico Testamento predice la venuta di Cristo e la Sua salvezza, e che
dello Spirito Santo è profetizzato che applicherà a noi le benedizioni
di Cristo nell’epoca neotestamentaria (e.g. Gioele 2:28-29; Isaia 32:15;
44:3; 59:21), ma dove promette l’Antico Testamento che lo Spirito ci
renderà certi della salvezza Messianica?" Si pensi, ad esempio, ad
Ezechiele 36:26-28. Dio promette di rigenerarci (26) e di porre in noi
il Suo Spirito (27) in modo che riconosciamo ed osserviamo i Suoi
comandamenti (27). In questo (nuovo) patto noi godiamo della comunione
di Jehovah: "voi sarete il mio popolo, ed io sarò il vostro Dio" (28).
Conoscere Dio come il nostro Dio e noi stessi come Suo popolo, mediante
lo Spirito (27), è
certezza della nostra salvezza pattale.
Vi è una veduta errata a riguardo del
quando
il credente del Nuovo Testamento acquisisce questa certezza, secondo la
quale il sigillo dello Spirito (i.e. la certezza) di solito giunge
qualche tempo dopo aver per la prima volta creduto il vangelo. Alcuni
santi potrebbero essere sigillati alla loro conversione o subito dopo,
ma molti, se non la maggior parte, sono sigillati soltanto anni, spesso
molti anni, più tardi. Secondo questa concezione, non tutti i Cristiani
sono (allo stato corrente) sigillati dallo Spirito ed assicurati della
loro salvezza, così i ministri devono chiamare questi poveri santi a
ricercare la certezza. Se tu non hai certezza, devi cercarla,
seriamente, ferventemente, appassionatamente, spesso per molti anni.
Poi, infine, sarai sigillato con lo Spirito.
Molti Puritani hanno avuto questa veduta errata della certezza, anche se
erano fedeli in molte cose (e.g. doppia predestinazione, peccato
originale, principio regolatore del culto, pedobattesimo, sorvegliare la
tavola del Signore, il canto dei Salmi, l’opposizione alla predicazione
da parte di laici, il catechizzare, etc.). Tristemente, Martyn
Lloyd-Jones, un buon predicatore ed espositore, ed a-millenialista che
egli era, in questo seguì questi Puritani.
Quest’idea della certezza che (ordinariamente) viene qualche tempo dopo
aver creduto e di solito dopo molta ricerca (spesso per anni) è una
forma della dottrina della seconda benedizione. Più tardi il contenuto
della seconda benedizione divenne la "potenza per il servizio," come con
i revivalisti come R. A. Torrey e D. L. Moody; o la santificazione
totale, come con John Wesley ed i Perfezionisti; o il battesimo con lo
Spirito Santo (spesso con il parlare in lingue, i.e. balbettio senza
senso, come suo segno esteriore), come con i Pentecostali. Lloyd-Jones,
concependo la certezza come un’esperienza post-conversione, sosteneva
anche il battesimo con lo Spirito Santo come una seconda benedizione.
Tragicamente, egli diede un’approvazione qualificata ai tumulti
Carismatici nel Sud del Galles e favorì R. T. Kendall come suo
successore nella Westminster Chapel a Londra. La fine di quella
chiesa—nel Carismaticismo ed Arminianismo—è ben nota.
Grazie a Dio, la certezza non è un’esperienza che viene come una seconda
benedizione (di solito) ricevuta dopo che si è creduto per anni e solo
dopo una lunga ricerca. Noi siamo sigillati con lo Spirito quando
crediamo il vangelo di Cristo. A questo punto, dovremmo notare che la
traduzione di Efesini 1:13 di alcune versioni ("dopo
aver creduto, siete stati sigillati con lo Spirito santo della
promessa") potrebbe essere compresa come un suggerimento a favore della
veduta errata. "Quando avete
creduto, foste sigillati con lo Spirito santo della promessa" è una
traduzione migliore. E’ difficile provare questo ad un’udienza generale,
perché c’è da tenere in considerazione la grammatica della lingua greca
(aoristo e participi) ma il punto può essere stabilito teologicamente e
dal contesto.
Primo, Efesini 1:3-14 è una sola lunga frase che menziona "ogni
benedizione spirituale" (3) data ai "santi" (1). Il sigillo dello
Spirito (13) è una di queste benedizioni spirituali date a tutti i
Cristiani (e non giusto ad alcuni e ciò di solito dopo anni dalla loro
conversione). Secondo, "ogni benedizione spirituale," inclusa il sigillo
dello Spirito, è "in Cristo" (3) Che è posseduto da ogni credente.
Terzo, noi siamo "sigillati con lo Spirito santo della promessa" (13), e
la promessa incondizionata della salvezza da parte di Dio (che include
la sicurezza) è a tutti i credenti. Quarto, come abbiamo visto nelle
ultime News, "sigillo" (13)
fa riferimento, centralmente, all’idea di proprietà. Dal momento che
tutti i Cristiani sono posseduti dal Dio Triuno, essi sono sigillati con
lo Spirito. Quinto, tutti i credenti hanno lo Spirito come una "caparra"
(14) ed essi Lo hanno anche come un "sigillo" (13).
Tutti i figli di Dio sono sigillati con lo Spirito quando essi credono
perché la certezza è parte della fede. Dunque il
Catechismo di Heidelberg definisce la fede, correttamente, come
consistente di "una sicura conoscenza" e "un
confidare di cuore che lo Spirito Santo, per mezzo dell’Evangelo
opera in me, e che non solo ad altri, ma anche
a me, sono donati da Dio remissione dei peccati, eterna giustizia e
salvezza, per pura grazia, solo a motivo dei meriti di Cristo" (R. 21).
Efesini 1:13 insegna che lo Spirito ci sigilla attraverso la fede nel
vangelo, "la parola di verità," non attraverso esperienze mistiche o
attraverso un sussurro dello Spirito Santo nelle nostre orecchie.
Credere la Parola letta e predicata è la via della certezza. Dunque è
molto importante che ascoltiate il vero, non il falso, vangelo, perche è
"la parola di verità" che è "il vangelo della vostra salvezza" (13).
Noi vediamo questo ordine logico (non cronologico) dal nostro testo: predicazione, fede ed il sigillo dello Spirito. Figlio di Dio, lo Spirito ti ha sigillato dal momento in cui hai creduto la prima volta (13) fino al "giorno della redenzione," e quindi non contristarlo (4:30) coi tuoi peccati (25-29, 31-32)!
Prof. Herman Hanko
Domanda: "Salomone ricevette da Jehovah delle doti tali da essere l’uomo
più saggio che è mai vissuto (anche se in un contesto
veterotestamentario, ciò non nega i fatti basilari). Se definiamo la
saggezza come conoscenza applicata praticamente attraverso la fede, in
che modo deve essere spiegato che Salomone cadde? Chiaramente egli
sapeva come evitare ciò che fece."
La domanda ha origine dal numero scorso delle
News
in cui ho argomentato che sebbene Salomone cadde nell’idolatria,
sotto l’influenza delle sue mogli pagane, ed anche se le narrative
storiche della Scrittura non registrano che egli si ravvide del suo
peccato, tuttavia possiamo essere certi che Salomone era salvato, e
quindi dobbiamo considerare Ecclesiaste, di cui egli fu l’autore per
ispirazione dello Spirito Santo, come la sua confessione di peccato.
Dopo tutto, il Signore "amava" Salomone (II Samuele 12:24) ed Egli
ristora sempre i Suoi santi erranti, perché niente ci può separare dal
Suo amore (Romani 8:35-39).
Noi dobbiamo ricordare che Salomone era un tipo di Cristo e che il suo
regno era un tipo del regno dei cieli. Senza prendere in considerazione
questa verità, è davvero difficile, se non impossibile, comprendere in
che modo Salomone, l’uomo più saggio mai vissuto, potè essere così
stolto. Anche la nazione di Israele stessa era un tipo della chiesa di
Dio, mentre allo stesso tempo una parte della chiesa. Inoltre,
contrariamente ai dispensazionalisti, il Monte Sion e Gerusalemme, la
capitale della nazione ed il seggio di Davide e Salomone, erano altresì
tipi della chiesa (Salmo 48; 87; 122; Ebrei 12:22-23; Apocalisse
21:1-2).
All’interno della città di Gerusalemme vi era il tempio che Salomone
costruì e che, mentre simbolizzava la verità del patto di Dio, cioè che
Egli dimora nel mezzo del Suo popolo, punta anche avanti, in modo
tipico, al corpo crocifisso, seppellito e risorto di Cristo in cui
dimora "tutta la pienezza della Deità corporalmente" (Colossesi 2:9). Al
cuore del regno tipico dei cieli, su cui Cristo governa, è il tempio, la
cui realtà è Cristo Stesso nella nostra carne.
Tutti questi tipi erano dati da Dio nell’antica dispensazione perché
Israele era la chiesa nella sua
infanzia (Galati 4:1-6). I bambini sono istruiti con delle figure.
La chiesa dell’Antico Testamento era istruita con le figure che Dio dava
nei tipi e nelle ombre della legge. Salomone era una di quelle figure, e
così anche il suo regno. Mai, in tutta la storia dell’Antico Testamento,
la nazione raggiunse un tale pinnacolo di gloria, beatitudine e
prosperità come nei giorni di Salomone (cf. II Cronache 9). Ma anche
quella gloria e prosperità erano tipiche della gloria e prosperità del
regno dei cieli, quando ciò che è puramente materiale diviene
spirituale—come Canaan, la terra in cui scorre latte e miele, era una
figura del cielo (Ebrei 11:9-10, 13-16). Salomone, in quanto re della
chiesa tipica, era un tipo di Cristo in più di un modo. Egli era un tipo
di Cristo, il vero re, nel suo ufficio regale, ed un tipo di Cristo
nella sua sapienza che Dio gli aveva dato. Salomone può ben essere stato
un tipo di Cristo perchè costruì il tempo. E’ sempre un pericolo che i
tipi siano considerati la realtà. Io penso che i Farisei al tempo di
Gesù erano specialmente colpevoli di questo. Essi confondevano i tipi
con la realtà, pensavano che i tipi erano tutto ciò di cui avevano
bisogno. Essi sfidavano Giovanni il Battista e Cristo quando entrambi
misero da parte i tipi perché la realtà era ora giunta nell’opera e
ministero del Messia. Essi preferivano i tipi alla realtà. Essi scelsero
una figura del cielo al cielo stesso, ed una figura di Cristo al
Salvatore Stesso.
Siccome i tipi non erano la realtà, ma solo figure, i tipi non soltanto
erano passati via, ma dovevano mostrare che erano imperfetti. Se voglio
mostrare le mie fotografie del Parco Nazionale di Yellowstone, allora
devo dire a quelli assemblati che, nei fatti, il Parco Nazionale di
Yellowstone è molto, molto più bello. Se queste persone dicono: "Ora ho
visto il Parco, e quindi non ho bisogno di andarci," posso soltanto
essere dispiaciuto per loro. Ma chi comprende che una figura non può
essere paragonata alla realtà, può essere spinto ad andare al Parco a
vedere da loro stessi.
Un libro di figure invecchia e le slide colorate perdono colore. Così
era anche con i tipi dell’Antico Testamento (Ebrei 8:13). Esse servirono
il loro proposito e dovettero essere messe da parte. I tipi erano
inoltre inadeguati. Essi non potevano realizzare ciò che poteva la
realtà. Mosè era un tipo di Cristo quale nostro mediatore (Numeri
14:13-19), ma egli fallì, perché era soltanto un tipo. Egli colpì la
roccia nel deserto nella sua rabbia contro Israele (20:10-11) e si
dimise dal suo ufficio quando non poteva più sopportare il peso del
popolo—anche se il Signore rigettò la sua dimissione (11:11-15). Un
altro tipo di Cristo, Giosuè (il cui nome è equivalente a "Gesù"), non
potè condurre il popolo nel vero riposo. Ci vuole Cristo per portarci
nel perfetto riposo del cielo.
Così era con tutti i tipi. Essi erano tipi, e, quindi, imperfetti. Essi
non potevano realizzare la salvezza che Dio intendeva per il Suo popolo.
La ragione fondamentale è, ovviamente, che l’uomo non può fare ciò che
doveva essere fatto: soltanto Dio poteva portare la salvezza, ed Egli la
porta attraverso Cristo. I tipi, quindi, servivano il proposito di
insegnare alla chiesa la salvezza che dovevano ricevere "nella pienezza
del tempo," ma il popolo doveva imparare anche che i tipi erano
imperfetti.
Con il peccato di idolatria da parte di Salomone, il vero popolo di Dio
all’interno della nazione di Israele imparò che il regno di Salomone in
tutta la sua gloria non era il regno Messianico. Perché Salomone non era
il re che poteva stabilire il vero regno di Dio. Essi dovevano guardare
oltre le figure alla realtà, e per fede aggrapparsi alle infallibili
promesse di Dio, che graziosamente e con amore disse al Suo popolo, già
prima che Cristo venisse, della gloria e beatitudine della salvezza a
venire.
Dunque, anche se Salomone possedeva una grande sapienza, essendo solo un
tipo, egli non poteva essere colui che è veramente saggio. Cristo non
soltanto è molto superiore a Salomone in sapienza, ma Egli
è
la Sapienza stessa di Dio (Proverbi 8, specialmente vv. 22-36; I Corinzi
1:30). Salomone in tutta la sua sapienza era tuttavia ancora stolto.
Cristo, la Sapienza di Dio, è capace di rendere tutto il Suo popolo
veramente saggio.