Covenant Protestant Reformed Church
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(Giugno 2009 • Volume XII, n.14)


Che Cos’è un Giudeo? (1)

Rev. Angus Stewart

La maggioranza delle persone non sa cosa è un Giudeo. I non credenti non lo sanno, molti che si professano Cristiani non lo sanno. Molti che chiamano se stessi Giudei non sono Giudei, ed alcuni che non chiamano se stessi Giudei sono Giudei.

Alcuni risponderanno: "Di certo quelli che credono la religione ebraica, il Giudaismo, sono Giudei, no?" Ma vi sono dei Giudei che sono scettici ed atei. Non sono Giudei coloro che vivono in Israele? Ma vi sono quasi altrettanti Giudei in America, e molti nella terra di Israele sono Palestinesi. Non è forse un Giudeo qualcuno che discende fisicamente da Abraamo, Isacco e Giacobbe? Ma se un Eschimese si converte al Giudaismo (di qualsiasi varietà), diviene un Giudeo, ed intorno al nono secolo un numero significativo di Cazari divennero Giudei. "Cos’è un Giudeo?" non è una domanda semplice. Indossare lo zucchetto, essere circoncisi (e che dire delle femmine?) o essere promotori dell’educazione non sono fattori decisivi.

Vi è, tuttavia, una definizione ampiamente usata di Giudeo nel mondo odierno: uno con una madre Giudaica (non necessariamente un padre Giudeo) e/o qualcuno che si è convertito ufficialmente al Giudaismo. Ma molti escluderebbero i Giudei Messianici, argomentando che quelli nati da madri Giudaiche non sono più Giudei se credono nel Signore Gesù Cristo.

Abbiamo parlato della comune comprensione di "Giudei." Che dire del significato spirituale e teologico di questo nome? Chi è che Dio vede ed identifica come un vero Giudeo? Questa è una questione trattata nel vangelo, ed include una dottrina salvifica a riguardo di Jehovah ed il Suo popolo pattale.

Romani 2:28-29 proclama: "[28] perché un Giudeo non è colui che lo è esternamente, né la circoncisione è quella esteriore nella carne, [29] ma un Giudeo è colui che lo è interiormente, e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito, e non nella lettera, la cui lode non è dagli uomini, ma da Dio." Si noti la struttura dei versi. Entrambi parlano, primo, di Giudei, e, secondo, di circoncisione. Il verso 28 è negativo, e ci dice ciò che un Giudeo e la circoncisione non sono, mentre il verso 29 è positivo.

Essere un Giudeo non ha niente a che fare con lo stile dei capelli (e.g., lunghe basette, conosciute come payot harosh), con un nome (e.g., Cohen), coll’andare in una sinagoga, con Bar Mitzvah o col riempire una formula di censo nella sezione religione scrivendo "Giudaismo." "Perché," come la Scrittura ispirata dice, "un Giudeo non è colui che lo è esternamente" (28). Nessuna di queste cose, individualmente o collettivamente, fa di qualcuno un Giudeo, spiritualmente parlando.

Cosa, forse più di ogni altra cosa, potrebbe essere pensato come qualcosa che costituisce un Giudeo? Risposta: la circoncisione, quel rito iniziatico stabilito da Dio con Abraamo per i suoi discendenti (maschi) e seguaci nel patto. Ma la Parola di Dio afferma: "né la circoncisione è quella esteriore nella carne" (28).

Tutto ciò può essere applicato, per analogia, a chi si professa Cristiano: "un Cristiano non è chi lo è esternamente." Andare in chiesa non fa di uno un Cristiano, non più di quanto trascorrere una notte in una stalla farebbe di lui un cavallo; similmente dicasi per quanto riguarda l’ascoltare la predicazione, il portare con sé una Bibbia, il frequentar le classi di catechismo o dire delle preghiere. Queste cose, correttamente comprese, hanno il loro luogo e funzione per i Cristiani, ma non fanno di qualcuno un Cristiano. Non siate ingannati!

"Né il battesimo è quello esteriore nella carne." L’acqua giunge su una persona nel nome del Dio Triuno mediante un ministro ordinato. Ma questo è solo un segno e sigillo del battesimo reale, il lavaggio dei nostri peccati mediante il sangue e lo Spirito di Gesù Cristo. Il battesimo con acqua non fa di qualcuno un vero Cristiano.

Romani 2:29 stabilisce quattro punti positivi a riguardo di cosa un Giudeo è realmente, spiritualmente parlando. Primo, "un Giudeo è chi lo è internamente" (29), perché non può mai essere una questione meramente di cose esteriori in quanto Dio conosce i pensieri più intimi di una persona. Secondo, "la circoncisione è quella del cuore" (29). Questa era sempre stata la realtà che la circoncisione fisica indicava, perfino nella legge di Mosè (Deut. 30:6). Terzo, "nello spirito, e non nella lettera." Non fa alcuna differenza essenziale per i nostri propositi se qui "spirito" significa la nuova natura o lo Spirito Santo, poiché i due sono intimamente correlati. Un Giudeo è chi ha una nuova natura o chi è il tempio dello Spirito. Quarto, "la cui lode non è dagli uomini, ma da Dio." Questo è un gioco di parole, perché "Giudeo" viene da "Giuda" che vuol dire "lode" (Genesi 29:35; 49:8). Così essere un vero Giudeo riguarda la lode. La lode dell’uomo non fa di te un Giudeo. E’ una questione riguardante la lode che proviene da Dio. Siccome la giustizia di Dio in Gesù Cristo è riconosciuta sul nostro conto, Jehovah approva i credenti e proclama il Suo diletto in noi.

Questo è un Giudeo reale, spirituale, secondo la Parola di Dio, un Giudeo nel cuore, che Dio loda e commenda. Sei tu una tale persona, un Giudeo nel cuore, per grazia di Dio?

Si dovrebbe comprendere che Romani 2:28-29 "sgiudaizza"  molti Giudei carnali, come i Farisei del tempo di Gesù, che cercavano la lode degli uomini (Giovanni 12:43) ad esempio nel loro dare elemosine, pregare e digiunare (Matteo 6:1-18). Così essi allargavano le loro filatterie ed amavano "i primi posti nelle sinagoghe," etc. (23:5 e a seguire).

Secondo Romani 2:28-29, nemmeno coloro le cui carcasse caddero nel girovagare nel deserto e non entrarono in Canaan attraverso l’incredulità (Ebrei 3:17-19) erano realmente Giudei. Che dire di Absalom che usurpò il trono di Israele e cercò di uccidere Davide suo padre, l’uomo secondo il cuore di Dio? Absalom era circonciso esternamente ma non internamente. Lo stesso si applica al traditore Ahitofel, all’idolatra Geroboamo e a Giuda Iscariota che tradì il Figlio dell’uomo con un bacio. L’Antico Testamento stesso ha insegnato questo, si veda, per esempio, Ezechiele 13:9. Asaf dichiara: "In verità Dio è buono verso Israele," che è definito nella seconda parte del verso "a coloro che sono di cuore puro" (Salmo 73:1); ciò è affermato in contrasto agli empi, gli empi in Israele.

Dunque la maggior parte dei Giudei fisici non sono affatto veri Giudei secondo la Bibbia: "perché un Giudeo non è colui che lo è esternamente … ma un Giudeo è chi lo è internamente, e la circoncisione è quella del cuore, nello spirito, e non nella lettera, la cui lode non è dagli uomini, ma da Dio" (Romani 2:28-29). Credi questa Parola di Dio?


L’Eterna Figliolanza di Cristo (1)

Prof. Herman Hanko

Domanda: "Perché è così importante che Gesù è l’unigenito Figlio di Dio? Dio avrebbe potuto avere migliaia di figli. Non sono anche gli angeli Suoi figli? E che dire di Ebrei 2:10? ‘perché era convenevole a colui per il quale sono tutte le cose e mediante il quale sono tutte le cose, nel portare molti figli alla gloria, di rendere il capitano della loro salvezza perfetto mediante sofferenze’."

Il punto della citazione da Ebrei 2 è che il popolo di Dio condotto alla gloria è chiamato nel testo "figli."

Prima che mi inoltri nella discussione di questo punto, citerò il Catechismo di Heidelberg, che risponde a questa stessa domanda. Il Catechismo sta spiegando qui la frase nel Credo degli Apostoli, "Io credo … in Gesù Cristo, il Suo unigenito Figlio." "Perché è chiamato Figlio unigenito di Dio, dal momento che noi pure siamo figli di Dio? Perché Cristo solo è per natura l'eterno Figlio di Dio, mentre noi siamo chiamati figli di Dio a motivo dell’adozione della grazia" (D&R 33).

Siccome la domanda suggerisce la possibilità che il nostro Signore Gesù Cristo non sia il naturale ed eterno Figlio di Dio, voglio assicurarmi che tutti i nostri lettori comprendono e confessano questa verità fondamentale. E’ una verità stabilita dalla chiesa di Cristo molto presto nella storia. Non meraviglia che questa verità fu stabilita in forma confessionale così presto, perché l’assoluta divinità di Cristo è la confessione fondamentale della chiesa e la fondazione sulla quale la chiesa riposa. Quando a Filippi di Cesarea Gesù chiese ai Suoi discepoli la loro opinione a riguardo di chi Egli era, Pietro parlò per essi tutti: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Matteo 16:16). Colpisce che dopo che Gesù disse ai discepoli che non potevano comprendere questo da se stessi, ma soltanto attraverso la rivelazione di Dio ad essi (17), il Signore disse: "Su questa roccia edificherò la mia chiesa, e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa" (18).

Gesù stabilisce il punto che la Sua assoluta divinità è la roccia su cui la chiesa è edificata. Fintanto che la chiesa confessa questa verità e la sostiene, l’inferno non può prevalere contro di essa. Ma quando la chiesa nega questa verità, le porte dell’inferno hanno distrutto quella chiesa. E’ bene qui prendere una pausa ed essere certi del nostro essere membri nella chiesa contro la quale le porte dell’inferno non possono prevalere!

Non meraviglia che questa verità è stata oggetto di amari attacchi fin dal principio dell’era neotestamentaria. Questi attacchi hanno la loro origine con Satana che odia Dio e il Cristo di Dio e che fa tutto quanto in suo potere per distruggere la chiesa. Egli sa, meglio, sembra, di molte chiese oggi, che se può eliminare la confessione della deità di Cristo dalla chiesa, l’ha distrutta.

L’occasione immediata per la difesa molto precoce di questa verità a Nicea (325 d. C.) fu l’eresia di Ario. Ario, originariamente da Alessandria in Egitto, insegnò che Cristo era davvero il più grande di tutti i figli di Dio, che, di fatto, egli era l’eterno figlio di Dio, ma che egli fu creato, non generato, e che quindi non era vero Dio, ma soltanto un altro figlio di Dio, benchè il più grande di tutti i Suoi figli.

A seguire Nicea, i cosiddetti semi-Ariani adottarono una posizione leggermente differente da quella di Ario. Essi insegnarono che Cristo era l’eterno figlio di Dio, ma che non era della stessa essenza del Padre. Questo attacco anche, anche se sottile e confusionario e calcolato per mandare in confusione le menti del popolo di Dio, fu ripudiato dalla chiesa.

A me sembra che non vi è mai stato un singolo momento nella storia della chiesa neotestamentaria in cui la divinità del nostro Signore non sia stata attaccata. Perfino al tempo della grande Riforma del sedicesimo secolo, vi furono molti che attaccarono questa dottrina. Il più notevole fu Serveto, che era disposto a dire che Cristo era un figlio di Dio, ma si rifiutava di dire che Cristo era il Figlio di Dio. Egli era un uomo blasfemo e fu bruciato al rogo a Ginevra per la sua blasfemia.

Gli attacchi continuano al giorno d’oggi, principalmente tra gli Unitariani. Tuttavia, vi sono delle vie più sottili di negare questa grande verità. Essa può essere ed è negata oggi in molte chiese che professano di sostenere i credi Riformati—i quali insegnano tutti enfaticamente la divinità di Cristo—ma che, di fatto, negano la Sua deità. All’interno delle chiese Riformate apostate, la nascita verginale di Cristo è aperta ad essere messa in questione e negata. La risurrezione corporale di Cristo dai morti è detta essere soltanto un mito inventato dai discepoli per stabilire in modo fermo il loro reclamo di predicare il vangelo di Cristo. Sia chiaramente compreso che qualsiasi diniego della nascita verginale e risurrezione corporale di Cristo è anche un diniego del Suo sacrificio propiziatorio per il peccato sulla croce del Calvario e quindi un diniego della Sua divinità.

Inoltre, qualsiasi persona o chiesa o organizzazione che nega la sovranità di Dio nell’opera della salvezza ed ascrive la salvezza in qualche misura all’uomo e al suo proprio libero arbitrio è altresì colpevole di disprezzare l’espiazione di Cristo e si trova sull’orlo di rinnegare la Sua deità. Il Catechismo di Heidelberg sta parlando specialmente, ma non esclusivamente, contro la Chiesa Cattolica Romana in domanda e risposta 30: "Credono dunque nell'unico Salvatore Gesù anche coloro che cercano salvezza e redenzione presso i santi, o in sé stessi, o altrove? No; anzi, essi rinnegano con i fatti l'unico Salvatore e Redentore Gesù, anche se si gloriano di Lui. Perché o Gesù non può essere un perfetto Redentore, oppure coloro che ricevono questo Redentore con vera fede debbono avere in Lui tutto ciò che è necessario alla loro salvezza."

L’Arminianismo è incipiente Modernismo.

Il soggetto è importante abbastanza da dovervi dedicare un altro articolo. 


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