Covenant Protestant Reformed Church
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Inferno

Ron Hanko

 

Perfino la parola soltanto, inferno, tutta sola nel titolo di questa sezione, ha un suono terrificante e ci fa rabbrividire. Non meraviglia che molti oggi non ne vogliono parlare.

Come la Deità di Cristo, la Trinità, e l’espiazione, l’inferno è una dottrina biblica che è sempre stata attaccata nella chiesa del Nuovo Testamento. Questi attacchi continuano anche oggi, non soltanto da coloro che sono "moderni" e "liberali" nei loro insegnamenti, ma anche tra le file del movimento "evangelicale."

La versione biblica inglese NIV (New International Version) è un’illustrazione di questo, perché è un prodotto del movimento evangelicale. Essa ha bandito la parola inferno completamente dall’Antico Testamento, e l’ha ritradotta con un'altra parola in dieci delle ventidue volte che essa appare nella King James Version.

Specialmente significativo è il fatto di aver eliminato la parola dall’Antico Testamento. Questa non può essere nient’altro che una concessione, da parte dei traduttori, all’idea che le persone nell’Antico Testamento in realtà non ne sapevano nulla a riguardo, ma credevano soltanto in un luogo dove si trovavano i morti, e dove tutti andavano, sia giusti che empi.

Lasciar fuori la parola inferno dall’Antico Testamento è tradurre male. Vi sono luoghi nell’Antico Testamento dove Sheol, la parola usualmente tradotta "inferno" nella King James, deve essere tradotta così. Deuteronomio 32:22 e Giobbe 26:6 sono buoni esempi a riguardo. Anche Salmo 16:10, che è citato nel Nuovo Testamento, deve essere tradotto così, perché nel Nuovo Testamento (Atti 2:27, 31) è rimpiazzato dalla parola Hades, la parola greca che vuol dire "inferno."

Per quanto si possa essere in disaccordo, la parola inferno non può essere bandita dalle nostre Bibbie, la nostra dottrina, i nostri pensieri. Essa è critica alla predicazione del vangelo. Senza la dottrina dell’inferno il comando del vangelo di ravvedersi o altrimenti perire perde tutta la sua urgenza. Anche l’insegnamento dell’"immortalità condizionata" (punizione per un tempo, e poi annichilimento), che è sostenuta da alcuni evangelicali, detrae in modo improprio dalla verità che se non ci ravvediamo periremo, perché nega il fatto che l’impenitente soffrirà l’ira di Dio eternamente.

Inoltre, la terribile parola inferno è inseparabilmente connessa al timore di Dio. Gesù dice: "Piuttosto temete colui che può distruggere anima e corpo all’inferno" (Matteo 10:28). Se soltanto gli uomini oggi credessero nell’inferno, forse nel mondo vi sarebbe maggior timore di Dio e così anche nella chiesa. Tristemente, ciò manca in molti circoli, anche se "il timore del SIGNORE è il principio della sapienza" (Proverbi 9:10).

("Hell," un capitolo tradotto da: Doctrine According to Godliness [Grandville, Michigan, USA: Reformed Free Publishing Association, 2004], pp. 325-326)

Per altre risorse in italiano, clicca qui.