Covenant Protestant Reformed Church
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La Riforma, un Ritorno al Primato della Predicazione

Charles Terpstra

 

 

Prefazione

del Rev. Allen Brummel
Pastore della South Holland Protestant Reformed Church

La predicazione accentrata su Cristo è la sola fonte di speranza, conforto, e vita per il credente rigenerato. Coloro che sono toccati dall’amore di Dio desiderano soprattutto udire la predicazione fedele che li dirige al loro mediatore e salvatore, Gesù Cristo. Col giungere del sedicesimo secolo, la chiesa Cattolica Romana aveva rimosso questa fonte di conforto ed incoraggiamento dai santi. Vuote reliquie e complesse liturgie avevano rimpiazzato la predicazione personale, potente della Parola.

Nello zelo di Martin Lutero di rendere Cristo centrale in tutte le cose, Cristo fu riportato nel servizio di adorazione. Ciò non fu fatto attraverso un freddo crocifisso su una parete, ma nella potenza e nel calore della fedele predicazione delle Scritture. "Porre la Bibbia in una posizione centrale è stato fatto da teologi dei secoli precedenti. Porre Cristo al centro della Bibbia in modo così totale come lo fece Lutero, non si era mai visto prima."1

La convinzione di Lutero era che tutta la Scrittura era stata data a motivo di Cristo, così che Egli potesse essere conosciuto e glorificato. In Cristo solo la Scrittura e l’adorazione trovano il loro significato. Cristo è la sostanza della Scrittura. Se Cristo è conosciuto, allora ogni altra cosa nelle Scritture diviene chiara e in grado di essere compresa. Lutero vedeva ogni passaggio nella Bibbia, che fosse nell’Antico o nel Nuovo Testamento, come un puntatore verso Cristo.

Giovanni Calvino condivise questa convinzione riguardante la centralità di Cristo nella predicazione e vita dei santi, dimostrandolo con una vita dedicata alla predicazione. Calvino sapeva e credeva che il mezzo più importante in grado di portare la riforma all’empia Ginevra era la predicazione della Parola. Per la grazia di Dio, la storia della riforma di Ginevra è una testimonianza alla potenza di Dio mediante la predicazione fedele e Cristocentrica.

Il Rev. Charles Terpstra, il precedente pastore della nostra South Holland Protestant Reformed Church, dimostra in questo piccolo libretto il fatto che la Riforma del sedicesimo secolo fu strumentale nel riportare alla chiesa quello di cui ella aveva così disperatamente bisogno: il primato della fedele predicazione biblica!

Cristo è la grazia, misericordia, giustizia, verità, sapienza, potenza, conforto, e salvezza di Dio donataci da Dio senza alcun merito. Cristo è la salvezza della chiesa. Cristo deve non soltanto essere proclamato, ma Cristo deve essere udito in ed attraverso la predicazione. L’incoraggiamento, salvezza, conforto, e santità della chiesa dipendono da essa!

Durante gli anni precedenti alla Riforma vi era un vuoto di predicazione Cristocentrica. Tragicamente, quel vuoto è ancora una volta evidente ai giorni nostri. Un Ritorno al Primato della Predicazione, una lettura data nel Giorno della Riforma dal Rev. Charles Terpstra nel tardo Ottobre del 1994, serve come un opportuno promemoria, ed un avvertimento pertinente alla chiesa del ventunesimo secolo di mantenere il primato della predicazione come quell’aspetto dell’adorazione che Dio ha ordinato per la Sua gloria e per l’edificazione delle Sue pecore.

 

Introduzione

Con umile gratitudine a Dio, fedeli Protestanti Riformati commemorano la grande Riforma del sedicesimo secolo. Noi diciamo umile, perché la Riforma fu una potente opera della grazia di Dio, e perché noi siamo i beati recipienti di questa gloriosa tradizione. Dunque, ogni volta che ricordiamo questo evento, dobbiamo farlo con gratitudine a Dio.

L’eredità della Riforma è ricca. Di conseguenza, vi sono molti aspetti differenti riguardanti la Riforma che sono degni di considerazione. Ma uno dei più importanti è il fatto che essa costituì un ritorno al primato della predicazione. In questo abbiamo il supporto di molti altri storici ed analisti della Riforma. Per citare un uomo che scrisse sulla tradizione Riformata dell’adorazione:

Qualsiasi altra cosa essa fu, la Riforma fu un grande risveglio della predicazione, probabilmente il più grande nella storia della Chiesa Cristiana. Cavalcando un’onda ascendente nel tardo Medioevo, i Riformatori espansero la predicazione ancora oltre, e le diedero una significativa nuova funzione e carattere.2

Riguardo a questo, la Riforma fu un ritorno ai giorni della chiesa primitiva, quando la predicazione era al centro del servizio e quando il popolo di Dio veniva intento a cibarsi della Parola di Dio proclamata ogni Giorno del Signore. Questo è quello che rende la Riforma così pertinente per i giorni nostri. Perché è specialmente questa eredità della pura predicazione della Parola che noi riteniamo così necessaria per la chiesa di tutte le epoche, e che è così preziosa per noi. Ogni Cristiano veramente Riformato vuole la predicazione fedele, perché egli sa che è questo il modo in cui Dio ha ordinato di salvare la sua anima (cf. Efesini 4:11-12; Romani 10:14-15).

Ma noi realizziamo anche che questa eredità sta essendo minata e perduta, sta essendo rimpiazzata oggi nelle chiese che hanno le loro radici nella Riforma. Ciò ci addolora, come anche addolora il Signore Dio. Per questa ragione, questo soggetto è rilevante, e perfino urgente, e merita la nostra considerazione.

Ci volgiamo quindi, al nostro soggetto, dividendolo in tre parti:

La Riforma: Un Ritorno al Primato della Predicazione

1. Il Bisogno di un Tale Ritorno,
2. La Riforma come Ritorno alla Predicazione,
e
3. Il Significato di Ciò per la Chiesa di Cristo oggi.

 

1. Il Bisogno di un Tale Ritorno

Durante il Medioevo (circa 500-1500 d.C.) la predicazione gradualmente perse il suo luogo di primato nella chiesa, fino a che fu perduta dalla sua vita ed opera negli anni precedenti alla Riforma. Dovremmo ricordare che il Medioevo in generale fu un tempo di graduale ma continuo declino per la chiesa. Nel mentre che ella cresceva nella sua potenza ed influenza mondana, diminuiva nella sua forza ed influenza spirituale. A volte il Medioevo è denominato "i tempi bui." Questo fu certamente vero anche con riguardo alla predicazione.

I giorni prima della Riforma erano tempi poveri di predicazione. Molta parte del clero stabilito, vescovi, e sacerdoti, semplicemente non predicavano affatto. E’ detto che i laici non potevano aspettarsi alcuna predicazione dai sacerdoti nella parrocchia locale. Settimane e perfino mesi potevano passare senza che udissero alcun sermone dal pulpito della loro chiesa locale. Molti sacerdoti semplicemente abbandonarono le loro parrocchie (chiese locali), facendovi una capatina solo occasionalmente. Il Riformatore inglese, Hugh Latimer, chiamò tali preti assenteisti "pastori fragola" perché "spuntavano soltanto una volta all’anno e si trattenevano per un tempo molto breve."3

Già nel 1520, Martin Lutero spiegava, scrivendo:

Ecco, dove si è dipartita la gloria della chiesa! L’intera terra è ripiena di sacerdoti, vescovi, cardinali e chierici, e tuttavia nessuno di loro predica in virtù del loro ufficio, a meno che sia chiamato a farlo da un altro e per una chiamata differente oltre alla sua ordinazione sacramentale.4

E se e quando i vescovi e i preti predicavano, la qualità dei sermoni era molto povera. Era preservato nel servizio di adorazione un luogo per la predicazione. Era chiamata l’"omelia," un breve sermone. Ma queste omelie erano per la gran parte nient’altro che sermoni presi in prestito dai padri della chiesa. I sacerdoti non facevano alcun’opera originale, né vi era alcuna esposizione delle Scritture. I sermoni erano quindi non edificanti ma noiosi trattamenti di soggetti medioevali senza significato. In più, questi sermoni erano ripieni di molte storie e favole assurde. Inoltre, perfino dove essi erano di buona qualità e contenuto, erano spessissimo letti in Latino, che la maggior parte del popolo non riusciva a capire. Riguardo al carattere di questi sermoni Giovanni Calvino scrisse:

… Quali sermoni in Europa a quel tempo esibivano quella semplicità con cui Paolo desidera il popolo Cristiano sia sempre occupato? No, quale singolo sermone vi era da cui le vecchie mogli non potessero portare con sé più capricci di quanti potessero escogitare dinanzi al loro focolare in un mese? Perché, come i sermoni erano di solito divisi, la prima metà era dedicata a quelle nebbiose questioni delle scuole che potrebbero sbalordire la rozza popolazione, mentre la seconda conteneva dolci storie, o non poco divertenti speculazioni, con le quali gli uditori potevano essere tenuti all’erta. Soltanto poche espressioni erano buttate dentro dalla Parola di Dio, così che mediante la loro maestà potessero procurare credito per queste frivolezze.5

Questa debolezza nella predicazione si applicava anche ai predicatori itineranti, i frati. Essi erano ordini religiosi speciali di uomini nella Chiesa Cattolica Romana, le cui origini erano state sane e buone. Questa classe di clero sorse a motivo della mancanza di predicazione nella chiesa e di cura per i malati ed i poveri. Fondati da Francesco d’Assisi e Domenico nel tredicesimo secolo, essi erano organizzati in ordini di predicazione, che avrebbero viaggiato attraverso le campagne, portando il messaggio del vangelo ai poveri contadini. Ma gradualmente, anche questi frati caddero vittima degli abusi nella chiesa. Essi si arresero allo stile sermonico del tempo, e, peggio, non divennero niente più che strumenti del papa.

Dunque, anche la loro predicazione divenne corrotta e vana. Invece di portare il puro e semplice vangelo basato sulle Scritture, essi si ridussero a messaggi adornati in cui le storie della Bibbia erano mischiate a favole e tradizioni sensazionali, designate per intrattenere i contadini. Così essi diffondevano fatto e finzione, verità ed errore, e, quindi, confusione in ogni campagna. Il risultato fu che, anche se ancora viaggiavano predicando, il messaggio che portavano non era quello del vangelo, ma un messaggio di lealtà nei confronti del papa ed il bisogno di dare denaro per le casse della chiesa.

Colpisce, inoltre, anche se è triste, che con la predicazione essendo così cattiva, ed il popolo così ignorante, era usato un altro metodo di portare il vangelo al popolo, il teatro. Gruppi di attori viaggiavano di paese in paese mettendo su spettacoli riguardanti misteri e rappresentazioni della passione di Cristo. Vi suona familiare? Sì, la storia si sta ripetendo ai giorni nostri! L’intrattenimento ancora una volta riempie le chiese! E tristemente ciò accade in chiese Protestanti che hanno le loro radici nel risveglio della predicazione della Riforma!

Ma se vi era poca o nessuna predicazione da parte del clero ordinato della chiesa, chi è che la stava praticando? Indubbiamente, vi erano alcuni pochi fedeli vescovi, sacerdoti, e monaci sparsi per le vaste regioni del mondo ecclesiastico che continuavano a portare il vangelo alla gente umile di città e di campagna. Ma un Riformatore era convinto che vi era un altro fedele predicatore all’opera nella chiesa.

Hugh Latimer, in un sermone predicato nel 1548, denunciando il peccato della mancanza di sana predicazione nel clero dei suoi giorni, annunciò chi considerava essere "il più diligente predicatore ed insegnante in tutta l’Inghilterra." Egli disse:

E volete sapere chi è? Ve lo dico, è il diavolo. Egli è il più diligente predicatore di tutti gli altri, non è mai fuori dalla sua diocesi, non è mai ammalato, non lo troverete mai inattivo … E il suo ufficio è impedire la religione, sostenere la superstizione, stabilire l’idolatria, insegnare ogni specie di papismo. Egli è pronto più che mai … per escogitare quante vie è possibile per deformare ed oscurare la gloria di Dio. Dove il diavolo è residente, e fa muovere il suo aratro, lì ci si disfà dei libri, e si mettono su candele, via con le Bibbie, e benvenuto ai rosari, via con la luce del Vangelo, e su con la luce delle candele … Dove il diavolo è residente così che possa prevalere, ecco ogni sorta di superstizione ed idolatria, incenso, dipinti di immagini, candele, palme, ceneri, acqua santa, e nuovi servizi inventati dall’uomo, come se l’uomo potesse inventare una via migliore di onorare di Dio di quella che Dio Stesso ha stabilito. Giù con la croce di Cristo, su il saccheggio del purgatorio, su con esso, il purgatorio papista, intendo. Basta vestire il nudo, il povero e l’impotente, ecco decorazioni fatte di immagini e gaie guarnizioni di bestiame e pietre, su con le tradizioni e le sue leggi, e giù con le tradizioni di Dio e la Sua santissima Parola. Giù con l’antico onore dovuto a Dio, e su con l’onore del nuovo dio … Oh che i nostri prelati fossero tanto diligenti a seminare il grano della buona dottrina quanto Satana lo è nel seminare cardio e zizzania.6

Tale era la situazione precedente alla Riforma. Non soltanto la vera predicazione biblica non era più centrale, ma era anche virtualmente inesistente. Come spieghiamo questo?

Vi sono specialmente due ragioni per questo declino e penuria della predicazione. Primo, vi fu l’ascesa dell’autorità del papa, e, insieme a questo, il declino dell’autorità delle Scritture. Durante il Medioevo fu posta un’enfasi gradualmente sempre maggiore sugli uffici della chiesa. Con questo giunse una moltiplicazione degli uffici: cardinali, vescovi, sacerdoti, monaci, etc. In particolare, l’ufficio del papato giunse a dominare, quando il vescovo di Roma assunse il titolo di successore di Pietro e capo dell’intera chiesa di Cristo. Da quel punto in poi, tutto ciò che ci volle fu soltanto qualche papa dominante, ed il potere del papa fu stabilito fermamente. E questo è ciò che accadde nel Medioevo. Tuttavia questi uomini non erano soddisfatti coll’essere i meri successori di Pietro. Assumendo a se stessi l’ufficio di Cristo, questi papi assunsero la posizione che essi erano i mediatori diretti tra Dio e gli uomini, essi erano la voce di Dio al popolo. Dunque, i pronunciamenti che essi facevano, e le decisioni che prendevano erano l’infallibile, autorevole parola di Dio.

Il risultato fu che l’autorità della chiesa e la sua traduzione erano esaltate al di sopra delle Scritture. Per quanto riguardava la chiesa, le persone non avevano più bisogno della Bibbia né della sua predicazione, avevano soltanto necessità di udire gli insegnamenti dei papi e di conformarsi ad essi. La Bibbia e la sua predicazione erano perfino considerate pericolose per il popolo. A motivo di queste cose, la Bibbia fu virtualmente tolta dalle mani del popolo. E con questo, ovviamente, sparì la predicazione.

Una seconda ragione per cui fu perso il primato della predicazione fu l’enfasi posta sulla messa come il principale mezzo di grazia. Durante il Medioevo era posta grande enfasi sui sacramenti, e, con questo, sull’adorazione formale ed esteriore della chiesa. Il risultato fu che al tempo della Riforma i servizi di adorazione della Chiesa Cattolica Romana erano ripieni di innumerevoli rituali e cerimonie non bibliche. Ma al centro vi era la messa. Questo era il sacramento di Roma corrispondente alla Cena del Signore, a cui furono aggiunte molte cose abominevoli.

Secondo la chiesa Romana nella messa avviene qualcosa di sbalorditivo. Primo, il pane ed il vino sono mutati nel vero e proprio corpo e sangue di Cristo. E, secondo, il sacerdote offre il "corpo" di Cristo in un reale sacrificio espiatorio per i peccati del popolo. Di conseguenza, il popolo fu condotto a credere che erano nutriti con il vero e proprio corpo di Cristo nell’ostia, e che questo era per loro il principale mezzo di grazia. Era loro insegnato che sulla base della continua ripetizione, da parte del sacerdote, della morte di Cristo, essi avevano il perdono dei peccati. La loro salvezza, era loro detto, era legata alla messa.

Non è difficile vedere che con questa idea del sacramento la predicazione di Cristo crocifisso doveva retrocedere. Nella mente della chiesa a quel tempo, non era molto meglio avere Cristo realmente crocifisso di nuovo dinanzi ai proprio occhi che semplicemente udire qualcosa a questo riguardo nella Parola predicata?

Così la messa divenne il cuore del servizio di adorazione, perchè era vista come il principale mezzo di grazia. E la predicazione era rilegata ad un posto basso ed insignificante nell’adorazione, non era più primaria. In verità, non era affatto necessaria!

Per queste due ragione fondamentali, i sacerdoti e gli altri ufficiali della chiesa non avevano veramente bisogno di predicare, nè era loro insegnato a farlo. I sacerdoti non dovevano portare il messaggio del vangelo al popolo. Tutto quello che dovevano fare era dispensare la grazia di Dio attraverso i mezzi che la chiesa stabilì come i veicoli della salvezza. L’attitudine che prevaleva era: Perché usare la Parola quando vi sono così tante altre più facili vie per conferire le benedizioni divine?

Dunque, per la gran parte il clero della Chiesa Cattolica Romana procedeva senza istruzione nell’arte del fare sermoni. I seminari per l’addestramento dei predicatori non si sapeva cosa fossero. Al contrario, agli uomini era insegnato come udire confessioni, leggere le formule della chiesa, e seguire i suoi rituali e cerimonie elaborate. Il risultato fu un ufficio di ministero che era terribilmente ignorante della Parola di Dio, e di conseguenza incapace di consegnare il suo messaggio al popolo. Perfino se un sacerdote voleva predicare, non sapeva come farlo.

La conseguenza più seria fu che il popolo di Dio era privato di una vera conoscenza di Dio attraverso la Sua Parola predicata. Le anime stavano venendo meno, perché erano nutrite di pietre invece che di pane. Vi era una carestia della Parola nella chiesa (Amos 8:11). Ma Dio non l’avrebbe lasciata così ancora per molto.

 

2. La Riforma come Ritorno alla Predicazione

I Riformatori ristorarono la Chiesa nel suo compito principale: predicare.

Essi abbatterono il sistema papale e misero in evidenza gli errori della messa. Essi negarono alla messa il luogo primario nell’adorazione della chiesa. Essi proclamarono con forte voce la triste mancanza di conoscenza tra il clero ed i laici.

Ma cosa doveva essere fatto? Cosa doveva prendere il posto della messa? Come dovevano le persone ricevere la grazia di Dio? Come dovevano essere edificate nella conoscenza della verità?

La risposta unanime era: mediante la predicazione della Parola!

I Riformatori giunsero a questa conclusione sulla base delle Scritture stesse. La Riforma fu un ritorno alla centralità della predicazione perché fu una ristorazione delle Scritture. Man mano che la Bibbia giunse di nuovo nelle mani del popolo nella loro lingua natia, ed essi si davano alla sua lettura, giunsero alla potente convinzione che la Bibbia era la sola autorità infallibile per la fede e la vita della chiesa. Quindi, essi la adottarono come loro spada per portare riforma alla chiesa. Con questa spada, essi tagliarono l’autorità del papa ed esaltarono l’autorità della Parola di Dio, la Bibbia. Con questa spada essi fecero a pezzi la dottrina e pratica Cattolico Romana della messa.

Ma con questo strumento essi stabilirono anche nuovamente la vera dottrina e la pura adorazione di Dio. Nelle Scritture essi riscoprirono le verità dell’assoluta sovranità di Dio nella salvezza, la giustificazione per fede senza le opere, e la verità che Cristo è il Capo della Sua chiesa. E qui essi trovarono di nuovo quella pura, semplice ed umile via di adorare Dio come Egli ha comandato: con la predicazione al centro come il principale mezzo di grazia.

In questo modo i Riformatori divennero convinti dell’indispensabilità della predicazione. Avendo studiato le Scritture stesse, giunsero a vedere che la chiesa poteva fare a meno di tutte quelle cerimonie e servizi elaborati. Ma vi era una cosa della quale non poteva fare a meno, ed era la pura predicazione della Parola. Mentre studiavano le Scritture, notarono che i profeti, Gesù Stesso, e gli apostoli erano tutti stati strumenti per portare la Parola di Dio.

Di conseguenza, riscoprirono la verità che la proclamazione della Parola era la via di salvezza di Dio. Questo è facilmente verificato dagli scritti dei Riformatori. Noi abbiamo familiarità con le 95 tesi di Martin Lutero, che egli inchiodò alla porta della chiesa a Wittenberg il 31 Ottobre 1517. Forse la più notevole di queste tesi è la numero 62 che dice: "Il vero tesoro della chiesa è il santissimo Vangelo della gloria e grazia di Dio."

Poco dopo Durante la sua vita Lutero espanse questo pensiero nel suo "Trattato sulla Libertà Cristiana:"

Una cosa ed una sola è necessaria per la vita, la giustizia, e la libertà Cristiana. Quella sola cosa è la santissima Parola di Dio, il Vangelo di Cristo … Consideriamola quindi cosa certa e stabilita in modo conclusivo che l’anima può fare a meno di tutte le cose eccetto che della Parola di Dio, e che dove questa non c’è, non vi è aiuto per l’anima in alcun’altra cosa. Ma se essa ha la Parola, è ricca e non manca di niente, poiché questa Parola è la Parola della vita, di verità, di luce, di pace, di giustizia, di salvezza, di gioia, di libertà, di sapienza, di potenza, di grazia, di gloria, e di ogni benedizione al di là della nostra capacità di apprezzamento.

… D’altro canto, non vi è piaga più terribile con cui l’ira di Dio può colpire gli uomini che una carestia dell’udire la Sua Parola, come Egli dice in Amos, proprio come non vi è più grande misericordia di quando Egli manda la Sua Parola, come leggiamo nel Salmo 107.

Nè Cristo fu inviato nel mondo per alcun altro ministero se non quello della Parola, e l’intera agenzia spirituale, gli apostoli, i vescovi, e tutti i sacerdoti, sono stati chiamati ed istituiti soltanto per il ministero della Parola.7

Calvino reiterò questo quando nel predicare su Efesini 4:11-14 disse:

Ora il fatto è che [la chiesa] non può essere edificata, il che vale a dire, non può essere portata a sanezza, o continuare in un buono stato, eccetto che per mezzo della predicazione della Parola. Così allora, se desideriamo seriamente che Dio sia onorato e servito, e che il nostro Signore abbia il suo sedile regale tra noi in modo pacifico, per regnare nel nostro mezzo, se noi siamo il Suo popolo e siamo sotto la Sua protezione, se bramiamo di essere edificati in Lui ed essere uniti a Lui, ed essere fermi in Lui fino alla fine, in breve, se desideriamo la nostra salvezza, dobbiamo imparare ad imparare umilmente a ricevere la dottrina del vangelo e nel prestare orecchio ai pastori che ci sono mandati ...8

Di fatto, può essere detto che la Riforma stessa fu realizzata attraverso la potenza della predicazione. Come iniziò la Riforma? Iniziò con la predicazione. Uomini come Wycliffe, Hus, Savonarola, ed altri prima di Lutero, portarono riforma mediante la predicazione. E come avanzò la Riforma quale quella inarrestabile forza che fu? Mediante la predicazione! Ciò era dovuto al fatto che i Riformatori credevano che la predicazione è la potenza della riforma. Nel sedicesimo secolo era presente l’ala radicale della Riforma che voleva usare la forza fisica e il potere umano per effettuare un cambiamento nella chiesa. Ma i Riformatori disprezzarono questo, e al contrario sostennero che soltanto la predicazione poteva effettuare un cambiamento, poiché è la potenza spirituale di Dio.

Ciò fu concretamente manifestato a Wittenberg, quando Lutero vi ritornò dopo che fu scomunicato alla Dieta di Worms e susseguentemente si nascose al castello di Wartburg. L’elemento radicale a Wittenberg stava minacciando di rovinare la vera riforma della chiesa in quel luogo col ridursi al braccio della carne. Ma Lutero venne e predicò otto sermoni in otto giorni scongiurando il popolo di non usare la forza ma di appoggiarsi alla potenza della Parola. Nel suo secondo sermone Lutero affermò chiaramente che la messa Romana era malvagia e che egli desiderava che fosse abolita. Ma poi continuò col dire:

Tuttavia l’amore Cristiano non dovrebbe qui impiegare la durezza, non dovrebbe forzare la situazione. Dovrebbe essere predicato ed insegnato con la lingua e con la penna, che tenere la messa in una tal maniera è peccato, ma nessuno dovrebbe essere trascinato via da essa con la forza. La cosa deve essere lasciata a Dio; la Sua Parola da sola dovrebbe fare l’opera, senza la nostra opera. Perché? Perché non è in mio potere formare i cuori degli uomini come il vasaio modella l’argilla, e fare con essi come mi piace. Io non posso andare oltre le orecchie degli uomini, i loro cuori non posso raggiungerli. E siccome non posso riversare la fede nei loro cuori, non posso né devo forzare alcuno ad avere fede. Questa è l’opera di Dio soltanto, il Quale fa sì che la fede viva nel cuore. Quindi dovremmo dare libero corso alla Parola, e non aggiungere ad essa le nostre opere.9

Un pò dopo nello stesso sermone Lutero diede un esempio di come la sua predicazione era stata la potenza nell’effettuare la Riforma:

Ho opposto le indulgenze e tutti i papisti, ma mai con la forza. Ho semplicemente insegnato, predicato, scritto la Parola di Dio, altrimenti non ho fatto nulla. E poi quando dormivo, o bevevo la birra di Wittenberg con il mio Filippo e con Amsdorf, la Parola ha indebolito il papato così grandemente che mai un principe o imperatore ha inflitto ad esso un tale danno. Io non ho fatto niente, la Parola ha fatto tutto … Perché essa è onnipotente e fa prigionieri i cuori degli uomini, e se i cuori sono catturati l’opera malvagia cadrà da sé.10

Così fu che le fatiche dei Riformatori consistettero principalmente nel proclamare la Parola. Lutero, Calvino, e tutti gli altri Riformatori furono principalmente dei predicatori. E’ vero che erano anche uomini che scrissero e tennero letture. Tutti loro scrissero libri, commentari, catechismi, e lettere. E, ovviamente, in quanto pastori di chiese stabilite, avevano i loro regolari doveri del ministero, ovvero portare la parola privatamente, condurre gli incontri, e così via. Ma tutti queste fatiche erano fondate su ed erano il frutto della loro predicazione. La cosa principale che ci è giunta da loro sono i loro sermoni.

Ciò è perchè essi vedevano come loro compito principale quello di predicare la Parola. Ciò diviene chiaro quando uno considera le loro fatiche nei loro rispettivi luoghi. Iniziando nel 1510, Lutero predicò a Wittenberg, e qui continuò a farlo fino alla sua morte nel 1546. Per 36 anni, allora, Lutero espose la Bibbia a Wittenberg, prima nella piccola cappella, e poi nella grande chiesa cittadina. Egli predicava spesso, almeno due volte ogni Domenica, e di solito tre volte alla settimana, al mattino. Ed il suo metodo era di predicare sistematicamente attraverso tutta la Bibbia.

La centralità della predicazione è specialmente evidente nel ministero di Calvino a Ginevra. Quando egli vi giunse per la prima volta nel 1536 immediatamente si diede al compito della predicazione. Ma fu quando vi ritornò nel 1541 che il lavoro di predicare la Parola divenne dominante nella sua vita e nella città di Ginevra. Non soltanto Calvino stesso lavorò in Ginevra per 23 anni principalmente come un pastore predicatore, ma stabilì anche la predicazione della Parola come centrale alla vita dell’intera città.

Poco dopo essere ritornato nel 1541, Calvino operò col governo della città per adottare una polizia organizzata per le chiese della città. Il risultato furono le "Ordinanze Ecclesiastiche." In queste "Ordinanze" l’opera dei pastori fu delineata. Nelle tre congregazioni la predicazione doveva essere condotta due volte di Domenica ed ogni giorno della settimana! Questi sermoni erano lunghi almeno un’ora e di solito di più.

Inoltre, sia Lutero che Calvino addestrarono uomini a predicare e li mandarono con il vangelo della Riforma. Credendo che il compito principale dell’ufficio di pastore era predicare, essi stabilirono scuole e seminari dove gli uomini potevano essere preparati per quest’opera. Lutero fece questo all’Università di Wittenberg, e Calvino fece lo stesso alla sua Accademia a Ginevra. In queste scuole giovani uomini erano addestrati nelle dottrine della verità e nella conoscenza delle Scritture. E con questa conoscenza essi erano mandati in tutt’Europa, Asia e oltre col messaggio del vangelo.

Così i Riformatori ristorarono la predicazione alle vite del popolo di Dio e al centro del servizio di adorazione. Anche per questa ragione, il popolo di Dio giunse prontamente ad udire la predicazione. Nella predicazione vi era il messaggio di cui le loro anime avevano bisogno e che bramavano. Era un’oasi rinfrescante nell’altrimenti sterile deserto dello scenario ecclesiastico del tempo. Questo Dio usò per nutrire e cibare il Suo popolo ancora una volta. Ancora una volta il popolo di Dio aveva la Parola, e con questa, una vera conoscenza di Dio e delle Sue opere e vie. Questo fu il grande beneficio della Riforma come un ritorno al primato della predicazione.

In connessione a questo, T. H. L. Parker, un biografo significativo e simpatizzante con Calvino, fa questi commenti riguardanti la predicazione che il popolo udiva grazie alla diligenza nel pulpito:

Prima di sorridere a tale attività inusuale del pulpito, il lettore farebbe bene a chiedere a se stesso se preferirebbe ascoltare vedute di seconda mano su una religione di etica sociale, o la maldigesta pietà consegnata in un italiano trascurato, che udrà oggi nella maggioranza delle chiese di qualsiasi denominazione di cui attraversi la soglia, o centoquarantadue sermoni sul Libro del Profeta Isaia nati da un’infinita passione di fede ed una bruciante sincerità, sermoni luminosi di senso teologico, viventi di spirito ed immaginario, che mostrano profondità di compassione e l’inarrestabile gioiosità della speranza. Quelli in Ginevra che ascoltavano Domenica dopo Domenica, giorno dopo giorno, e non si tappavano le orecchie, ma erano "istruiti, ammoniti, esortati, e censurati," ricevevano un addestramento nel Cristianesimo come era stato dato a poche congregazioni in Europa fin dai tempi dei padri.11

Questa è la nostra eredità Protestante. Questo è quello che Dio ha dato alle chiese Riformate attraverso la Riforma.

Ma dove ci troviamo oggi? E’ la convinzione dei Riformatori ancora nostra? Crediamo che la predicazione dovrebbe essere primaria nelle fatiche e nella vita della chiesa di oggi? E’ questo ciò a cui i pastori si stanno dando nei loro ministeri? E’ la predicazione della parola di Dio ciò che cerchiamo ed amiamo ricevere ogni Giorno del Signore per la salvezza delle nostre anime e quelle dei nostri figli?

 

3. Il Significato di Ciò per la Chiesa di Cristo oggi

La chiesa di oggi ha bisogno ancora una volta di ritornare al primato della predicazione. Tristemente, stiamo di nuovo vedendo un serio declino nell’importante luogo della predicazione nella chiesa, solo che ora è nelle chiese evangeliche e Riformate. Ministri del vangelo stanno abbandonando il loro dovere dato loro da Dio di "predicare la Parola" (II Timoteo 4:2). Sono indaffarati con sessioni di counseling, con incontri di chiesa, con attività sociali, e con i loro interessi personali. E cosa è che soffre? Cosa è negletto? L’esposizione della Parola di Dio dinanzi all’assemblea pubblica della chiesa nel Giorno del Signore!

I servizi d’adorazione sono pieni di innovazioni, un bellissimo cantare da parte di cori professionali, danze liturgiche, testimonianze, dialoghi, presentazioni drammatiche, e molte altre forme di intrattenimento. E cosa è che riceve sempre meno tempo ed attenzione? Cosa è che, in importanza, è accantonato nel servizio di adorazione? La predicazione della Parola!

Ma perchè accade questo? Qual è la causa (o cause) di questa quasi perdita della predicazione? E’ forse che molti seminari evangelici e Riformati non stanno più addestrando i loro studenti ad essere principalmente predicatori del vangelo, ma piuttosto consiglieri e liturgisti ed amministratori? E’ forse che le chiese sono piene di pastori infedeli che stanno nutrendo se stessi e non le pecore di Dio? Queste potrebbero essere delle ragioni. Ma sono tutte subordinate ad una ragione più basilare e fondamentale.

Essa è che le chiese Protestanti hanno abbandonato la sola autorità delle Scritture, ed hanno, quindi, perso la loro fiducia nella predicazione di questa Parola. Le chiese Riformate sono state influenzate dalle vedute della critica testuale che hanno devastato questo paese al principio del 20° secolo. Gli uomini hanno negato che la Bibbia è la Parola ispirata ed infallibile di Dio in ogni sua parte. Essi hanno detto che essa è più la parola dell’uomo che quella di Dio. In questo modo hanno minato l’autorità ed il potere della Bibbia è stato svenduto. E le chiese Riformate e Protestanti sono cadute per questa menzogna. Questo è "il grande disastro evangelico" come indica Francis A. Schaeffer nel suo libro dal titolo omonimo. Quindi, le chiese Protestanti hanno perduto la loro fiducia nella predicazione di questa parola. Se la Bibbia è di fatto principalmente la parola dell’uomo, perché predicarla?

Il predicatore inglese D. M. Lloyd Jones indica proprio questo punto nel commentare sul declino della predicazione nel 20° secolo. Egli adduce come fattore principale per il declino della predicazione questo: "… la perdita di fede nell’autorità delle Scritture, ed una diminuzione nella fede nela Verità." E così egli continua:

Mentre gli uomini credevano nelle Scritture come l’autorevole Parola di Dio e parlavano in base a quell’autorità si aveva grande predicazione. Ma una volta che questo è andato, e gli uomini hanno iniziato a speculare, e a teorizzare, l’eloquenza e la grandezza della parola parlato inevitabilmente è declinata e cominciò a calare … Mentre la fede nelle grandi dottrine della Bibbia cominciò a svanire, e i sermoni furono rimpiazzati con discorsi etici ed omelie, e il sollevamento morale e il parlare sociopolitico, non è sorprendente che la predicazione è declinata.12

Qui è dove si trova la chiesa di oggi.

Qual è la risposta a questo? Un ritorno alle Scritture, prima di tutto. E poi, sulla base di quella parola, una convinzione che la predicazione è il metodo di Dio di salvare ed edificare la Sua chiesa. Questo, anche, è quanto Lloyd Jones prescrive:

Così io riassumerei il tutto col dire che è la predicazione soltanto che può conferire la Verità al popolo, e portarlo alla realizzazione del loro bisogno e alla loro soddisfazione per il loro bisogno. Cerimonie e rituali, canto ed intrattenimento, e tutto il vostro interesse negli affari politici e sociali non può fare questo … ciò di cui uomini e donne hanno bisogno è di essere portati ad una ‘conoscenza della verità’ e se questo non è fatto state semplicemente mitigando i sintomi con dei palliativi, e rattoppando il problema in modo temporaneo. In ogni caso non state eseguendo il grande mandato dato alla Chiesa e ai suoi ministri.13

Questo è il modo in cui la chiesa sarà radunata e i suoi santi rimarranno forti. Cos’è ciò di cui hanno bisogno le persone? Cos’è che effettuerà di nuovo la vera riforma nella vita della chiesa in questi giorni di apostasia? E’ la predicazione della santa Parola di Dio. Questa soltanto sarà efficace e benedetta, perché è la via di Dio. A questo lavoro primario Egli ha chiamato e chiama la Sua chiesa ancora oggi. Qualsiasi cosa meno di questo è disubbidire a Dio.

Riceviamo l’avvertimento: allontanarsi da questo metodo ordinato da Dio è oltre alcun dubbio suonare la campana finale per le chiese Riformate e Protestanti! Preghiamo e lavoriamo perchè vi siano fedeli pastori che ci portino la fedeli Parola. E poi con ogni mezzo preserviamo quel pulpito!

In conclusione, odiamo ancora una volta Lutero:

Quindi, deve essere un grave peccato non ascoltare il vangelo, e disprezzare un tale Tesoro e una così ricca festa a cui siamo invitati. Ma è un peccato molto più grande non predicare il vangelo, e permettere che così tante persone che lo ascolterebbero con gioia periscano, perché Cristo ha così strettamente comandato che il vangelo e questo patto sia predicato che Egli non desidera nemmeno che la messa sia celebrata se il vangelo non è predicato.

Per questa ragione, è così tremendo e terribile essere un vescovo, pastore, e predicatore ai giorni nostri, perché nessuno conosce più questo patto, per non menzionare che non sanno che dovrebbero predicarlo, anche se questo è il loro più alto e solo dovere ed obbligo. Essi certamente dovranno rendere conto per le molte anime che periscono a motivo di una così fievole predicazione.14


1A. S. Wood, Captive to the Word [Paternoster Press, 1969], p. 171.

2James Hastings Nichols, Corporate Worship in the Reformed Tradition, p. 29.

3Cit. in G. J. Murray, The Preaching of the English Reformers, pp. 9-10.

4The Babilonian Captivity, Works, vol. 2 [Baker, 1982], p. 280.

5Selected Works of John Calvin, ed. & trad. Henry Beveridge, vol. 1, p. 40.

6Cit. in G. J. Murray, The Preaching of the English Reformers, pp. 70-71.

7Works, vol. 2, p. 314.

8Sermons on Ephesians [Banner of Truth, 1973], p. 374.

9Works, vol. 2, pp. 397-398.

10Ibid. pp. 399-400.

11John Calvin: A Biography [Westminster Press, 1975], p. 92.

12Preaching and Preachers [Zondervan, 1972], p. 13.

13Ibid, p. 40.

14Cit. in A. S. Wood, Captive to the Word [Paternoster Press, 1969], p. 94.

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