Herman Hoeksema
Beato colui che ha il Dio di Giacobbe per suo aiuto, la cui speranza è nell'Eterno, il suo DIO, che ha fatto i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi. (Salmo 146:5-6)
In tutte le sacre Scritture è posta molta enfasi sulla verità che Dio è il creatore del mondo, dei cieli e della terra e di tutta la loro molteplice ricchezza. La Scrittura inizia con la rivelazione di questa verità. Il primo verso della Bibbia fa questa straordinaria affermazione: "Nel principio Dio creò i cieli e la terra" (Genesi 1:1). Ho detto straordinaria perché con questa dichiarazione siamo d’un tratto portati lontano da tutto ciò che l’occhio può vedere o orecchio udire e da tutto ciò che può sorgere nel cuore dell’uomo. Questa affermazione trascende la mera comprensione umana.
Nessuno storico ha la possibilità di prendere il suo punto di partenza da questo "principio." Egli potrebbe andare indietro verso periodi molto antichi; potrebbe portare la sua ricerca storia in un remoto passato; ma non sarà mai in grado di approcciarsi a questo principio – il principio in senso assoluto. Egli non può farlo in quanto è un figlio del tempo, limitato dal tempo in tutte le sue ideazioni. Chiunque immagina o pretende che la sua mente abbia raggiunto questo principio del quale parla il primo verso della Bibbia, dovrebbe essere obbligato col suo stesso pensiero ad estendere la misteriosa linea del tempo prima di questo inizio e smentire la sua stessa affermazione con la domanda: "E cosa c’era prima di questo principio?" Nessuna mente umana ha la possibilità di afferrare un inizio prima del quale non c’è tempo, rispetto al quale è addirittura abuso parlare di un "prima".
Nemmeno può mai la mera filosofia approcciare questo principio. Essa può spiegare o pretendere di spiegare l’origine di tutte le cose dagli elementi dell’acqua o del fuoco o della terra, come fecero gli antichi greci, oppure si può preferire la filosofia moderna e parlare di una nebbia ardente o di un protoplasma o cellula originaria come l’origine del mondo. Anche qui, sarà evidente a tutti coloro che rifiutano di essere ingannati da frasi meramente altisonanti che questa nebbia o questa cellula è così lontana dal principio tanto quanto lo è il mondo che è supposto essersi sviluppato da esso.
La Scrittura non è né storia né filosofia umana. La Scrittura è rivelazione. Nella Scrittura l’eterno ed infinito Dio parla – e non qualche figlio del tempo o un intelletto umano finito. E così la Scrittura, nel primo suo verso stesso, ci porta all’estremità del tempo, il principio, e li ci chiama ad alzare i nostri occhi all’eterno e a dire "Nel principio Dio" (Genesi 1:1). La fede, e assolutamente solo la fede - quella fede che è dimostrazione di cose che non si vedono e certezza di cose che si sperano – risponde, "Per fede intendiamo che l'universo è stato formato per mezzo della parola di Dio, sì, che le cose che si vedono non vennero all'esistenza da cose apparenti." (Ebrei 11:3).
Il primo capitolo della Bibbia continua a parlare dell’ordinata formazione dei cieli e della terra, dell’intero universo. Descrive la meravigliosa opera di Dio di come dalle acque caotiche originarie egli fece sorgere le diverse creature, una dopo l’altra, in una scala ascendente, tutte una diversa dall’altra, legate dalle loro proprie leggi che non possono violare, sebbene tutte intimamente relazionate ed interdipendenti in modo che tutte insieme costituiscano un tutto: la luce ed il firmamento, quello "specchio di metallo fuso" (Giobbe 37:18); il suolo asciutto con le sue alture e valli, i suoi fiumi e laghi e corsi d’acqua, le sue piante e l’erba e gli alberi e i fiori; i luminari celesti, posti nelle loro orbite per governare il giorno e la notte e per dare luce sulla terra; i pesci del mare e i volatili dell’aria; il bestiame e gli animali della foresta e quelli striscianti; e, in ultimo, il vero picco di tutte le cose terrene, fatto ad immagine di Dio, fu l’uomo nel cui cuore convergeva tutta la creazione, al quale tutte le creature erano sottoposte in modo che potessero servirlo e affinché l’uomo potesse servire Dio. Furono formate una sconfinata varietà di creature, ma in un tutto armonico; perché Dio è uno, e tutte le opere delle sue mani sono uno.
Questa enfasi sulla verità che Dio è creatore è costante lungo tutte la sacre Scritture. La chiesa ispirata dallo Spirito di Cristo, la chiesa redenta e tuttavia ancora nel mezzo della morte e che è alla ricerca della sua piena redenzione, ama cantare di Dio suo creatore e creatore di tutte le cose. Egli fondò la terra e la sua ricchezza sopra i mari e la stabilì sopra le acque (Salmo 24:2). "I cieli furono fatti per mezzo della parola dell'Eterno, e tutto il loro esercito mediante il soffio della sua bocca" (Salmo 33:6). Specialmente in tempi di grande tensione, quando la causa del Figlio di Dio e del suo patto nel mondo sembrano esser sconfitti, la chiesa per la sua liberazione fa appello al Dio che fece i cieli e la terra, perché creazione e redenzione sono inseparabilmente connesse. Tu non puoi negare l’una e sostenere l’altra. La filosofia dell’evoluzione non è solo un rifiuto di Dio il creatore, ma è anche mancanza si salvezza. E’ la filosofia della disperazione.
Ma la chiesa alza lo sguardo al suo creatore per redenzione e liberazione. E in tal modo a lui fa ricorso: "Tuo è il giorno, tua è anche la notte; tu hai stabilito la luce e il sole. Tu hai fissato tutti i confini della terra e hai fatto l'estate e l'inverno" (Salmo 74:16-17). Oppure con le parole di questa canto pattale, il Salmo 89, il quale parla delle misericordie senza fine di Davide, "I cieli sono tuoi, anche la terra è tua; tu hai fondato il mondo e tutto ciò che è in esso" (v. 11). "Suo è il mare, perché egli l'ha fatto, e la terra asciutta che le sue mani hanno plasmato." (95:5). Anticamente egli stabilì la fondazione della terra, e i cieli sono opera delle sue mani (102:25).
Perciò, l’aiuto della chiesa viene dal Signore che ha fatto il cielo e la terra. (Salmo 121:2; Salmo 124:8). "Beato colui che ha il Dio di Giacobbe per suo aiuto, la cui speranza è nell'Eterno, il suo DIO, che ha fatto i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, che serba la fedeltà in eterno" (146:5-6). Egli stabilì le montagne e portò le colline; fece la terra e dispose i cieli; "egli disegnava il giro sopra la superficie dell'abisso;…egli fermava il cielo disopra" e "fortificava le fonti dell'abisso…egli poneva il suo termine al mare, Talché le acque non possono trapassare il suo comandamento; Quando egli poneva i fondamenti della terra" (Proverbi 8:25-29).
Il Signore stesso richiama l’attenzione del suo popolo alla grandezza della sua potenza in quanto creatore quando egli chiede, "Chi ha misurato le acque nel cavo della sua mano, preso le dimensioni del cielo con la spanna, raccolto la polvere della terra in una misura o pesato le montagne con la stadera e i colli con la bilancia? Chi ha preso le dimensioni dello Spirito dell'Eterno, o come suo consigliere gli ha dato insegnamenti?" (Isaia 40:12-13).
Il Signore richiama l’attenzione del suo popolo "Levate in alto i vostri occhi e guardate: Chi ha creato queste cose? Colui che fa uscire il loro esercito in numero e le chiama tutte per nome; per la grandezza del suo vigore e la potenza della sua forza, nessuna manca." (v. 26).
Lui, il Santo di Israele che chiamò il suo servo Ciro per liberare il popolo di Dio, è lo stesso che fece la terra e che creò l’uomo su di essa. Le sue mani hanno dispiegato i cieli e comandano a tutto il loro esercito (Isaia 45:1-12). Egli creò tutte le cose da e per Gesù Cristo, il primogenito di ogni creatura e il primogenito dai morti (Colossesi 1:15; Apocalisse 1:5). Egli chiama le cose che non sono come se fossero e risuscita i morti (Romani 4:17). Ed egli è "il Padre del Signor nostro Gesù Cristo, dal quale prende nome ogni famiglia nei cieli e sulla terra" (Efesini 3:14-15). I ventiquattro anziani nella visione apocalittica si prostrano e adorano colui che siede sul trono, offrendogli questa adorazione: "Degno sei, o Signore, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà esistono e sono state create" (Apocalisse 4:11).
Essendo istruita dallo Spirito di Cristo tramite le Scritture, la chiesa testimonia ancora e ha l’alta chiamata di proclamare che "Dio è il creatore." Non può permettersi di cambiare questa testimonianza e di sostituirla con qualcos’altro al suo posto, se vuole essere fedele alla sua chiamata ad esser testimone di Dio nel mondo. La verità che Dio ha creato i cieli e la terra è di primaria importanza, non principalmente perché concerne l’origine del mondo, ma perché essa è basilare per la conoscenza di Dio. La creazione è rivelazione. Quando Dio fece tutte le cose con la Parola della sua bocca e tutto l’esercito del cielo con il suo Spirito, egli rivelò se stesso. Egli ha parlato. Ed egli ha parlato riguardo se stesso. Egli ha parlato a noi. L’infinita Parola di Dio procede dalla sua bocca in una svariata varietà di parole concrete e finite. La Parola eterna è venuta nel mondo. Dio ha chiamato le cose che non sono come se fossero. Egli formò i mondi con la sua Parola, perché "Nel principio era la Parola e la Parola era presso Dio, e la Parola era Dio." (Giovanni 1:1). "Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui (la Parola), e senza di lui nessuna delle cose fatte è stata fatta." (v. 3). Dal nulla, e cioè, solo da e attraverso e per se stesso, Dio fece i cieli e la terra. La creazione fu puramente e assolutamente un atto di Dio. Niente ha determinato Dio. Niente lo ha limitato. Niente lo ha consigliato o aiutato. Egli non ha usato strumenti, perché non ve ne erano. Non c’era forma materiale dalla quale il mondo poteva esser formato; non c’era spazio nel quale il mondo poteva essere stabilito; non c’era tempo nel quale il mondo poteva svilupparsi. "Nel principio Dio." Niente di più può esser aggiunto. Nulla può essere aggiunto. Dio è il creatore!
Perciò, la creazione fu un atto di auto-rivelazione da parte di Dio. Con esso egli si fece conoscere come Dio che è veramente Dio, colui che è infinito in potenza e sapienza, glorioso in tutte le sue perfezioni. Tramite l’atto della creazione, Dio rivelò se stesso come Signore che, sebbene sia anche immanente nel mondo, è trascendente oltre esso e con questo mondo sta in una relazione di libera sovranità, o sovrana libertà. Egli fa tutto ciò che gli piace. Il creatore è il Signore della creazione. Dio rivelò se stesso come l’onnisciente maestro-artefice che conosce la fine dal principio e adegua il principio alla fine, la creazione alla redenzione. Il creatore è anche il redentore, e in quanto redentore egli crea. Dio si fa conoscere come l’Onnipotente che ha tutta il potere. Solo da un atto di questa volontà onnipotente i mondi furono chiamati all’esistenza. Dio è il creatore!
Si, la chiesa deve testimoniare che Dio è il creatore. Deve predicarlo. Deve insegnarlo ai suoi bambini. Essa non può tollerare l’insegnamento di qualcos’altro ai suoi bambini, ai suoi figli e alle sue figlie, nelle scuole e nei college e nelle università. La chiesa non deve scambiare questa testimonianza per il linguaggio della sapienza dell’uomo. Essa non deve parlare di una materia o sostanza eterna dalla quale il mondo è stato fatto. Alcuni filosofi pagani antichi tentarono di spiegare l’origine del mondo tramite con l’azione di un dio buono verso una preesistente materia malvagia. A questa materia malvagia essi riconducono l’attuale peccato e sofferenza del mondo, le quale verranno nella fine sopraffatte dal dio buono. Anche i filosofi moderni parlano di una sostanza eterna, ma la confessione della chiesa che Dio è il creatore non presuppone niente tra Dio e l’origine dell’universo. Essa alza il suo sguardo dal "principio" immediatamente e direttamente al solo eterno Dio. "Nel principio Dio." Dio è il creatore.
La chiesa non deve cambiare la testimonianza che Dio è il creatore nel linguaggio della filosofia il quale dice che egli è la "fonte" di tutte le cose, perché una fonte non crea. Se Dio è la fonte del mondo, la creazione solamente si emana da lui, così come la luce sgorga dal sole. Allora la creazione non ha la sua origine in una volontà intelligente, ma nel necessario svilupparsi dell’essere di Dio. Così Dio stesso si evolve nel mondo. Egli non è distinto dal mondo, non gli è trascendente. In questo caso il mondo è solo una parte di Dio, una forma della sua esistenza. Seguendo la linea argomentativa di questa orgogliosa filosofia, si perde Dio e Cristo, perché secondo queste idee l’uomo non è altro che un emanazione di Dio, parte dello Spirito divino, e la sua redenzione consiste in realtà nel conseguimento di una chiara consapevolezza della sua divinità. Così la presunta grande importanza di Cristo è che in lui la consapevolezza del divino si manifesta in tutta la sua pienezza e chiarezza. In tale filosofia, Gesù è si il Figlio di Dio, ma lo sono anche tutti gli uomini figli di Dio nello stesso senso in cui lo è Cristo. Questa veduta dice che il significato supremo di Cristo è che egli insegnò il valore e l’importanza dell’uomo, e che attraverso l’insegnamento di Cristo tutti gli uomini possono giungere alla grande verità di essere figli di dio. Così la filosofia secondo la quale Dio sarebbe la "fonte" del mondo distrugge le fondamenta stesse della fede Cristiana. Ma la chiesa testimonia che i mondi furono formati dalla Parola di Dio, che tutte le cose furono chiamate all’esistenza dall’onnipotente volontà di Dio. Dio è il Creatore!
Né la chiesa può adottare il linguaggio della filosofia che sostituisce una "causa prima" a Dio il creatore. Gli uomini miscredenti pensano e ragionano secondo il principio di causa ed effetto. Quando una pietra è lanciata in aria e ricade a terra, diciamo che la gravità è la causa della caduta della pietra. Quando le maree salgono e recedono nell’oceano a intervalli regolari, noi spieghiamo che le maree sono l’effetto della gravità della luna sopra il possente abisso. Giorno e notte, caldo e freddo, estate ed inverno, il fulmine lampeggiante e il tuono ruggente, salute e malattia, vita e morte – tutto dovrebbe essere soggetto al principio di causa ed effetto. I filosofi argomentano che anche l’intero universo deve avere una causa, una causa prima o finale, e che la causa prima è Dio. Tuttavia, se la chiesa adotta questa linea di ragionamento, essa perde il suo Dio, perché una causa prima non è sovrana. Essa è soggetta alla legge. Essa deve produrre l’effetto. Non è libera. Essa non tiene consiglio e non determina con intelligenza. La sua opera non è l’espressione di una volontà onnipotente. Non è trascendente sopra il mondo; essa appartiene al mondo. Ma Dio non è la causa prima; egli è il creatore del cielo è della terra e di tutto ciò che contengono, compresi le loro cause e i loro effetti. Solo per il suo volere onnipotente e intelligente, esse furono chiamate all’esistenza. La chiesa deve parlare il linguaggio della rivelazione: Dio è il creatore!
Inoltre la chiesa non deve negare la sua fede e il suo carattere di testimone del Dio vivente assumendo un attitudine apologetica verso la teoria dell’evoluzione. Non infrequentemente essa è stata impressionata dai presunti risultati della scienza, falsamente così chiamati (1 Timoteo 6:20), ed è stata tentata dalla sua filosofia miscredente ad abbandonare alcuni dei più fondamentali principi della sua fede. Noi non abbiamo nulla contro la scienza, ma il dominio proprio della scienza è limitato alle cose che possono essere misurate, analizzate e dimostrate. Quando la scienza si porta oltre questo limite e pretende di spiegare l’origine delle cose, essa sconfina nel dominio della mera filosofia. Nessuna teoria dell’evoluzione può andare oltre le cose che appaiono. Ma per fede la chiesa comprende che "i mondi sono stati formati dalla parola di Dio," così che le cose che si vedono non sono state fatte da cose apparenti. Questa fede non può compromettersi e non ha bisogno di giustificarsi con alcuna teoria dell’evoluzione. La fede vive per rivelazione. Vivendo per rivelazione, la chiesa testimonia del Dio vivente e proclama, "Dio è il creatore!"
Il fatto che è fondamentale per la chiesa di Cristo sostenere nel mondo la verità che Dio è creatore - una questione di vita o di morte per lei – può essere considerato sufficientemente evidente dall’enfasi che le Scritture pongono sull’elemento della rivelazione. E’ evidente anche dallo stretto rapporto esistente nella Scrittura tra creazione e redenzione. La confessione che Dio è il creatore enfatizza che tutte le cose furono chiamare all’esistenza grazie a una perfetta, infinita, infallibile sapienza. Ciò implica che nel principio tutte le cose furono adattate per il fine: esse furono fatte per servire il proposito dell’eterno beneplacito di Dio. Anche quando un costruttore umano pone un fondamento, esso adatta la sua costituzione alla struttura che deve essere elevata sopra di esso. Quanto più questo deve essere vero dell’opera di infinita sapienza. Quando nel principio Dio creò i cieli e la terra, egli pose le fondamenta della sua casa. La casa non sarà completata fino a quando il tabernacolo di Dio non sarà con gli uomini nei nuovi cieli e nella nuova terra, quando tutte le cose saranno unificate in Cristo Gesù, il Signore (Apocalisse 21:3). Per quel fine, fu adattato il principio.
Dio il creatore è anche il Dio e Padre del Signore Gesù Cristo, non solo in quanto eterno Figlio, ma anche come Cristo incarnato, il Signore, che Dio designò per essere il capo sopra tutte le cose nel mondo a venire. Peraltro, come Padre del Signore Gesù Cristo, Dio è creatore dei cieli e della terra; perché il Cristo, nel quale il suo popolo ha redenzione tramite il suo sangue, e il perdono dei peccati, è l’immagine dell’Iddio invisibile, il primogenito di ogni creatura e il primogenito dai morti. Da lui e per lui furono create tutte le cose in cielo e in terra, visibili ed invisibili.
Cristo è prima di tutte le cose, e per lui tutte le cose consistono (Colossesi 1:14-17). Cristo non è un aggiunta di Dio, e la redenzione non è un lavoro di riparazione. Al contrario, glorificare se stesso in Cristo e nella chiesa e perfezionare tutte le cose nel più alto e divino livello della nuova creazione era il proposito originario del creatore. Quando Dio creò il primo mondo, egli aveva in mente quel mondo ultimo. Quando egli piantò il primo paradiso, egli lo fece con uno sguardo all’ultimo ed eterno paradiso di Dio. Il primo uomo Adamo fu fatto ad immagine dell’ultimo uomo Cristo. Il creatore è anche il redentore, ed egli fece tutte le cose con uno sguardo alla redenzione. Allora, che la chiesa di Dio nel mondo comprenda e sia fedele alla sua chiamata, e siccome spera per la sua finale redenzione, che proclami, "Dio è il creatore!"
La verità che Dio è il creatore è la garanzia che egli di certo realizzerà il suo proposito, costruirà la sua casa e finirà la sua opera di redenzione. Egli farà questo nonostante tutti i poteri delle tenebre e nonostante l’opposizione, così che tutte le cose lo servano nell’adempimento del suo proposito. Il creatore è il Signore degli eserciti, e il suo atto di creazione lo rivela alla sua chiesa come l’Onnipotente. Correttamente e opportunamente, la chiesa ha sempre percepito la connessione tra la confessione che Dio è il creatore e la verità che egli è onnipotente. Di questo ne fece lo stesso primo articolo della confessione della sua fede: "Io credo in Dio Padre, Onnipotente, creatore del cielo e della terra" (Credo Apostolico). L’onnipotenza di Dio non significa solo che egli è molto potente o che egli è supremo in potenza e perciò più potente di qualsiasi creatura e più di tutte le creature dell’universo insieme; ciò che la sua onnipotenza significa è che egli è tutto il potere – non solo il potere che lui ha in se stesso, ma anche tutto il potere che c’è o che ci può essere nell’ampia creazione. Non c’è alcun potere oltre o al di fuori il potere di Dio.
Dio chiamò il mondo all’esistenza grazie alla sua Parola onnipotente, e grazie alla stessa Parola onnipotente esso continua ad esistere. Anche tutti i poteri della morte e dell’inferno possono operare solo grazie alla volontà onnipotente di Dio. Essi sono perfettamente nel suo controllo. Egli dirige tutti i poteri dell’universo così che essi possano servirlo nel suo proposito di redenzione. Il Dio e Padre del nostro Signore Gesù Cristo è il creatore onnipotente. Egli sostiene tutte le creature nel palmo della sua mano, ed esse devono servire il suo proposito. Tale proposito sarà certamente raggiunto.
La rivelazione di genesi 1:1 - "Nel principio Dio creò i cieli e la terra" – è verità assoluta proveniente da colui che siede sul trono, il Signore onnipotente. Essa dice che dal principio tutte le cose procederanno sicuramente in accordo all’infallibile piano di colui attraverso il quale e nel quale sono tutte le cose. A lui sia la gloria per sempre.
("Dio è il Creatore," il secondo capitolo tratto da Knowing God and Man [Reformed Free Publishing Association, 2006, pp. 13-22]. Traduzione italiana: Marco Barone.)