Herman Hoeksema
(Capitolo 59 di: Herman Hoeksema, Righteous by Faith Alone: A Devotional Commentary on Romans [Giusti per Sola Fede, un Commentario Devozionale a Romani], ed. da David J. Engelsma, Reformed Free Publishing Association, MI, USA, 2002; traduzione italiana: Francesco De Lucia)
Perché la Scrittura dice a Faraone: "Proprio per questo ti ho suscitato, così che possa mostrare la mia potenza in te, e che il mio nome sia proclamato attraverso tutta la terra."
Quindi egli ha misericordia di chi vuole avere misericordia, e indurisce chi vuole.
Questo passaggio è la seconda parte della risposta alla domanda [al verso 14]: "Cosa diremo dunque? Vi è ingiustizia presso Dio?" Se le cose stanno come l’apostolo ha scritto nel contesto precedente, di modo che la salvezza non è da colui che vuole, né da colui che corre, ma da Dio che mostra misericordia, e quindi Dio ama uno ed odia l’altro, forse diremo, quindi, che vi è ingiustizia presso Dio?
A questa domanda l’apostolo ha risposto: "Così non sia." Per implicazione, la risposta è che noi non diremo niente. Di certo non chiameremo Dio in giudizio per determinare se vi è ingiustizia presso di Lui. Anzi, volgeremo la domanda a Dio Stesso, cioè ci rivolgeremo alla Scrittura e lasceremo dire a Lui Stesso se ha il sovrano diritto di avere misericordia di chi vuole. Dunque, l’apostolo si volge ad Esodo 33:19, dove Dio Stesso dichiara che Lui ha il sovrano diritto di avere misericordia di chi Egli vuole. Dio disse a Mosè: "Io mostrerò misericordia a chi mostrerò misericordia, ed avrò compassione di chi avrò compassione."
Ma questa è solo metà della domanda, la parte concernente l’amore di Dio e la salvezza di uomini e donne elette. Ora l’altra metà della stessa domanda viene alla luce. Vi è ingiustizia presso Dio quando Egli odia alcuni e quando Egli non salva alcuni? Vi è ingiustizia presso Dio quando Egli prepara alcuni come vasi d’ira adatti alla distruzione? A questa seconda metà della domanda abbiamo la risposta nel testo. Ancora una volta l’apostolo si volge alla Scrittura, lì dove Dio disse a Faraone: "Proprio per questo stesso proposito ti ho suscitato, così che io possa mostrare la mia potenza in te, e che il mio nome sia proclamato attraverso tutta la terra" [Esodo 9:16]. Nel testo l’apostolo identifica la Scrittura con la Parola di Dio stessa: la Scrittura disse a Faraone, cioè, Dio disse a Faraone: "per questo stesso proposito ti ho suscitato." Di qui l’apostolo trae la conclusione che si applica ad entrambi i lati della domanda, e cioè quello dell’amore di Dio e quello dell’odio di Dio: "Quindi egli ha misericordia di chi vuole avere misericordia, e indurisce chi vuole."
E’ duro per alcune persone credere specialmente l’ultima metà di questa affermazione, perché l’uomo, essendo peccatore, è sempre inclinato a dire la cosa sbagliata riguardo a Dio. Se gli è duro credere la dottrina della sovrana elezione, gli è molto più duro credere la dottrina della sovrana riprovazione. Quindi, ci conviene umiliarci, altrimenti non riceveremo questa Parola di Dio.
Per cosa Dio suscitò Faraone? E fino a che punto questo suscitare si applica a Faraone? Dio suscitò Faraone soltanto da un punto di vista naturale? Il significato è soltanto che Dio lo suscitò come uomo, così che Dio gli diede la sua potenza, i suoi talenti, la sua posizione, ed il suo onore, che Dio lo suscitò come re in modo da dargli il suo trono, il suo regno, il suo dominio? O Dio vuole dire anche che suscitò Faraone nella sua malvagità?
Di solito la risposta data a questa domanda è che qui si deve intendere solo la prima parte. La frase "per questo proposito ti ho suscitato" viene interpretata così: Dio diede a Faraone solo la sua posizione, il suo onore, la sua grandezza, la sua potenza, i suoi talenti, ed il suo regno. Ma di sicuro, dicono questi interpreti, non significa che Dio lo ha suscitato nella sua malvagità, in modo che Faraone fu posto nella sua malvagità, nella sua ribellione contro Dio, da Dio.
Tuttavia non vi può essere dubbio che tutto questo è incluso. Ciò è vero non soltanto per quanto riguarda Faraone, ma anche per quanto riguarda tutti i malvagi. Faraone è menzionato come un tipo di tutti i malvagi. Da un punto di vista naturale, Dio dà ad ogni persona la sua posizione, i suoi talenti, posizione, e potenza. Ma questa non è tutta la verità. Di certo questo non è il significato nel testo. In primo luogo, il contesto rende ciò chiaro. Di cosa sta parlando l’apostolo in Romani 9? Egli sta parlando di elezione e riprovazione. L’apostolo cita la Parola da Esodo 9[:16] in Romani 9:17 ed in connessione alla spiegazione che egli dà al verso 18: "Dunque egli ha misericordia di chi vuole, ed indurisce chi vuole." Questa è una doppia conclusione tratta da un doppio esempio. Il significato è necessariamente che Faraone fu indurito per questo proposito.
In secondo luogo, questo è anche il significato in Esodo. Ripetutamente leggiamo che Dio indurì il cuore di Faraone. So che ciò di solito viene interpretato così: Dio indurì il cuore di Faraone dopo che Faraone si era ribellato ed ebbe rifiutato di ubbidire alla Parola del Signore. Ma questa è un’audace interpretazione, perché già al Monte Horeb, molto prima che Mose giungesse da Faraone, Dio gli aveva detto: "Io gli indurirò il cuore" [Esodo 4:21]. Anche in Esodo 9 questo indurimento del cuore di Faraone è attribuito a Dio.
Dio indurisce il cuore di tutti i malvagi. Dobbiamo sapere questo. Il malvagio deve sapere questo, anche. Se noi camminiamo in vie di malvagità, non dobbiamo immaginare che stiamo agendo come ci pare e piace. Non è salutare dire al malvagio che l’uomo può fare come gli pare e piace. Perché in questo modo egli non tremerà davanti a Dio. Il peccatore non tremerà davanti ad un Dio col quale può fare come gli piace. Ma tremerà davanti ad un Dio che lo tiene nella Sua potenza e che lo ha predestinato a fare proprio le cose che fa.
Inoltre, il testo dice che questo era il proposito di Dio: "Per questo stesso proposito ti ho suscitato." Il testo non dice che Dio suscitò Faraone da un punto di vista naturale, in modo da dargli la sua posizione, onore e grandezza. No, il testo dice, nel greco originale: "proprio per questa cosa io ti ho suscitato." Questa cosa era che Faraone si dovesse ribellare contro Dio. Questo è il proposito. Dio dice a Faraone: "Tu non devi immaginare, quando ti ribelli contro di Me, che fai qualcosa di contrario al Mio consiglio. Per questo stesso proposito io ti ho suscitato."
Quindi, il testo non vuole meramente dire che Dio suscitò Faraone da un punto di vista naturale. Ma vuole dire, primo, che Dio predestinò Faraone nel Suo consiglio a fare proprio le cose che fa. Secondo, significa che Dio dice a Faraone: "Il fatto che tu stai lì, Faraone, nella tua malvagia ribellione contro di Me, non è al di fuori della Mia opera, ma è perché io ti do la potenza di stare lì. Tu stai lì solo per la mia forza." Se questo non è il significato, il contesto non ha senso. Quindi, il significato è che Dio predestinò Faraone a fare le cose stesse che fece e che Egli lo pose lì nella sua malvagia ribellione.
E’ specialmente qui che la dottrina della predestinazione è stata designata come una dottrina dura. Fino a quando tu parli dell’elezione sovrana di Dio, l’opposizione non è così forte. Ma quando tu sostieni anche la dottrina della riprovazione sovrana e dici che Dio ha anche sovranamente determinato le opere dei malvagi, le persone dicono che la predestinazione è una dottrina dura. Noi dobbiamo comprendere questo perché dobbiamo avere qualcosa con cui rispondere. La questione non è se difenderemo Dio. La questione non è se giudicheremo che vi è ingiustizia presso Dio quando Egli determina il malvagio nella sua malvagità. Invece, la questione è se Dio dice che Egli ha questo diritto. Quindi l’intero contesto insegna che Dio predestinò Faraone come un vaso d’ira preparato per la distruzione e che in quanto tale Faraone deve compiere la Sua opera.
Non dite che questa è una dottrina dura. Se Dio dice che questa dottrina è verità, dobbiamo umiliarci e credervi.
Vediamo se questa è una dottrina dura, o se l’alternativa è una dottrina dura. Noi dobbiamo scegliere tra le due: o i malvagi compiono la loro malvagità per mezzo della loro propria potenza e nella loro propria forza, o Dio li ha messi lì. Ricordate, Faraone oppressò il popolo di Dio. Egli cercò di distruggere la chiesa. Noi possiamo cercare di guardare ai reprobi meramente come uomini, e quindi la nostra attitudine dovrebbe essere una di umile pietà. Ma essi non appaiono meramente come uomini, ma come malvagi. E quindi la domanda è: stanno lì per forza propria, o Dio li mette lì? Quando Israele ebbe attraversato il Maro Rosso cantò una canzone. Perché? Perché Dio aveva distrutto i loro nemici. E’ una dottrina dura dire che tutti i nostri nemici sono nella mano di Dio? O è una dottrina dura dire che questi nemici stanno lì per loro propria potenza? Io dico, mettiamoli dove Dio li mette: nella mano di Dio.
Dio esegue il Suo consiglio di riprovazione oltre al Suo consiglio di elezione. Quando Dio esegue il Suo consiglio di elezione, egli dice: "avrò misericordia di chi avrò misericordia." In altre parole, Egli dice che renderà oggetto della Sua misericordia chiunque a Lui piaccia rendere tale. E quando Dio rende qualcuno oggetto della Sua misericordia, Egli fa entrare la Sua grazia nel suo cuore. Egli umilia e rompe quel cuore e lo fa volgere a Cristo.
Ma la Scrittura insegna meramente che gli eletti vanno in paradiso perché Dio ha mostrato loro misericordia e che i reprobi non vanno in paradiso perché Dio non ha loro mostrato misericordia? E’ questo l’insegnamento della Scrittura? O la Scrittura procede un passo oltre ed insegna che vi è sempre un’operazione di Dio sulle Sue creature, in questo caso Sue creature morali?
Noi dobbiamo comprendere la questione. Le persone dicono che gli eletti vanno in cielo perché Dio mostra loro misericordia e che i reprobi non vanno in cielo perché Dio non mostra loro misericordia. In altre parole, i reprobi vanno a distruzione da se stessi. Alcuni dicono perfino che nel tempo Dio mostra grazia ai reprobi. Questa è la teoria della grazia comune. Dio mostra grazia ai reprobi, ed essi vanno a distruzione da se stessi.
E’ vero che c’è una operazione di grazia da parte di Dio sugli eletti e che non vi è alcuna operazione di Dio sui reprobi? Il testo dice: "Quindi Egli ha misericordia di chi vuole, ed indurisce chi vuole."
Che cos’è quest’opera di Dio per la quale Egli indurisce il cuore dei malvagi? Dobbiamo notare, primo, che Dio portò la Sua Parola a Faraone. La Parola di Dio a Faraone era che doveva lasciare andare il popolo di Dio. Faraone comprese quella Parola di Dio. Similmente, la Parola di Dio giunge oggi non solo agli eletti ma anche ai reprobi. Questa Parola significa semplicemente: "Ravvedetevi!" La Parola di Dio a Faraone era "Ravvediti!"
Secondo, Dio diede a Faraone la forza di stare lì. Era una buona forza quella che Dio diede a Faraone. Egli gli diede forza di volontà. Dio fortificava Faraone con la Sua buona forza. Altrimenti, Faraone avrebbe potuto avere paura. Avendo paura, egli avrebbe potuto dire, senza ravvedersi: "Lascerò andare il popolo." Siccome non era quello il proposito di Dio, Dio fortificava Faraone. Voi potete guidare una macchina conducendola verso un precipizio. Potete fare due cose. Potete dare più gas (ed è in se stesso buon gas), così che vi affrettiate alla distruzione, o potete frenare e far fermare la macchina. Se ad una locomotiva che sta viaggiando vero un binario interrotto gli date maggior vapore, essa si affretterà verso la distruzione. Dio diede più vapore a Faraone. Gli diede maggior potenza. In quella buona potenza, Faraone disse: "No!"
Questo è cosa Dio fa a tutti i malvagi. In altre parole, Dio realizza la Sua sovrana riprovazione in armonia con la responsabilità umana. Quindi, la conclusione dell’apostolo rimane ferma: Egli ha misericordia di chi ha misericordia, ed indurisce chi vuole.
Perché? Qual è il proposito? Il verso 17 dice: "così che possa mostrare la mia potenza in te." Dio voleva mostrare la Sua potenza in Faraone, cioè, Faraone deve servire il proposito di Dio così che la potenza di Dio possa divenire manifesta.
Cos’è questa potenza? Cosa vuole dire Dio quando dice a Faraone: "così che possa mostrare in te la mia potenza"? Vuole meramente dire: "così che io possa mostrare che sono più di forte di quanto lo sia tu"? Ciò non mostra la potenza di Dio. Dio contro il piccolo Faraone? Ciò non rivela la potenza divina. La potenza divina non è una potenza più forte. Dio non mostra che Egli è più forte. Dio non deve combattere. Un dio che deve combattere non è Dio. Se questa è la nostra concezione, abbiamo una concezione piccola ed errata di Dio. Dio non vuole mostrare che Egli è più forte. Potrebbe esservi qualche uomo che vuole fare questo. Potrebbe esservi qualche altro re che poteva mostrare a Faraone che era più forte di lui.
Quando Dio dice: "Io mostrerò la mia potenza in te," Egli vuole dire che Egli mostrerà la Sua potenza divina. E la potenza divina di Dio è che Egli è Dio, che Egli soltanto è Dio, che non vi è potenza al di fuori di Lui, e che Egli compie tutto il Suo beneplacito. "Io ti ho suscitato, Faraone, e ti mostrerò che io sono Dio, che soltanto io sono Dio, e che tu e tutti i malvagi servite soltanto me." Questa è l’idea. Questo è il proposito di Dio.
Dunque, il proposito è che il nome di Dio possa essere dichiarato per tutta la terra. Questo è il proposito di Dio riguardo a tutte le potenze della malvagità. I malvagi non possono dire: "Anche noi abbiamo potere." Ciò fu promesso in paradiso: "Sarete come Dio" [Genesi 3:5]. Quella voce deve essere messa a tacere. Il nome di Dio deve essere dichiarato per tutta la terra.
I giusti devono dichiarare questo nome di Dio in un doppio modo.
Da un lato, essi devono dire al malvagio, quando si arrabbia contro Dio: "Voglio che comprendi che per questo proposito Dio ti ha suscitato." Questa è la chiamata pratica della chiesa. Ricordate, questo non fu detto a Faraone dopo la sua distruzione. Ciò gli fu detto mentre si trovava fermo nella sua ribellione. Mosè dovette dire a Faraone, mentre Faraone stava lì in ribellione contro Dio: "Per questo proposito Dio ti ha suscitato." La chiesa non deve mai dire nient’altro alle potenze della malvagità. E’ una vergogna per il nome di Dio che le chiese dicono al malvagio: "O, quanto vorrebbe Dio che tu andassi a Lui! Per favore vieni?" La vera chiesa deve dire al malvagio, mentre si scaglia contro Dio e la Sua chiesa: "Per questo proposito Dio ti ha suscitato." Verrà il tempo in cui i malvagi faranno alla chiesa quello che Faraone fece ad Israele. Cosa diremo allora? Dobbiamo dire: "Per questo proposito Dio vi ha suscitato." Dunque, per fede, avremo la vittoria.
D’altro canto, il popolo di Dio stesso deve sempre confessare: "Tu sei stato misericordioso con noi, ciò è il motivo per cui siamo salvati." Questo è il motivo per cui questa dottrina non è contraria al "Chiunque vuole, venga." Certo, è una dottrina dura, ma per chi? Per il malvagio che non si ravvede. Ma non è dura per chi si ravvede. Tuttavia, quando ci ravvediamo, non dobbiamo dire: "E’ proceduto da me." Piuttosto dobbiamo dire: "E’ da Dio che mostra misericordia. A Lui sia la gloria e la lode per sempre." Ed allora il Suo nome verrà dichiarato per tutta la terra.
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