Ron Hanko
Quando il Credo degli Apostoli fa riferimento alla "santa cattolica chiesa," non si sta riferendo al Cattolicesimo Romano. Roma reclama di essere la santa cattolica chiesa, ma, nei fatti, non è né santa, né cattolica, né la chiesa di Gesù Cristo, ma è la falsa chiesa.
La parola cattolica significa "universale" ed è una descrizione propria della vera chiesa di Cristo. Non dovremmo abbandonare questa parola al Romanesimo.
Che la chiesa è universale è chiaro da molti passaggi della Scrittura. Apocalisse descrive la chiesa cattolica nel capitolo 7 verso 9. Lì leggiamo di una moltitudine che nessuno poteva numerare, da tutte le nazioni, tribù, popoli, e lingue, in piedi davanti al trono di Dio.
La cattolicità della chiesa significa non soltanto che persone da ogni nazione sono radunate nella chiesa mediante la potenza della grazia sovrana di Dio, ma anche che Dio raduna la Sua chiesa attraverso ogni epoca. La sua cattolicità, quindi, ci assicura che noi saremo con Abraamo, Isacco, e Giacobbe nel regno celeste di Dio (Matteo 8:11). Permette ai credenti che ora sono viventi di essere chiamati in Apocalisse 9:11 i conservi e fratelli dei martiri.
Infine, la cattolicità della chiesa significa che ogni tipo di persona appartiene alla chiesa. Ricchi e poveri, grandi e piccoli, giovani ed anziani, padroni e servi, maschi e femmine. La chiesa ha spazio per essi tutti.
Questo è quanto la Parola ha in mente in I Timoteo 2 quando ci comanda di pregare per tutti gli uomini (vv. 1-2). La parola tutti non significa "tutti senza eccezione." Sarebbe impossibile pregare per tutti in quel senso, in ogni caso. Invece, la parola si riferisce a "tutti i tipi [di uomini]" come il riferimento ai governatori mostra. Noi dobbiamo pregare per tutti i tipi di uomini, perché Dio vuole salvare uomini di ogni tipo, e Cristo è morto per uomini di ogni tipo (vv. 4-6).
Giacomo ha in mente questo stesso aspetto della cattolicità della chiesa quando incolpa i Cristiani di mostrare favore ai ricchi e di disprezzare i poveri (2:1-9). Noi agiamo similmente quando disprezziamo altri Cristiani a motivo della loro condizione esteriore.
Propriamente interpretato, Galati 3:28 parla della cattolicità in questo stesso senso. Esso dice: "Non vi è né Giudeo né Greco, non vi è né schiavo né libero, non vi è né maschio né femmina, perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù." Questo verso non sta negando il fatto che l’uomo è il capo della donna o le differenze di doni dati ai Cristiani. Invece sta dicendo che tutti, uomini e donne, Giudei e Gentili, schiavi e liberi, sono uguali in quanto Cristiani in virtù del fatto che essi sono tutti in Cristo Gesù. Essi sono tutti figli spirituali di Abraamo.
L’idea che una lingua è migliore di un’altra per esprimere la fede Cristiana, o che popoli di alcune razze non possono essere buoni Cristiani, nega la cattolicità della chiesa. Così, anche, la nozione che un paese o popolo rappresenterebbero in qualche senso speciale il regno di Dio, come il dispensazionalismo e l’Israelitismo britannico insegnano.
Che non vi sia, quindi, alcun pregiudizio o bigottismo nella chiesa di Cristo e nessun rigetto di altri a motivo del colore della loro pelle, lingua, nazionalità, o costumi. Queste cose non fanno alcuna differenza.
Credendo nella cattolicità della chiesa, noi confessiamo che "lo stesso Signore … è ricco verso tutti quelli che lo invocano" (Romani 10:12-13).
("The Catholicity of the Church," un capitolo tradotto da: Doctrine According to Godliness [Grandville, Michigan, USA: Reformed Free Publishing Association, 2004], pp. 233-234)