Rev. Angus Stewart
Che dire del sigillo dello Spirito in Efesini 1:13? Tutte le idee summenzionate sono vere in questo caso. Coloro che sono sigillati sono gli autentici o genuini figli di Dio che portano il nome di Dio come profeti, sacerdoti e re. Lo Spirito ci testimonia che siamo di Cristo. Noi siamo sigillati quali coloro eternamente sicuri per la grazia onnipotente di Dio.
Alla base di tutto questo e, cosa ancora più basilare del nostro sigillo con lo Spirito, è l’idea della proprietà e dell’appartenenza. Lo Spirito ci ha sigillati perché Dio ci possiede e noi apparteniamo a Lui attraverso la redenzione di Cristo. Con quel sigillo stampato su noi, noi abbiamo il marchio ufficiale degli autentici Cristiani, siamo i rappresentanti di Dio, abbiamo la testimonianza dello Spirito Santo nei nostri cuori, e siamo al sicuro, perché siamo posseduti dal Dio Triuno.
Tu, credente, sei stato marchiato con il sigillo di Dio! La scritta di questo sigillo dice, in effetti: "Tu appartieni a Me!" Anche se i termini correlati al sigillo potrebbero essere nuovi per te, l’idea non dovrebbe esserlo. E’ l’insegnamento del primo Giorno del Signore del Catechismo di Heidelberg. Io non appartengo a me stesso ma al mio fedele salvatore, Gesù Cristo, Che mi ha redento col Suo prezioso sangue. Questo, noi confessiamo, è il nostro "solo conforto in vita e morte."
In che modo questo sigillo è correlato allo Spirito Santo? Dio ci sigilla con lo Spirito, e lo Spirito Stesso ci sigilla perché lo Spirito Santo è Egli Stesso il sigillo di Dio in noi. Lo Spirito Santo, Che è in ogni credente personalmente, testimonia a noi: "Tu appartieni al Dio Triuno! Egli ti possiede corpo ed anima. Tu apparterrai sempre a Lui in Gesù Cristo." Questo, in termini teologici, è la certezza, la certezza della nostra salvezza.
Ma perchè lo Spirito Santo, e non il Padre o il Figlio, ci sigilla ed assicura della nostra salvezza? Perché all’interno della Santa Trinità lo Spirito Santo è il vincolo che unisce il Padre ed il Figlio in un vincolo di amore e comunione, un vincolo personale, divino. Dunque nell’opera della salvezza lo Spirito è il vincolo che ci unisce al Dio Triuno in Gesù Cristo, consacrandoci e dedicandoci a Lui ed unendoci a Lui. Lo Spirito Che ci unisce al Dio vivente è lo Stesso Che ci testimonia di questa unione. Che testimone che Egli è! Un sigillo vivente, personale, divino che testimonia nelle nostre coscienze che noi siamo di Cristo per sempre! Questa è certezza, certezza della nostra salvezza!
Questo sigillo dello Spirito Santo deve essere compreso nel suo contesto, la sola lunga frase che è Efesini 1:3-14, una gloriosa dossologia o benedizione di Dio per tutte le benedizioni spirituali (i.e., le benedizioni dello Spirito Santo) che noi abbiamo in Cristo Gesù, secondo l’eterna, incondizionata elezione di Dio (3-4).
Lo Spirito ci testimonia che noi siamo
stati eletti e predestinati da Dio e così noi appartenevamo a Dio prima
della fondazione del mondo (4-5). Lo Spirito di adozione testimonia ad
ogni credente: "Tu sei figlio [o figlia] di Dio." Quali coloro redenti
dal sangue di Cristo, lo Spirito ci assicura che noi siamo posseduti da
Dio e che tutti i nostri peccati sono stati rimessi (7). Lo Spirito ci
testimonia che siamo inclusi nel grande piano di Dio di unire tutte le
cose in cielo e terra in Gesù Cristo (10-11) e che noi siamo dedicati
alla lode della gloria della Sua grazia (6, 12, 14). Questo è quanto lo
Spirito Santo, quale sigillo di Dio in noi, testimonia a noi, e di cui
rende certo ogni uomo, donna e bambino credente mediante
Ricorda che il tema di Efesini è "
Prof. Herman Hanko
Domanda: "E’ il Salomone della Scrittura tra i redenti?"
Questa domanda è una di quelle che
suscita una certa ansia, ed è stata posta da migliaia di persone. Il
problema sorge dal fatto che
II Cronache, che descrive le opera ed il glorioso regno di Salomone, non fa riferimento ai suoi peccati. Ma ciò che colpisce di entrambe le narrative, e specialmente di quella in I Re 11, è che non è fatta menzione del ravvedimento di Salomone, nemmeno quando Dio gli disse che a motivo del suo peccato una larga parte del suo regno sarebbe stata presa dalla linea di Davide (11-13).
Le Scritture sono chiare sul fatto che
nessun impenitente andrà in cielo. La via per la gloria per noi
peccatori è la via del ravvedimento. Questo è vero nella nuova
dispensazione; era egualmente vero nell’antica. Uno penserebbe che se
Salomone era salvato dopo tali atroci peccati
Tuttavia, io sono convinto che Salomone
era salvato e che noi vedremo Salomone in gloria. Le basi per questa
asserzione si trovano nella descrizione che
Dio diede a Salomone sapienza oltre
quella che chiunque altro possedeva (I Re 4:29-34). La sapienza è un
dono che Dio dà soltanto al Suo popolo, perché essa è l’abilità
spirituale di applicare i principi permanenti della Parola di Dio al
proprio cammino nella vita. La sapienza di Salomone andò perfino oltre
questo ed includeva una comprensione della creazione di Dio e l’abilità
di creare proverbi e di comporre canzoni (32-33). I suoi proverbi sono
Scrittura ispirata e ci dicono di Cristo, la vera sapienza di Dio (cf.
specialmente Proverbi 8). Una delle sue canzoni, il Cantico dei Cantici,
è anche Parola di Dio e parla della relazione tra Cristo e
Salomone costruì il tempio perchè egli voleva una casa per il Signore suo Dio (I Re 5:5), e lo fece sapendo che egli era il figlio di Davide, colui che il Signore aveva promesso a Davide e che avrebbe costruito il tempio. E’ vero che queste promesse si riferiscono a Cristo, ma esse fanno riferimento, in prima istanza, a Salomone, un tipo di Cristo nella sua sapienza e nello splendore del suo regno (I Re 5:5; II Samuele 7:12-15; Salmo 89:19-37). Io penso che è impossibile che Salomone poteva essere un tipo di Cristo in quanto un figlio di Davide, in quanto uno che costruì il tempio, quale personificazione della sapienza di Dio, e quale il figlio promesso a Davide come parte del patto di Dio con Davide, senza essere tra i redenti.
Ma, infine, io sono convinto che
Salomone era tra i redenti, non vi può essere dubbio a riguardo. Ma in quanto un tipo di Cristo, egli dimostrò di essere soltanto un tipo, una figura imperfetta. Egli non era, dopo tutto, affatto saggio, ma molto stolto. Se la salvezza doveva venire attraverso Salomone, non ci sarebbe stata speranza, perché egli anche aveva bisogno di salvezza. I suoi peccati furono grandi, ma non oltre la potenza redentrice di Colui che fu "più grande di Salomone" (Matteo 12:42). Salomone anche aspettava la venuta di Cristo e la desiderava.
Ed il conforto per noi è che anche noi possiamo sapere che i nostri peccati sono perdonati nella via del ravvedimento, non importa quanto numerosi e quanto grandi.
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