Covenant Protestant Reformed Church
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Luglio 2014 • Volume XV, n. 3

 

Pergamo: una chiesa che abita dove Satana ha il suo trono (3)

Dopo aver considerato negli ultimi due numeri delle News la perversità di Pergamo (Apocalisse 2:13) e delle altre città famose per i loro peccati sia in tempi biblici che moderni, è ora necessario porci una domanda. Qual è, o quale dovrebbe essere la nostra risposta? I cristiani dovrebbero lasciare queste città? I cristiani dovrebbero lasciare le aree metropolitane, o almeno quelle più empie, cioè quelle che mostrano con maggior evidenza di essere posti dove dimora Satana? La chiesa dovrebbe cessare di avere di mira le città come destinazioni di possibili missioni? Le missioni presenti in queste aree urbane dovrebbero essere dismesse?

Alcuni esponenti del cosiddetto “nuovo calvinismo” accusano il “vecchio” calvinismo di aver compiuto e di compiere quanto detto prima. Costoro sostengono che il “vecchio” calvinismo ha abbandonato e continua ad abbandonare le città, che si sta ritirando dalle aree metropolitane e che ha paura delle città.

Per quanto riguarda l’espressione “nuovo calvinismo”, in essa il termine “calvinismo” è un nome inappropriato per questo movimento perché esso è molto fragile sulla dottrina della grazia di Dio. I suoi esponenti e appartenenti sostengono che Dio ami chiunque e che desidera la salvezza di chiunque e che ha mandato Suo Figlio per morire per tutti gli uomini senza eccezione. Tuttavia, ciò è contrario ai Canoni di Dordt (1618-1619), il credo del Calvinismo. Per quanto riguarda la parola “nuovo”, invece, essa è un aggettivo appropriato. Si tratta infatti di un nuovo movimento che cerca di appiccicare al suo presunto calvinismo un carismaticismo accompagnato dal sua tipica adorazione moderna, modaiola e carnale, perdendo allo stesso tempo i credi Riformati. Dall’altro lato, il vero calvinismo, quello che costoro chiamano “vecchio”, è sempre stato centrato sui credi, e ha sempre combattuto la “religiosità volontariamente scelta” (Colossesi 2:23), impegnandosi inoltre a non conformarsi “a questo mondo” ma a essere trasformato “mediante il rinnovamento della [sua] mente” (Romani 12:2).

Nell’occidente odierno, di solito la chiesa è più forte ed è presente nelle periferie che nelle città (anche se non è sempre vero per quanto riguarda il resto del mondo). Per esempio, nel XXI secolo il cristianesimo si è dimostrato più influente nei paesi montuosi e nelle isole della Scozia piuttosto che nelle aree urbane di questo paese. Tuttavia, quando la riforma protestante giunse nel XVI secolo, la fede riformata era più forte nelle città che nelle periferie o nelle zone remote. La spiegazione di ciò è che, per grazia di Dio, le idee bibliche della riforma si diffusero prima nelle aree urbane in quanto nelle periferie le superstizioni cattolico romane erano fortemente radicate. Negli ultimi secoli, le zone montuose e le isole sono state evangelizzate, mentre vedute moderniste ed eterodosse sono nate e hanno preso forza nelle città.

Ora, quale furono le parole di Gesù alla chiesa di Pergamo, dove Satana aveva il suo trovo (Apocalisse 2:13)? Gesù non disse: “Trasferitevi! Lasciate questa zona!” Piuttosto, il Signore Gesù chiamò quella congregazione a essere fedele alla Parola di Dio e ad essere un buon testimone a Pergamo (12-17)!

Qual è la nostra risposta all’accusa del cosiddetto “nuovo calvinismo”? La Covenant Protestant Reformed Church (CPRC) si trova a Ballymena, una delle dieci città più grandi nel Nord Irlanda. La Limerick Reformed Fellowship (LRF), l’opera missionaria delle CPRC, si trova nella terza città più popolosa della Republica d’Irlanda.

Le nostre chiese sorelle in nord America, le Protestant Reformed Churches (PRC), hanno trentuno congregazioni sia in zone urbane che rurali (tra queste ultime ci sono, per esempio, Randolph, in Winsconsin; Doon, in Iowa; Edgerton, in Minesota; Lacombe, in Alberta). La Covenant of Grace (PRC), stabilita nel 2009, si trova a Spokane, una città a est dello stato di Washington. Le PRC hanno quattro chiese nella zona di Chicago e dodici congregazioni nella zona di Gran Rapids. Inoltre, un’opera missionaria è in corso a Pittsburgh.

Le PRC sono impregnate in una fruttuosa opera missionaria nelle Filippine, con una delle chiese ed entrambi le loro missioni stanziate a Manilla, la capitale e la seconda città più grande della nazione. La chiesa sorella delle PRC, la Covenant Evangelical Reformed Church (CERC), si trova nell’isola e città stato di Singapore, con una popolazione di circa 5.3 milioni di abitanti.

La CPRC ha contatti amichevoli con le Evangelical Presbyterian Church (EPC) in Australia. Sull’isola di Tasmania, Winnaleah EPC si trova in una zona rurale e Launceston EPC si trova invece nella seconda città più grande della Tasmania. Le due chiese EPC dell’isola australiana si trovano entrambe in zone urbane: Brisbane e Londonderry, un sobborgo di Sydney.

Alla CPRC (così come ad ogni altra vera chiesa), Cristo dice: “Io conosco … dove tu abiti” e quanto è forte il diavolo nella tua zona (13). L’onnisciente Signore Gesù sa che ci troviamo in Ballymena nel mezzo della contea di Antrim, in Nord Irlanda. Sa che ci sono un gran numero di chiese non cattolico romane nella zona e che l’influenza del cristianesimo in questa zona sta calando, così come sta aumentando la dipartita dalla verità di varie denominazioni e congregazioni. Così come in molti altri luoghi, stanno aumentando gli insidiosi attacchi dell’ideologia del politicamente corretto contro la verità in generale e contro la verità di Gesù Cristo in particolare. Anche in Nord Irlanda, stiamo assistendo alla spaventosa azione dell’Islam contro la libertà di parole, una religione che considera come suo acerrimo nemico la proclamazione cristiana della verità della santa Trinità, dell’eternità del Figlio Gesù Cristo e della Sua espiazione sostitutiva compiuta alla croce per i peccatori eletti. Come nelle altre parti del mondo, ci sono difficoltà nel trovare lavori che non richiedano di lavorare nel giorno del Signore (non mi riferisco a quei lavori che richiedono opere necessarie o di misericordia).

Ma la promessa di Cristo risplende fedele e benedetta: “a chi vince io darò da mangiare della manna nascosta; e gli darò una pietruzza bianca, e sulla pietruzza sta scritto un nuovo nome che nessuno conosce, se non colui che lo riceve”. Ascoltiamolo: “Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese” (17)! Rev. Stewart


La grazia è resistibile?

Un lettore ci scrive: “Vorrei che mi aiutaste ad affrontare le obiezioni arminiane alla dottrina riformata della grazia irresistibile. In un dibattito virtuale che ho avuto con un arminiano, costui ha sostenuto che la grazia preveniente (secondo la dottrina arminiana) è biblica e che si può dedurre da alcuni versi, come per esempio Giovanni 12:47: ‘E se uno ode le mie parole e non crede, io non lo giudico; perché io non sono venuto a giudicare il mondo, ma a salvare il mondo’. Da questo verso, l’arminiano ha concluso dicendo che la grazia non è irresistibile perché altrimenti l’intero mondo sarebbe salvato. Egli sostiene che il testo non da al calvinista alcuna possibilità di dire che la parola ‘mondo’ significhi ‘il mondo degli eletti’. Per esempio, Gesù include gli increduli e i dannati nella parola ‘mondo’. Costui ha anche asserito che Giovanni 12:47 non può parlare della chiamata esterna o interna. Il testo dice infatti che Gesù è venuto per salvare il mondo. Come possiamo comprendere questo verso alla luce della dottrina riformata?”

La risposta a questa domanda chiama in causa il significato della parola “mondo”. È evidente da quanto letto sopra che l’arminiano al quale il nostro lettore si riferisce vuole che la parola “mondo” significhi ogni uomo e donna che siano mai vissuti. Questa è sempre stata la domanda chiave in connessione alla difesa della grazia sovrana di Dio contro coloro che la negano. Già alla fine del XVI secolo e all’inizio del XVII, gli arminiani difendevano la loro dottrina del libero arbitrio appellandosi alla parola “mondo”. Durante la storia della chiesa, questa questione è stata discussa molte volte, così come molte volte i Riformati hanno spiegato la parola così come dovrebbe essere spiegata. Uno potrebbe sperare che gli arminiani che ancora avanzano questa obiezione si siano informati al posto di affrettarsi verso conclusioni ingiustificate o al posto di porre domande alle quali sono già state date delle risposte innumerevoli volte.

Ci sono molte ragioni per cui la parola “mondo” non può significare ogni essere umano senza eccezione. È vero infatti che “un Cristo per tutti è un Cristo di nessuno”.

1. Se la parola “mondo” dovesse significare ogni persona senza eccezione, allora Dio ama tutti gli uomini e le donne che sono esistiti. Se Dio ama tutti coloro che sono esistiti, allora Cristo è morto per tutti loro. Se Cristo è morto per tutti loro, l’amore di Dio è senza potere e la croce perde la sua gloria redentrice. Dio così amerebbe persone che non vengono salvate e Cristo morirebbe per persone che non vengono redente. In questo modo, l’amore di Dio va a vuoto e la croce di Cristo non è potente a salvare.

2. Se l’amore di Dio e la croce di Cristo sono inefficaci, allora Dio non è onnipotente. Egli non può fare quello che vuole fare. Già Agostino, nel V secolo, ci teneva ad insistere sul fatto che quello che Dio vuole fare, lo fa. La chiesa cattolica romana ha negato l’insegnamento di Agostino e ha adottato le idee pelagiane, le quali insegnano che Dio ama ogni uomo e che Cristo è morto per tutti gli uomini. Gli arminiani di oggi hanno la stessa dottrina pelagiana della chiesa cattolica romana? Leggano la storia della chiesa e vedano che la loro dottrina proviene dal cattolicesimo romano.

3. È chiaro che l’arminiano menzionato dal nostro lettore non solo crede che Dio ami tutti, ma anche che ogni uomo, donna e bambino riceve la grazia di Dio. Infatti, costui parla di grazia preveniente. La grazia preveniente è una grazia data a tutti in modo che ognuno possa decidere se volere o meno la salvezza. Alcuni, però, resistono a questa grazia. La verità è invece che questi uomini resistono a un qualcosa che non esiste. Infatti, non tutti gli uomini hanno la grazia, nemmeno la grazia preveniente. Dove si trova nella Bibbia questa nozione delle grazia preveniente? Chiunque insegni questa dottrina deve affrontare questa domanda: la grazia dell’Iddio onnipotente è così vergognosamente debole da non avere potenza salvifica? Nella Scrittura ci viene detto di confidare nella grazia di Dio nel mezzo dei nostri problemi. Dio disse a un Paolo che lottava con la spina nella carne: “La mia grazia ti basta” (2 Corinzi 12:9). Una grazia resistibile è una grazia impotente. Nelle mie afflizioni, non ho alcun bisogno di questa grazia impotente.

4. Insegnare la dottrina arminiana della grazia resistibile significa sostenere che l’uomo possiede il libero arbitrio, cosa che rappresenta un vero e proprio tentativo di negare la dottrina della totale depravazione. Efesini 2:1 è sufficiente per provare che la totale depravazione è una realtà. Il problema non è che la Scrittura insegna la totale depravazione. Il problema è che l’uomo orgoglioso vuole aiutarsi nella sua salvezza. Egli è troppo orgoglioso per considerarsi quello che è veramente: un peccatore morto nei falli e nei peccati. Una persona parzialmente depravata non ha bisogno della croce di Cristo. Paolo, in Efesini 2:1-10, sottolinea questo punto. Se la salvezza è in parte opera nostra, allora possiamo vantarci di quello che abbiamo fatto e che a Dio non appartiene tutta la gloria.

Molti anni fa, quando stavo insegnando catechismo, in classe c’era una ragazza che era uscita dalla chiesa cattolica romana. Sebbene sostenesse ferventemente le verità della fede riformata, aveva ancora problemi con quella della sovranità di Dio nella Sua creazione e nelle opere degli uomini. Abbiamo discusso questo punto molte volte e io avevo esaurito tutte le prove bibliche. Infine, feci un ultimo tentativo per convincerla dicendogli: “Se dovessi scegliere tra un Dio sovrano e un Dio che aspetta te o un’altra persona, quale sceglieresti?” La ragazza si mise seduta con la testa fra le mani per un lasso di tempo silenzioso che mi sembrò interminabile. Alla fine, alzò la testa e con la luce negli occhi, in lacrime e sorridendo, esclamò: “Voglio un Dio sovrano!” Non si è mai allontanata da questa affermazione negli ultimi cinquant’anni.

Questa non è una questione di teologia astratta. Io non ho alcun bisogno di un dio che non è sovrano. Non ho alcun bisogno di un dio che aspetta me prima di agire. In caso contrario, potrei tranquillamente servire Buddha. Io sono un peccatore perso e senza speranza, incapace di fare alcunché se non odiare Dio. Ho bisogno di un Dio che, in virtù della sua potenza divina, sia in grado di conquistarmi e di sopraffare ogni mia resistenza con la sua irresistibile grazia. Questo non mi rende forse un abominevole peccatore che non fa alcunché per la sua salvezza? Proprio così. Ma è meglio gridare “O Dio, sii placato verso me peccatore” e andare a casa giustificati (Luca 18:13-14) piuttosto che stare con il fariseo e vantarsi a voce alta, dicendo: “Signore, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, io infatti ho accettato Cristo e così ho salvato me stesso”. Questo innalzamento non è la via della croce, né la via per il cielo.

Nelle prossime News, tratterò Giovanni 12:47 e Deuteronomio 30:6. Prof. Hanko


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