Robert C. Harbach
Continuando il nostro esame del Dispensazionalismo, richiamiamo di nuovo l’attenzione alle parole di Cristo: "Io edificherò la mia chiesa," e, questa volta, al fatto che esse equivalgono al documento costitutivo della chiesa Cristiana. Il documento costitutivo della chiesa dell’antico patto l’abbiamo nella prima promessa di Genesi 3:15: "Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua discendenza e la sua discendenza; Egli schiaccerà il tuo capo, e tu ferirai il Suo calcagno." Il popolo dell’antico patto era un corpo di credenti, una congregazione (Salmo 22:22), fondato su quella carta. Essi allora erano fondati su Cristo. Vi è soltanto un fondamento, e soltanto un edificio su quel fondamento. In connessione a questo, è altamente raccomandato per i dispensazionalisti che essi scrutino attentamente il commentario di Matthew Henry. Egli era un uomo che aveva una mente rivolta alla Bibbia, che si atteneva piuttosto coerentemente e strettamente alla Sacra Scrittura, certamente molto di più di chi, come questi "teorici delle epoche," reclama di "tagliare rettamente la Parola di verità." Su questo testo egli disse: "Cristo … firmò e pubblicò questo documento costitutivo, divino, col quale quel corpo politico è incorporato … Dio aveva una chiesa nel mondo dal principio, ed essa era costruita sulla roccia della Discendenza promessa, Genesi 3:15. Ma ora, essendo quella Discendenza Promessa giunta, la chiesa doveva avere una nuova carta costitutiva, in quanto Cristiana, e doveva stare in relazione ad un Cristo già venuto. Ora, qui abbiamo questa carta."
Nessuna nuova chiesa fu istituita dal Signore, ma la stessa chiesa con un nuovo documento costitutivo. Questa chiesa si trovava di certo anche nell’antica dispensazione. Anche se negato dai dispensazionalisti, la parola "chiesa" si trova in quell’era. La parola neotestamentaria che Gesù ha usato per "chiesa," ovvero ekklesia, è la parola che il NT stesso usa per tradurre la parola veterotestamentaria qahul, "la congregazione del Signore" (cf. Salmo 22:22 con Ebrei 2:12). Il punto è che una qahul è una chiesa. Quando Gesù fa riferimento all’edificio della Sua chiesa, Egli parla della "sua propria casa, la cui casa siamo noi" (Ebrei 3:6). Questa "casa" di Dio non era qualcosa di interamente nuovo che ha avuto inizio a Pentecoste, perché è la stessa casa di cui Mosè era un membro (cf. Ebrei 3:2-6 con Numeri 12:7) e di cui il salmista era un membro: "Eccetto che il Signore costruisca la casa invano si affaticano i costruttori" (Salmo 127:1). Questa dichiarazione di grazia si applica di certo alla nostra casa della presente dispensazione, come mostrano Proverbi 9:1, Cantico 2:4 e Matteo 10:25. Se il lettore si prenderà il tempo di esaminare attentamente questi testi, vedrà l’effetto devastante che hanno sul dispensazionalismo.
L’idea che la chiesa dei santi del Nuovo Testamento sia qualcosa di interamente nuovo limitato a questa dispensazione Cristiana, e non trovata nell’antica dispensazione, è provata erronea dall’insegnamento di Ebrei 12:22-23. Non è vero che i Giudei dell’Antico Testamento avevano soltanto Mosè e la legge, mentre quelli della nuova dispensazione hanno Cristo e il vangelo, perché l’Israele dell’antico patto aveva Abraamo e le promesse, nelle quali ricevevano Cristo (cf. Giovanni 8:56 con Ebrei 11:13, 26). Il Monte Sion, la città del Dio vivente, è la città che Abraamo cercava (Ebrei 11:10), che fu preparata per tutti i santi dell’Antico Testamento (v. 13), che essi desideravano (v. 16), che anche noi Cristiani della nuova dispensazione cerchiamo (13:14). In contrasto alla "Gerusalemme presente," è la Gerusalemme celeste e la "Gerusalemme di sopra" (cf. il greco di Galati 4:26), che è la madre di noi tutti, cioè di tutti i figli della promessa, inclusi i credenti dell’Antico Testamento, come indica la citazione da Isaia (Galati 4:27). Basta comparare Ebrei 11:10 con 12:22 per imparare che i santi dell’Antico Testamento cercavano la Gerusalemme celeste! L’"assemblea generale" nell’Antico Testamento era chiamata "l’assemblea dei santi" (Salmo 89:7) o l’"assemblea dei giusti" (Salmo 111:1). Nel nuovo Testamento è vista come l’intera Elezione di Grazia, come è evidente dalle parole: "che sono scritti nei cieli" (cf. Isaia 4:3; Daniele 12:1). Ma che sia chiamata Sion, o la città del Dio vivente, o la Gerusalemme celeste, o l’assemblea generale della chiesa dei primogeniti, si tratta sempre di un solo e medesimo corpo visto da differenti punti di vista.
Un testo a cui a volte ci si appella per insegnare che la chiesa ebbe il suo inizio a Pentecoste è I Corinzi 12:13: "perché con uno Spirito siamo stati tutti battezzati in un solo corpo, sia Giudei che Gentili …" Ma ciò non significa che siamo stati battezzati tutti allo stesso tempo, in quanto non si ha in vista un’azione corporativa, perché non furono i Gentili ad essere battezzati con lo Spirito a Pentecoste. Paolo con "tutti … in un solo corpo" intende i membri del corpo di Cristo, lo stesso corpo e membri da Adamo ed Abele in poi, che noi abbiamo visto menzionato in Salmo 35:10; 40:5; 69:5; 81:5; 84:8-9; 139:15-16 e molti altri passaggi. Per "battezzati" (con lo Spirito) Paolo si riferisce chiaramente a nient’altro che essere "rigenerati." E’ la rigenerazione che rende un uomo un membro del corpo di Cristo.
E’ stato argomentato da parte da esponenti dispensazionalisti che Efesini 1:19-23 prova che non vi era chiesa prima di Pentecoste. Dio diede Cristo come "Capo sopra tutte le cose alla chiesa che è il Suo corpo" dopo l’ascensione, si fa notare. Non è un modo di ragionare corretto questo. Si potrebbe a questo punto argomentare che nessun peccato è stato rimesso fino a che Cristo non ha compiuto l’espiazione sulla croce, o che nessuno è stato rigenerato fino a dopo che Cristo fu reso uno "Spirito vivificante" alla Sua risurrezione. Sarebbe un argomento valido come quello che Cristo non potrà intercedere per il Suo popolo fino a che si assise alla destra di Dio. Ma questo è confutato da Zaccaria 1:12-13 (3:1-2)! Cristo era Mediatore "stabilito (unto) dall’eternità, dal principio, prima che la terra fosse" (Proverbi 8:23). Noi dobbiamo essere in grado di concepire Cristo come il Capo preincarnato del Suo popolo dal principio, perché "l’Agnello [è stato] ucciso fin dalla fondazione del mondo," come anche di vederlo nella storia dopo la Sua nascita, morte, risurrezione ed ascensione, altrimenti non possiamo "tagliare rettamente la Parola di verità" a tantomeno "tirare una linea dritta attraverso la verità."
Nel Libro di Daniele è rivelato che "i santi dell’Altissimo prenderanno il regno e possiederanno il regno per sempre, nei secoli dei secoli" (7:28). Questo regno non è altro che il "regno eterno del nostro Signore e Salvatore Gesù Cristo" (II Pietro 1:11). Nell’edizione del 1909 della Bibbia Scofield, l’editore inserì la seguente nota a margine: "Che questi sono santi della chiesa è chiaro da Atti 16:17, Romani 8:17, II Timoteo 2:10-12, I Pietro 2:9, Apocalisse 1:6, etc." Ma nell’edizione del 1917 questa nota fu cambiata in questo modo: "Che i santi della chiesa prenderanno parte al governo sembra chiaro da Atti 16:17, etc." (italici aggiunti). Questa nota significa che attraverso l’eternità la chiesa avrà un posto susserviente ad Israele! Ma il significato è che la chiesa non parteciperà meramente al regno, ma lo prenderà e possiederà per sempre. E’ interessante anche l’espressione: "i santi dell’Altissimo," perché può essere anche tradotta "i santi dei luoghi altissimi" che è parallelo ad Efesini 1:3; 2:6. Che Daniele scriveva dei santi del Nuovo Testamento è chiaro da un confronto di Daniele 7:27 con Luca 12:32. Paolo faceva riferimento a ciò che potevano essere solo i santi dell’Antico Testamento quando scrisse che i Gentili sono "concittadini coi santi," che includevano anche gli apostoli del NT e i profeti dell’AT (Efesini 2:19-22).1 Il fatto di essere "insieme edificati" fa riferimento ai santi di tutte le epoche come membri dello stesso corpo, la stessa famiglia. Questa famiglia è la "famiglia della fede" (Galati 6:10). I santi dell’Antico Testamento erano membri di quella famiglia secondo Ebrei 11:39. Ma i dispensazionalisti hanno tagliato erroneamente la famiglia di Dio, non hanno mantenuto "l’unità dello Spirito," ed in effetti hanno reso Dio autore di confusione. L’inseparabile unità dei santi di entrambi i testamenti è vista nella Nuova Gerusalemme che non porta solo i nomi dei dodici apostoli sulle sue fondamenta, ma anche i nomi delle dodici tribù di Israele sulle sue porte (Apocalisse 21:12)!
Il presente scrittore, nei suoi giorni da dispensazionalista, frequentava circoli dove si insisteva fortemente che "Giudeo" significa "Giudeo" e non Cristiano, e che "Israele" significa "Israele" e non Chiesa. Era comunemente sostenuto che Israele era un popolo terreno. A quel tempo non mi è mai capitato di pensare che una tale affermazione dovesse essere giudicata insensata! Certo, essi erano un popolo terreno, cos’altro potevano mai essere? Certo non un popolo lunare, che dimorava su un satellite terrestre, né un popolo marino, che abita Atlantide o Aquitania. Anche i Canaaniti e gli Edomiti erano un popolo terreno. I Cristiani qui giù sono un popolo terreno, perché essi sono ancora al di qua del paradiso, con corpo ed anima. Se i dispensazionalisti spiegano che ciò che si intende è che Israele aveva un’eredità terrena, dobbiamo chiedere: i patriarchi avevano un’eredità terrena? Dovrebbe essere chiaro a questo punto della nostra discussione che Ebrei 11 dimostra il contrario (14-16). Perché contendere che Mosè aveva un’eredità terrena alla luce di Ebrei 11:26? Non si assegni una tale eredità a Davide, perché lui stesso ha reclamato di essere "uno straniero sulla terra" (Salmo 39:12; 119:19). La Scrittura distingue tra uno che è un Giudeo esternamente e un Giudeo "internamente," tra un Israele carnale e l’Israele spirituale. Vi è un Israele all’interno di Israele, l’Israele di Dio. Secondo Romani 2:28-29 tutto il popolo rigenerato di Dio sono i veri Giudei.
Avendo a mente questa distinzione, si presti attenzione alle parole di Asaf: "Veramente Dio è buono verso Israele, a quanti sono di puro cuore" (Salmo 73:1). Qual è il significato di "Israele" in questo luogo? Di certo non la nazione di Israele né i Giudei naturali che vivevano a quel tempo, perché non poteva essere detto che essi, in quanto tali, avevano "puro cuore." "Oh Signore, sii Tu il mio Aiuto, perché gli uomini giusto e pii son pochi, il fedele chi lo può trovare?" (Salmo 12:1). Un "puro cuore" non si trova nell’uomo naturale, che sia Giudeo e Gentile, perché tutti i discendenti di Adamo sono nati con un cuore completamente ingannevole e disperatamente malvagio (Geremia 17:9). Un cuore puro è il prodotto della rigenerazione attraverso l’aspersione (il battesimo) del sangue di Gesù Cristo (Ebrei 10:22), un atto purificante di Dio attraverso la fede (Atti 15:9). Dunque l’Israele menzionato in Salmo 73:1 è l’Israele rigenerato, spirituale. Il testo, ovviamente, esclude l’Israele carnale.
Gesù distinse: "Ecco un vero Israelita, in cui non vi è frode!" (Giovanni 1:47) Per "Israelita Egli intendeva più che un mero discendente naturale di Giacobbe, Egli intendeva un vero Israelita. Quando Egli disse: "Se continuate nella Mia Parola allora voi siete Miei discepoli davvero," (8:31) Egli intendeva discepoli di fatto e non solo di nome. Gesù stava dicendo che Natanaele era un uomo salvato e spirituale, come l’uomo descritto nel Salmo 32:2: "Beato è l’uomo a cui il Signore non imputa l’iniquità, e nel cui spirito non vi è frode," [passaggio ripreso in Romani 4:7 parlando di Giudei e Gentili—N.d.T.].
1N.d.T. In realtà Efesini 2:20, comparato con Efesini 3:4-5, fa chiaramente riferimento ai profeti del Nuovo Testamento. Vedi anche "Apostoli, Profeti ed Evangelisti," e "L’Apostolicità della Chiesa."