Covenant Protestant Reformed Church
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Il Dispensazionalismo: Una Speculazione Senza Prove

Robert C. Harbach

 

Cristo e il Suo Corpo nell’Antico Testamento

La Bibbia del Dispensazionalismo moderno, di cui C. I. Scofield è stato l’editore principale, afferma in una nota ad Efesini 3:6 che "il mistero ‘nascosto in Dio’ era il proposito divino di rendere Giudeo e Greco una cosa del tutto nuova, ‘la chiesa, che è il corpo di Cristo’. La rivelazione di questo mistero, che fu predetta ma non spiegata da Cristo (Matteo 16:18), fu consegnata a Paolo. Nei suoi scritti soltanto noi troviamo la dottrina, la posizione, il cammino, ed il destino della chiesa." Ciò, tuttavia, è così lontano dalla verità, come abbiamo fermamente dimostrato e come continueremo a fare, che uno si chiede se i dispensazionalisti leggano mai attentamente la Parola di Dio. Che il corpo di Cristo non deve essere trovato affatto nell’Antico Testamento, perché è col Nuovo che ‘una cosa del tutto nuova’ appare, è una congettura senza il minimo supporto dalla Scrittura. Né Scofield fornisce alcuna evidenza per la sua strana ipotesi nella nota dove essa viene avanzata.

Ma continuiamo il nostro esame dell’Antico Testamento a tal riguardo. Nel nostro ultimo paragrafo ci siamo lasciati al Salmo 40. Ora volgiamoci al Salmo 69. "Oh Dio, Tu conosci la mia stoltezza, e i miei peccati non Ti sono nascosti" (v. 5). Questo è un altro Salmo messianico ben conosciuto, descrivendo il Portatore del peccato, il Getsemani, la Croce, i responsabili della crocifissione, e Giuda, il traditore. Qui ai peccati del Suo popolo si fa riferimento come i Suoi peccati, tanta è intima l’unità che Egli ha con loro nell’imputazione del loro peccato e condanna a Lui.

"Il Suo nome durerà per sempre, il Suo nome continuerà quanto il sole, e gli uomini saranno benedetti in Lui, tutte le nazioni lo chiameranno beato" (Salmo 72:17). Si noti, non benedetti da Lui, ma "in Lui," o come in Efesini 1:3: "Benedetti con ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo." Scofield, non notando questo, teorizza che "come la benedizione israelita era nella terra, così quella del cristiano è ‘in Cristo.’" Perché la verità "in Cristo" in realtà non era esclusiva di Paolo, ma anche di Davide prima di lui: "Tutte le mie fonti sono in Te" (Salmo 87:7).

"Questo Egli ordinò in Giuseppe per una testimonianza, quando Egli andò fuori attraverso la terra di Egitto, dove Io ho udito un linguaggio che Io non capivo" (Salmo 81:5). I pronomi personali qui fanno tutti riferimento al Dio di Giacobbe che afferma che il linguaggio egiziano Egli non lo capiva! Come può il Dio onnisciente parlare in tal maniera di Se Stesso, la cui sapienza è inscrutabile? Egli lo fa nel Suo Figlio che, è così unito al Suo popolo, così uno con loro, che parla come se la loro ignoranza fosse la Sua.

 

Preghiera a Motivo di Cristo nell’Antico Testamento

"Oh Signore Dio degli eserciti, odi la mia preghiera, presta orecchio, O Dio di Giacobbe. Selah. Oh Dio nostro Scudo, e guarda al volto del Tuo Unto" (Salmo 84:8-9). L’Unto è Cristo, e quindi Davide supplicò che la sua preghiera fosse udita a motivo di Cristo! Anche Daniele lo fece: "Ora, quindi, O Dio nostro, odi la preghiera del Tuo servo, e le sue supplicazioni, e fa che il Tuo volto splenda sul Tuo santuario che è desolato, a motivo del Signore" (9:17). Alla luce di queste Scritture non si può sostenere che Israele era destinata a ricevere benedizioni terrestri, e non le benedizioni spirituali destinate alla Chiesa.

 

Promessa di un Trono Eterno e Celeste nell’Antico Testamento

Il Salmo 89 è un’altra profezia messianica, come è evidente al verso 27. Seguendo questo verso, il Padre promette di preservare la "discendenza" e i "figli" di Cristo. Poi è detto: "Se essi rompono i Miei statuti, e non osservano i Miei comandamenti, allora Io visiterò la loro trasgressione con la verga, e la loro iniquità con battiture. Tuttavia la Mia benevolenza non la ritirerò del tutto da Lui," e non "da loro," anche se sta parlando di loro. Il cambiamento notevole nei pronomi rivela ancora una volta l’unità dei membri del corpo di Cristo col loro Capo. Allora dovrebbe essere notato attentamente come chiude questa sezione: "Esso [il Suo trono] sarà stabilito per sempre come la luna, e come un fedele testimone nel cielo" (v. 37). Come, alla luce di questo, può essere detto che il vero Israele dell’Antico Testamento era un popolo terreno? Qui abbiamo il carattere e la collocazione del trono di Cristo! Da ciò è chiaro come il sole che il regno di Cristo è eterno e celeste (vedasi II Pietro 1:11).

"La Mia sostanza non fu nascosta da Te quando fui fatto in segreto, e curiosamente formato nelle più basse parti della terra. I Tuoi occhi videro la Mia sostanza, tuttavia essendo imperfetta, e nel Tuo libro tutte le Mie membra furono scritte, che nel continuo furono formate quando tuttavia ancora non era alcuna d’esse" (Salmo 139:15-16). Su questo, nella sua magnus opus sui Salmi, Il Tesoro di Davide, Spurgeon ha detto:

"Il grande Signore conosce chi appartiene a Cristo, il suo occhio percepisce i membri scelti che saranno resi uno con la vivente persona del Cristo mistico. Coloro tra gli eletti che ancora non sono nati o non rinnovati, sono tuttavia scritti nel libro del Signore. Come la forma di Eva crebbe in silenzio e nel segreto sotto la mano modellante del Fattore, così a quest’ora la Sposa sta essendo modellata per il Signore Gesù, o, per cambiare la figura, un corpo sta essendo preparato in cui la vita e la gloria del Signore dimorante sarà mostrata per sempre. Il Signore conosce coloro che sono Suoi, egli conosce i membri del corpo di Cristo in modo particolarmente familiare, egli vede la loro sostanza, per quanto imperfetti possano essere" (Vol. 7, p. 227).

 

Il Capo e la Sposa: i Santi dell’Antico Testamento Membra del Suo Corpo

Ora si confronti quanto segue: "Nei Suoi giorni Giuda sarà salvato, ed Israele dimorerà al sicuro, e questo è il Suo nome col quale EGLI sarà chiamato: ‘Il Signore nostra giustizia’"(Geremia 23:6). "In quei giorni Giuda sarà salvato, e Gerusalemme dimorerà al sicuro, e questo è il nome con il quale LEI sarà chiamata: ‘il Signore nostra giustizia’" (33:16). Il fatto è che alla Sposa e allo Sposo è dato lo stesso nome, perché essendo ella sposata ad un Altro (Romani 7:14), ella prende il Suo nome! Qui la verità del corpo di Cristo nell’Antico Testamento è rivelata chiaramente, anche se non altrettanto pienamente, quanto il Nuovo Testamento, dove la Chiesa e tutti i suoi membri sono chiamati Cristo in I Corinzi 12:12. Perché in questo passaggio paolino non si intende Cristo in quanto individuo, ma Cristo in quanto identificato ed unito alle Sue membra di patto! Non vi è un uomo sulla terra in grado di confutare questa asserzione.

E’ il chiaro insegnamento della chiara Scrittura che la Chiesa è il corpo di Cristo, e che questo corpo abbraccia tutti quelli che rappresentativamente ed organicamente sono uniti a Lui. Egli è l’Ultimo Adamo, e in quanto tale è il Capo federale e vitale dell’intera Elezione di Grazia. Si legga Efesini 5:23, dove è scritto: "Cristo è il Capo della Chiesa, ed Egli è il Salvatore del Corpo." Ciò che questo prova inconfutabilmente è che il fatto che Cristo sia capo e Salvatore sono coestensivi, e che tutti quelli salvati da Lui appartengono alla Chiesa e ne sono membra! Allora se Adamo, Abele, Noè ed Abraamo furono salvati da Dio con in vista l’espiazione efficace di Cristo, allora essi sono membra del Corpo!

I santi dell’Antico Testamento erano non solo membri della Chiesa e del corpo di Cristo, ma erano anche a conoscenza di questo, e si dilettavano nelle realtà spirituali ed eterne del Vangelo. Perché Mosè e i credenti della dispensazione Mosaica "avevano riguardo alla ricompensa della redarguizione." Essi "tutti mangiarono quello stesso cibo spirituale, e tutti bevvero la stessa bevanda spirituale, perché essi tutti bevvero di quella Roccia spirituale che li seguiva, e quella Roccia era Cristo" (I Corinzi 10:1-4). Questa idea è dimostrata anche da Ebrei 11:24-26 dove leggiamo che Mosè "stimò il rimprovero di Cristo essere più grandi ricchezze dei tesori d’Egitto." I santi dell’Antico Testamento, allora, non ignoravano il loro Salvatore, Cristo. Ma cosa si intende a questo punto con "Cristo," o, come nell’originale: "il Cristo?" Non meramente Cristo considerato personalmente ed individualmente, ma Cristo concepito come inseparabilmente unito col Suo popolo, o, come dicevano i Puritani, il Cristo mistico, cioè la Chiesa. Ciò è evidenziato dalle parole: "stimando il rimprovero di Cristo" parallelo alle parole "scegliendo piuttosto di soffrire afflizioni col popolo di Dio." Questo non è il solo parallelismo nel passaggio, ma è sufficiente a mostrare in che modo "il Cristo" e "il popolo" sono usati in maniera praticamente sinonima! Il "popolo di Dio" (v. 25) è designato al verso 26 come "il Cristo." Questo, come abbiamo detto, è il titolo dato alla Chiesa in I Corinzi 12:12. Allora il vero Israele nell’Antico Testamento erano i membri di Cristo!

In vista di tutto quello che abbiamo messo in evidenza finora, per noi è uno shock quando i dispensazionalisti ci dicono che non vi era una Chiesa dell’Antico Testamento, che è quindi è del tutto errato parlare in questo modo. Lo scrittore stesso una volta credeva che la Parola di Dio insegnasse questo, ma lo faceva nell’ignoranza, non alla luce di tale evidenza per come è stata presentata fin qui. Lo scrittore nei suoi giorni dispensazionalisti era l’ignoramus che egli supponeva fossero i santi dell’Antico Testamento. Qualsiasi neofita studente della Bibbia dovrebbe essere in grado di comprendere che in ogni epoca "il sentiero dei giusti è come la luce che risplende, che splende sempre più fino a giorno pieno" (Proverbi 4:18). Quindi l’Israele dell’Antico Testamento non era senza la luce spirituale del vangelo! Anche un infante nella fede dovrebbe essere in grado di vedere che la Bibbia non può da un lato affermare che nell’Antico Testamento vi era "la chiesa [greco: ekklesia] nel deserto" (Atti 7:38) e poi in un’epistola dichiarare che nell’Antico Testamento non vi era la chiesa.

La Bibbia non si contraddice. Né afferma un tal cosa in alcuna delle epistole. La afferma il dispensazionalismo, non Paolo, né le sue epistole. Anche un Cristiano dormiente si può svegliare e vedere che quando Gesù disse: "Su questa roccia edificherò la Mia chiesa" (Matteo 16:18) Egli non stava parlando del corpo di Cristo, o come noi la chiamiamo, la chiesa trionfante, perché Egli aggiunse "e le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa." Egli faceva piuttosto riferimento alla chiesa visibile sulla terra, la chiesa militante, perché sarebbe senza senso parlare delle porte dell’inferno che non prevalgono contro la chiesa trionfante, o contro il corpo di Cristo. Anche un piccolo pupillo della Scuola Domenicale può vedere che non soltanto Stefano credeva che vi era una "chiesa nel deserto" ma che il Messia, parlando dall’antica congregazione (Salmo 22:22) disse: "Io dichiarerò il Tuo nome ai Miei fratelli, nel mezzo della chiesa [greco: ekklesias] canterò lode a Te" (Ebrei 2:12). Mosè, Stefano, e Cristo, nella stessa Chiesa!

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