Jason Kortering
Gli eventi connessi alla visione registrata per noi in Apocalisse 10 toccano un punto vitale che divide la chiesa di oggi. Il punto, detto semplicemente, è questo: quale reazione dobbiamo aspettarci alla fedele predicazione del vangelo? Dobbiamo correlare questo prima di tutto alla nostra esperienza personale e chiedere: è il messaggio del vangelo piacevole alla nostra carne? E oltre a questo: risulta piacevole al pubblico generale? La gente viene in chiesa in massa da ogni parte perché ode una parola che fa appello alla sua natura carnale? Dobbiamo sforzarci di ottenere questo ed è forse questo il proposito della predicazione del vangelo?
Di certo comprenderete che questo è un soggetto vitale nella chiesa oggi. La risposta che vi diamo determinerà per noi se siamo la chiesa fedele o la falsa chiesa. E’ un fatto che i leader nelle grandi chiese del nostro paese sono preoccupati più dell’"immagine" della chiesa che di ubbidire la Parola di Cristo. Per loro i punti che hanno massima priorità sono la guerra nel medio oriente, le manifestazioni sociali dei poveri, i diritti civili, e tutti i punti popolari che fanno appello alle masse. Certo, essi non ricercano le Scritture per udire cosa Dio ha da dire, piuttosto essi fanno clamore per quello che piace all’uomo. Ciò di cui si curano non è accentrato nel sangue riconciliatorio di Gesù Cristo che solo può liberare l’uomo dalla povertà del peccato e della morte, piuttosto si accentra in una generale fratellanza degli uomini e nei diritti umani. Potete stare sicuri che questa posizione è quella popolare, e che la chiesa che parla più forte in favore di queste cose è la chiesa popolare alla ribalta.
Tuttavia, la Parola di Dio ci avverte espressamente che questo non è quanto dovremmo aspettarci, nè dovremmo combattere per ottenerlo. Vi è qualcosa di fondamentalmente errato quando il messaggio del "vangelo" è condizionato dalla sua accettazione popolare. Nel passaggio della Scrittura che desideriamo considerare, ci è detto che Giovanni, il profeta di Dio, doveva mangiare il piccolo libro che è dolce al palato, ma amaro alle viscere. Da ciò dobbiamo imparare che la Parola di Dio è piacevole a noi per fede, porta al vero credente motivo di speranza, pace nel mezzo della guerra, gioia quando abbonda la tristezza terrena, ricchezze nella sfera della povertà, e vita dalla morte. Perché la carne produce solo questo: mal di cuore, dolore, sofferenza, e persecuzione. Questo fatto, tuttavia, non ci stimola a cambiare il vangelo e a renderlo differente, perché questo libro è la Parola di Dio, e cambiare la Parola di Dio rende uno soggetto al terribile avvertimento: "Se qualcuno aggiungerà a queste cose, Dio aggiungerà a lui le piaghe che sono scritte in questo libro, e se qualcuno toglierà dalle parole del libro di questa profezia, Dio toglierà via la sua parte dal libro della vita e dalla santa città e dalle cose scritte in questo libro" (Apocalisse 22:18-19).
Citiamo il passaggio in considerazione:
"Ed io vidi un altro potente angelo scender giù dal cielo, vestito con una nuvola, ed un arcobaleno era sul suo capo, e il suo volto era come se fosse il sole, e i suoi piedi come colonne di fuoco, ed egli aveva nella sua mano un piccolo libro aperto, ed egli pose il suo piede destro sul mare, e il suo piede sinistro sulla terra, e gridò con una forte voce, come quando un leone ruggisce, e quando egli ebbe gridato, sette tuoni emisero le loro voci. E quando i sette tuoni emisero le loro voci, io stavo per scrivere, ed io udii una voce dal cielo che mi diceva: ‘sigilla le cose che i sette tuoni hanno pronunciato, e non le scrivere.’ E l’angelo che io vidi stare sul mare e sulla terra sollevò la sua mano al cielo e giurò per colui che vive per sempre, che creò il cielo e le cose che sono in esso, e la terra, e le cose che sono in essa, che non vi sarebbe più stato il tempo, ma nei giorni della voce del settimo angelo, quando inizierà a risuonare, il mistero di Dio sarebbe stato completato, come egli aveva dichiarato ai suoi servi e profeti. E la voce che io udii dal cielo mi parlò di nuovo, e disse: ‘Và e prendi il piccolo libro che è aperto nella mano dell’angelo che sta sul mare e sulla terra.’ Ed io andai sulla terra. Ed io andai dall’angelo e gli dissi: ‘Dammi il piccolo libro.’ Ed egli mi disse: ‘Prendilo e mangialo, e renderà il tuo ventre amaro, ma sarà nella tua bocca dolce come miele,’ ed appena lo ebbi mangiato, il mio ventre fu amaro. Ed egli mi disse: ‘Tu devi profetizzare ancora davanti a molti popoli, e nazioni, e lingue, e re" Apocalisse 10:1-11.
Questo capitolo forma un interludio nel progressivo dispiegarsi della visione data a Giovanni sull’isola di Patmos. Guardando un attimo indietro, ricordiamo che Giovanni aveva visto una finestra in cielo e salendo in alto fu messo in grado di guardare nello splendore del cielo. Egli vide un trono, e Colui che sedeva sul trono era circondato da 24 anziani, quattro bestie, migliaia di angeli, e la moltitudine dei santi. Nella mano destra di Colui che siede sul trono vi era un libro sigillato che solo l’Agnello che fu ucciso era qualificato ad aprire. Esso era sigillato con sette sigilli che il Cristo esaltato aprì immediatamente. I primi quattro sigilli erano i quattro cavalieri, il quinto sigillo rivelò le anime sotto l’altare che furono martirizzate a motivo del vangelo, il sesto sigillo conteneva un orribile scenario di giudizio sulla terra. Il settimo sigillo a sua volta divenne sette trombe, le prime quattro delle quali erano giudizi di Dio sulla natura che portavano un incremento di distruzione di un terzo, invece di un quarto come con i sigilli. La quinta tromba portò le orde di locuste dall’abisso, che significa il rilascio degli spiriti malvagi che vanno per tutta la terra ingannando gli uomini e portandoli a distruzione spirituale. La sesta tromba includeva i quattro angeli che rilasciarono le armate di cavalli, che simbolizzano le potenze di guerra che distruggono gli uomini. Questo ci porta alla visione del decimo capitolo.
Secondo gli eventi così ripercorsi, notiamo che è giunto il tempo in cui la settima tromba deve essere suonata, e guardando avanti notiamo che questa tromba diventa a sua volta sette coppe. Le coppe contengono l’espressione finale del giudizio di Dio sulla terra perchè la sua devastazione non è un quarto come i sigilli, né un terzo come con le trombe, ma 100% o distruzione totale. Lo spargimento del contenuto delle coppe simbolizza l’introduzione della fine del mondo.
Prima che i terrificanti dettagli di questa forza distruttiva siano resi noti a Giovanni e alla chiesa, è data una visione per prepararci ad essi. Giovanni deve essere confortato ed assicurato che in quanto profeta egli dovrà rendere note cose terribili, tuttavia per la chiesa ed il popolo di Dio perfino questi terribili eventi faranno venire Cristo sulle nuvole del cielo e porteranno la finale consumazione della gloria.
Queste verità sono presentate in due fasi di questa visione. La prima parte tratta dell’Angelo Potente che sta con un piede sulla terra e l’altro sul mare. Egli è colui che ha nella sua mano il piccolo libro, che è aperto. Questo Angelo Potente chiama sette tuoni e solleva la sua mano verso il cielo, giurando che il mistero di Dio sarà completato. La seconda parte tratta degli ordini a Giovanni di prendere il piccolo libro dalla mano dell’Angelo Potente e di mangiarlo, col doppio risultato che esso è dolce al suo palato, ma amaro nel suo ventre.
Se esaminiamo i dettagli un pò più da vicino, notiamo immediatamente che l’Angelo Onnipotente è di sicuro una figura straordinaria. La questione sollevata è semplicemente questa: questo angelo rappresenta Cristo o dobbiamo interpretarla come un riferimento ad uno dei molti eserciti celesti che servono Dio come messaggeri? In nessun luogo del libro di Apocalisse si fa riferimento a Cristo come un "angelo." Colpisce anche che Giovanni non adora questo angelo come aveva adorato Cristo in Apocalisse 1:17. Tuttavia, la restante evidenza è a favore dell’interpretazione che concepisce questo Angelo Potente come una rappresentazione di Cristo. Siccome il punto di vista è di nuovo la terra, Lo vediamo stare con un piede sulla erra e l’altro sui mari. Le nuvole sono la Sua veste, una figura di Cristo che viene in giudizio sulle nuvole del cielo, Atti 1:11, un arcobaleno era sul suo capo, il segno dell’immutabile patto di grazia di Dio, Genesi 9:12-13. Il Suo volto era come se fosse il sole di giustizia che brucerà come stoppia tutti gli operatori di iniquità, ma che sorgerà con la guarigione nelle Sue ali per i Suoi, Malachia 4:1-2.
La sua posizione è significativa: un piede sulla terra ed uno sul mare. Cosa rappresenta questo? Alla luce di Salmo 110:1: "Il Signore ha detto al mio signore: siedi alla mia destra, fino a che renda i tuoi nemici il tuo sgabello," è evidente che questo ci rivela Cristo come il Signore vincitore su tutti i Suoi nemici. Tutte le cose sono rese soggette alla Sua direzione. Egli è dominatore sul cielo, la terra, ed il mare. Si consulti Giosuè 10:24 come un simbolo di questo nell’Antico Testamento, vedasi anche I Corinzi 15:25: "posto tutti i nemici sotto i suoi piedi," e la stessa idea in Efesini 1:22.
La Sua azione conferma questa interpretazione. Prima di tutto Egli grida con una forte voce, similmente a come ruggisce un leone, e questo fa sì che si verifichino i sette tuoni che emettono i loro suoni. Qui, anche, la voce dei tuoni parla di giudizio, vedasi Salmo 18:13: "Il Signore anche tuonò nei cieli, e l’Altissimo si pronunciò, pietre di grandine, e carboni di fuoco." Il fatto che vi siano sette voci di tuono indica che il proposito di questo giudizio è portare a realizzazione il regno dei cieli. Il numero sette nel libro di Apocalisse rappresenta il patto di grazia, il numero tre per il Dio triuno, e il quattro per rappresentare i quattro angoli della terra; insieme, Dio e il Suo popolo da ogni parte del mondo [e la creazione] sono giunti in Cristo Gesù. Perfino il giudizio serve a far venire il ritorno di Cristo in gloria. Il contenuto di queste voci fu compreso da Giovanni, ma gli fu proibito di scriverlo. Dobbiamo comprendere che questo si riferisce ai segreti consigli di Dio, i dettagli completi che devono essere conosciuti a Dio soltanto. Ciò include tutti i dettagli riguardanti chi sarà esattamente l’anticristo, quando regnerà, in che momento Cristo apparirà personalmente, etc.; tutte queste cose sono note a Dio soltanto e devono rimanere tali. Qui Giovanni udì i sette tuoni simbolizzare la realtà e così assicura la chiesa che Dio sa tutto questo, e che questo deve rimanere un Suo segreto. La sola cosa che Giovanni doveva dire è ciò che è contenuto nel piccolo libro, ma ciò viene dopo.
Il secondo atto di Cristo è registrato ai versi 5-6: Egli sollevò la Sua mano al cielo e giurò. Cosa egli giuri è che non vi sarà più tempo, o, più correttamente, che non vi sarà più ritardo. I giudizi saranno riversati e Cristo ritornerà immediatamente. Il fatto che Cristo giuri non è strano, perché Egli in quanto il Signore esaltato rimane secondo la Sua natura umana il servo di Dio, che deve eseguire la Sua volontà. Non pregò forse mentre era sulla terra? Perché dovrebbe essere differente il fatto che Egli giuri mentre è in cielo?
Da tutto questo concludiamo che Cristo è ora esaltato in cielo ed opera tutte le cose in modo che attraverso il giudizio Egli ritornerà e ci prenderà alla nostra casa celeste. Egli ha perfetto ed assoluto controllo su tutte le cose, in natura, nel mezzo delle nazioni, nei cuori degli uomini. Egli promette in base all’autorità di Dio che niente ritarderà più la Sua venuta. La Sua venuta non è nonostante il male e i guai (il contenuto dei sette tuoni), ma piuttosto è proprio attraverso questi giudizi sui popoli e le nazioni che Egli sta ritornando. Le terribili piaghe descritte nei seguenti capitoli non sono al di fuori del controllo di Cristo, esse devono accadere mentre Cristo esegue la perfetta volontà di Dio. Perfino i problemi stessi portano gli uomini a distruzione ma servono a salvare la chiesa e così ad operare tutte le cose per il ritorno di Cristo.
Ora dobbiamo ancora vedere cosa ha a che fare tutto questo con il piccolo libro nella mano del Potente Angelo, Cristo.
Il piccolo libro deve essere identificato col e tuttavia distinto dal libro di cui si parla in Apocalisse 5:1 e a seguire. Se ripercorriamo un momento di cosa si parlava in questa parte del libro di Apocalisse, ricorderemo che il libro nella destra di Colui che sedeva sul trono era sigillato, era scritto da ogni lato, tuttavia era chiuso, e la domanda fu posta: chi è degno (qualificato, cioè significa chi ha il diritto e il potere) di aprirlo? Il silenzio in cielo rivelò che nessuno era degno, solo l’Agnello che era stato ucciso era qualificato a farlo. Il Cristo esaltato allora prese il libro e cominciò a romperne i sigilli e a rivelarne il contenuto, e non solo, ma anche a realizzarlo. Questo libro ovviamente rappresenta il segreto consiglio di Dio che contiene tutti i dettagli di cosa doveva accadere perché Cristo potesse realizzare il Suo regno.
In questo interludio, notiamo che il libro è chiamato "piccolo," ed è aperto. Ciò ci dice che è stato ridotto in grandezza perché molti dei suoi contenuti sono stati adempiuti da quando è stato aperto! Tuttavia, non è lo stesso libro, perché Giovanni deve mangiarlo, e di certo Giovanni non deve mangiare la parte rimanente del libro che era nella manto destra di Dio che solo Cristo era degno di aprire. Anche la settima tromba del settimo sigillo che contiene le sette coppe deve essere, non meno delle altre, rivelata e realizzata da Cristo. Piuttosto, dobbiamo comprendere che questo libro ha un proposito speciale, il suo contenuto è le sette coppe che devono essere riversate, che Giovanni aveva appena ricevuto e di cui egli doveva profetizzare. Giovanni doveva essere avvertito anzitempo che Cristo, il Signore del Giudizio, i Cui piedi sono sulla terra come il Suo sgabello, lo commissiona a predicare anche il rimanente del messaggio, che sarà più terribile di quanto lo è stato finora. Egli non deve aver paura di predicare la verità, perché nel farla risuonare, egli sarà un messaggero del patto che predica giudizio sugli empi e misericordia sul popolo di Dio.
Quindi Giovanni è chiamato a mangiare il piccolo libro. Ovviamente questa è una visione e Giovanni non mangia letteralmente, perché un libro non deve essere mangiato ma letto. L’idea è che Giovanni deve fare molta attenzione a cosa deve essere rivelato a lui e non aver paura di "dirlo alle chiese." Col mangiare il libro impariamo cosa un vero profeta di Dio deve realmente fare con la Parola di Dio. Giovanni doveva prenderla, masticarla, ingoiarla, e così digerirla ed assimilarla in sé. Cosa era figurativamente vero di Giovanni deve essere letteralmente vero per tutti i profeti. I ministri di oggi devono essere studenti della Parola di Dio. Essi devono ricevere la Bibbia come la Parola di Dio ed ispezionarne i contenuti, essa deve divenire parte della loro vita, devono esser coinvolti dal suo messaggio. Notate con me a che livello questo condanni il moderno criticismo della Bibbia che fa di tutto per trovarvi errori e contraddizioni e poi abbandona letteralmente il vero significato delle Scritture come irrilevante per i bisogni della chiesa moderna. Per salvarsi la faccia essi dicono che la Bibbia è tutta corretta, ma che deve essere resa applicabile alla chiesa di oggi. Genesi è piena di "storie" ed i miracoli sono "racconti per bambini." Tutti coloro che fanno questo non sono profeti, perché un vero profeta deve mangiare letteralmente la Parola di Dio, deve riverirla, crederla e così essa deve vivere nel suo cuore e nella sua anima.
Questa Parola di Dio è dolce al palato, ma amara al ventre. Ciò non significa semplicemente che parti del messaggio della Bibbia sono dolci e parti amare, piuttosto quando uno adora veramente nella predicazione della Parola è la parte dolce. Noi tutti realizziamo questo in qualche misura. Quando sediamo sotto la predicazione della Parola ci sentiamo perdonati, consolati, incoraggiati, e riposiamo contenti sotto l’ombra dell’Onnipotente. Tuttavia, quando quella Parola tocca ed influenza le nostre vite, porta amarezza. Perché? Il regno di Cristo sta venendo nella via dello sviluppo del peccati, nella via della persecuzione della chiesa, nella via dell’anticristo e della sua empietà. Ciò produce grande opposizione e sofferenza. Secondo il capitolo 11 di Apocalisse, i testimoni sono trovati morti nella strada. Questa è amarezza al ventre, e fa essere la chiesa un vituperio a motivo di Cristo.
Nessuna meraviglia che Giovanni dovette essere rassicurato che sarebbe stato Cristo a far verificare questo stato di cose. Quanto di sicuro fu Cristo a dargli il messaggio da predicare, così anche Cristo sarebbe stato ad usare quel messaggio per come si adattava al Suo proposito, cioè per la condanna degli empi nello sviluppo del peccato, e per la salvezza della chiesa per mezzo della Parola di Dio. Quando la chiesa deve predicare il fuoco dell’inferno e condannare il mondo, sì, anche il falso mondo ecclesiastico, deve riposare sicura che il suo messaggio sarà rigettato, il vangelo sarà una pietra di inciampo ed una roccia di offesa. Perfino allora, essa è la Parola di Dio in Gesù Cristo ed ella deve aspettarsi questo e non essere costernata, e di certo non abbandonarla.
Noi abbiamo bisogno di questo incoraggiamento, proprio come Giovanni, o, se guardiamo all’Antico Testamento, come Ezechiele (Ezechiele 2:8; 3:3). Non è facile per i profeti fedeli predicare un messaggio di giudizio sugli empi. Non è facile dire al popolo di Dio che la loro porzione sarà sofferenza a motivo di Cristo. Tuttavia, questo è il vangelo.
Il vero profeta sarà ripieno della Parola di Dio e la taglierà rettamente secondo la volontà di Dio mangiando e divorando il Libro giorno per giorno. Egli lo troverà dolce al palato ma amaro al ventre.
Questo fatto, tuttavia, non deve far sì che la chiesa abbandoni la Parola. Essa deve essere predicata così che la chiesa possa essere radunata e il mondo trovato colpevole davanti a Dio. Tale è la chiamata dei veri profeti.