Covenant Protestant Reformed Church
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Il Vangelo

Ron Hanko

 

La grande chiamata della chiesa—in realtà la sola chiamata della chiesa—è predicare il vangelo. Questo è certamente l’intento del "grande mandato" in Matteo 28:19. Poche persone sembrano sapere ancora cosa sia il vangelo, tuttavia.

La parola vangelo significa letteralmente "buona notizia," o nelle parole dell’angelo che annunciò la nascita di Cristo, "lieta novella." In verità, il contenuto del vangelo è la migliore notizia che sia mai stata udita in questo mondo ripieno di peccato. Essa è buona notizia perché parla di salvezza per la libera e sovrana grazia di Dio.

Tuttavia vi sono molto che cambiano il messaggio del vangelo in modo che esso non è più buona notizia. Coi loro errori il vangelo diviene una buona notizia non più di quanto buone siano le notizie che leggiamo nel quotidiano. Ciò è specialmente vero di coloro che pervertono il vangelo facendo dipendere la salvezza dalle buone opere dell’uomo. La salvezza per opere è cattiva notizia, perché la Bibbia ci assicura che tutte le nostre opere sono malvagie (Salmo 14:1), e le nostre giustizie sono come panni lordati (Isaia 64:6).

Il vangelo non è più buona notizia quando è suggerito, sia nel messaggio stesso o nel modo in cui il messaggio è presentato, che la salvezza dipende dalla volontà, scelta, e decisione del peccatore. Questa è una orribile notizia per creature mutevoli, irresolute, riluttanti, disubbidienti come noi (Giovanni 5:40; 6:44; 8:44).

Egualmente disturbante è la notizia, spesso pubblicata come il vangelo, dell’insegnamento che Cristo è morto per tutti, e che Dio ama e vuole salvare tutti senza eccezione. L’insegnamento che Cristo è morto per tutti è difficilmente una buona notizia se alcuni per i quali Cristo è supposto essere morto finiscono all’inferno. L’insegnamento che Dio ama e vuole salvare tutti non è una buona notizia anche quando parla di un Dio che non è capace di fare, o che non fa, ciò che vuole. Se alcuni per i quali Cristo morì vanno all’inferno, ciò distruggerebbe tutta la nostra fiducia in Cristo. Se Dio desidera salvare tutti ma non può farlo, ciò distruggerebbe tutta la nostra fiducia in Dio.

Errata è anche la pratica di evitare certe verità considerandole inappropriate per la predicazione del vangelo. Vi sono vari problemi con essa. Tutta la Scrittura è vangelo. Non vi è differenza tra insegnare le verità della Scrittura e predicare il vangelo. Matteo 28:19: "Andate quindi, ed insegnate a tutte le nazioni," ci mostra questo, come anche l’esempio degli apostoli in Atti capitoli 2, 7, 13, e 17, dove la storia, la dottrina, la poesia, e la profezia della Bibbia sono tutte predicate come vangelo e dove ogni dottrina, dalla sovranità di Dio sugli empi alla dottrina della creazione e della provvidenza, è inclusa. Qualsiasi verità della Scrittura è buona notizia per il popolo di Dio, perché essa parla del Dio della loro salvezza.

Non meno disturbante è la pratica di ridurre il vangelo a poche verità, di solito predicate ripetutamente in un servizio evangelistico serale, appeso ad un testo differente ogni settimana, ed indirizzato ai non salvati che possono o non possono essere presenti.

Dirigere un sermone solo ai non salvati non è biblico. Tutto il popolo di Dio ha bisogno di udire tutte le verità della Scrittura. Fintanto che essi sono in questo mondo, i credenti hanno bisogno di essere chiamati a ravvedimento e fede tanto quanto i non salvati. Essi devono essere confortati dalle promesse della Scrittura, ammoniti dai suoi avvertimenti, ed istruiti dalle sue preziose verità. Possa Dio ristorare tale predicazione nelle chiese.

("The Gospel," un capitolo tradotto da: Doctrine According to Godliness [Grandville, Michigan, USA: Reformed Free Publishing Association, 2004], pp. 248-250)

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