Herman Hoeksema
(Capitolo 79 di: Herman Hoeksema, Righteous by Faith Alone: A Devotional Commentary on Romans [Giusti per Sola Fede, un Commentario Devozionale a Romani], ed. da David J. Engelsma, Reformed Free Publishing Association, MI, USA, 2002; traduzione italiana: Francesco De Lucia)
Per quanto concerne il vangelo, essi sono nemici a motivo vostro, ma per quanto riguarda l’elezione, essi sono amati a motivo dei padri.
Perché i doni e la chiamata di Dio sono senza ravvedimento.
Perché come voi nel tempo passato non credevate Dio, tuttavia ora avete ottenuto misericordia attraverso la loro incredulità,
Così anche questi ora non hanno creduto, così che attraverso la vostra misericordia essi anche possano ottenere misericordia.
L’apostolo sta ancora parlando dei rami dell’albero d’ulivo che erano stati recisi e che possono essere e saranno innestati di nuovo nell’albero. Desidero richiamare l’attenzione ancora una volta, in modo speciale, su ciò che può essere chiamato il cuore di questo undicesimo capitolo, cioè, l’espressione e così tutto Israele sarà salvato [v. 26]. Le parole tutto Israele non possono significare "ogni Giudeo che vivrà in un certo periodo futuro" come spesso viene spiegato, né fa riferimento alla nazione di Israele considerata nel suo insieme, come altri lo interpretano. Né significa tutti i figli spirituali della promessa da Giudei e Gentili, perché ogni qualvolta l’apostolo parla di Israele in questo capitolo, fa riferimento ai Giudei. Quindi, vi è una sola possibile interpretazione dell’espressione. Con tutto Israele si intende lo stesso che la pienezza dei Giudei di cui si parla al verso 12. Quando la pienezza dei Gentili sarà entrata, allora anche tutto Israele sarà stato salvato.
Il capitolo 11 di Romani è opposto all’idea di una salvezza speciale per i Giudei. Se fosse questa l’idea l’apostolo avrebbe scritto [al v. 26], "dopo ciò, o, allora, tutto Israele sarà salvato." Invece egli scrisse: "E così (cioè, in questo modo) tutto Israele sarà salvato." La salvezza di tutto Israele ha luogo durante l’intera dispensazione presente. Ciò è anche evidente dalla citazione [da Isaia 59:20] che segue: "Verrà da Sion il Liberatore, e volgerà via l’empietà da Giacobbe." Questo di certo fa riferimento alla venuta di Cristo nella carne.
Il mistero di cui parla il passaggio è questo: la pienezza dei Gentili deve essere portata dentro. Per questa ragione alcuni dei rami giudaici devono essere innestati. Allo stesso tempo, mentre la pienezza dei Gentili è portata dentro, i Giudei sono innestati nell’albero di nuovo.
Di questo stesso fatto sta ancora parlando l’apostolo. Egli dice che non soltanto la Scrittura lo mostra, ma è anche in armonia con l’idea dell’elezione: "Anche se per quanto concerne il vangelo essi sono nemici a motivo vostro, per quanto riguarda l’elezione, essi sono amati a motivo dei padri."
Per quanto concerne il vangelo, i Giudei sono odiati a motivo dei Gentili. I Giudei sono nemici per quanto concerne il vangelo, a motivo vostro. Il termine nemici può avere un senso attivo o passivo. Nel senso attivo, i nemici sono coloro che odiano. In senso passivo, i nemici sono coloro che sono odiati. Nel testo la parola nemici è nel senso passivo. Il significato non è che i Giudei odiano Dio, Cristo, il vangelo, e il popolo di Dio, ma piuttosto che sono odiati da Dio. Essi sono l’oggetto dell’ira di Dio. Che ciò sia vero è evidente da quanto segue. L’apostolo continua col dire che essi sono amati a motivo dei padri. Proprio come amati deve essere preso nel senso passivo, come amati da Dio, così nemici deve essere preso nello stesso modo. Con in vista il vangelo, i Giudei sono odiati a motivo dei Gentili, ma avendo in vista l’elezione essi sono amati a motivo dei padri. Questo è il contrasto nel testo.
Che i Giudei siano odiati "per quanto concerne il vangelo" significa che essi sono odiati secondo lo standard del vangelo. Se li misurate secondo lo standard del vangelo, potete vedere che essi sono nemici. Il vangelo è questo: "Credi nel Signore Gesù Cristo, ed avrai la vita, rigettalo e non vedrai la vita, ma l’ira di Dio dimorerà su di te" [Giovanni 3:36]. I Giudei avevano sempre odiato il vangelo. Essi odiavano il vangelo fino al punto da uccidere Cristo. Se, quindi, applicate loro il vangelo, essi sono odiati. L’ira di Dio è su di loro.
Ma il verso 28 spiega che essi sono odiati a motivo vostro. Essi sono posti in quel luogo di odio a motivo vostro. L’apostolo sta parlando dal punto di vista del proposito di Dio. Si supponga che i Giudei non avessero rigettato il vangelo. Cosa sarebbe accaduto? Allora non avrebbero crocifisso Cristo, e non vi sarebbe stata salvezza. Quelle cose dovevano succedere. La salvezza doveva divenire universale. Nell’antica dispensazione la salvezza era avvolta in un involucro, e l’involucro era indirizzato ai Giudei. Quell’involucro doveva essere scartato. Doveva avere un nuovo indirizzo. Se ciò doveva essere fatto tutto quanto era giudaico doveva essere tolto via, ma se doveva essere tolto via, doveva essere fatto in giustizia. La salvezza doveva essere operata in modo che giungesse ai Gentili. Quindi, tutto quanto era giudaico doveva essere tolto via. Essi sono nemici a motivo vostro.
Ma secondo l’elezione, essi sono amati a motivi dei padri. L’espressione per quanto riguarda l’elezione non fa riferimento al residuo secondo l’elezione menzionato al verso 5. Alcuni lo interpretano in questo modo, ma non è questo il significato, come è chiaro dal contesto. E’ anche chiaro dalla stessa parola elezione. L’apostolo sta facendo riferimento al consiglio di Dio. Egli si riferisce all’eterno proposito nella mente di Dio concernente il Suo popolo. Quando noi parliamo di consiglio di Dio intendiamo ciò che Dio ha eternamente avuto in mente per quanto concerne il Suo popolo. Elezione significa che Dio ha determinato di salvare alcuni in distinzione da altri che ha determinato di non salvare. Ciò non significa che Dio in qualche momento nell’eternità passata abbia determinato questo. Non è questa la corretta comprensione dell’elezione eterna. Il consiglio di Dio è eterno come Dio è eterno. Non ha tempo. L’elezione è l’eterno proposito nella mente di Dio concernente il Suo popolo. Secondo questa elezione, lo stesso popolo è amato. Ciò è possibile, no? Non soltanto è possibile, ma se non fosse così non vi sarebbe salvezza. Nel consiglio di Dio questi stessi Giudei che sono caduti appaiono ancora come amati. Dio vede il Suo popolo in Cristo, Egli li ama eternamente. Egli non li vede come nemici. Non li ha mai visti tali, e mai lo farà. Egli li ha scelti in Cristo. Egli li ha giustificati in Cristo, Li ha santificati in Cristo. Li ha glorificati in Cristo. In quanto tali essi sono gli oggetti del Suo amore. Dio non ama dei peccatori in quanto tali, e non li vede come peccatori. Ma Egli li vede come Suoi amati in Cristo. Se guardiamo ai Giudei secondo lo standard dell’elezione essi sono amati. Ciò presuppone che la linea dell’elezione non lascia mai i Giudei. Questo è il motivo per cui l’apostolo dice che essi sono amati a motivo dei padri. E’ evidente che la linea dell’elezione deve continuare con i Giudei fino alla fine.
A motivo dei padri non fa riferimento a cosa i padri furono e fecero, ma guarda ai padri come padri nel patto, perché Dio ha stabilito il Suo patto con questi padri nella linea delle loro generazioni. Quindi, la linea dell’elezione continua con i Giudei fino alla fine. Dio disse ad Abraamo che Egli sarebbe stato il Dio di Abraamo e della discendenza di Abraamo per sempre. Anche se il patto prende una forma nuova, tuttavia non può fallire. "Io stabilirò il mio patto tra me e te e la tua discendenza dopo di te nelle loro generazioni" [Genesi 17:7] è una promessa di cui anche noi Gentili ci appropriamo ma solo perché siamo stati innestati nel tronco dell’antico albero d’ulivo. Ciò non altera il fatto che, tuttavia, a motivo delle promesse fatte ai padri, la promessa continua ad essere adempiuta nella linea delle generazioni dei Giudei per sempre.
Secondo lo standard del vangelo, i Giudei sono nemici a motivo vostro, ma secondo lo standard dell’elezione essi sono amati a motivo dei padri. Si consideri il Giudeo alla luce di ciò che ha fatto a Cristo, e direte: "Il Giudeo non ha diritto alla comunione del patto di Dio." E noi lo odiamo, come Dio lo odia. Ciò è certamente non il motivo dell’odio politico verso i Giudei nei giorni nostri.1 Politicamente il Giudeo si fa odiare. Quando leggete nei giornali della simpatia per i poveri Giudei, dovete prenderlo non troppo sul serio. La gente parla di quanto è dispiaciuta per i poveri Giudei, anche se nessuno vuole aprire loro le porte del loro paese. Ora si parla di mandarli in un luogo in Sud America, dove perfino una zanzara sopravvivrebbe a stento. Quando le persone dicono che sono dispiaciute per i poveri Giudei, non dovete prenderli troppo sul serio. Quando i Giudei oggi sono odiati politicamente, e le persone vi dicono che sono dispiaciute per loro, penso che dietro questo vi sia il denaro. Questa simpatia ipocrita per i Giudei non ha niente in comune con l’amore per i Giudei al verso 28. I Giudei sono amati a motivo dei padri e non dobbiamo disprezzarli.
Perché i Giudei sono amati da Dio? "Perché i doni e la chiamata di Dio sono senza ravvedimento" [v. 29]. Per doni si intende i doni di grazia, quelli che in Cristo Dio conferisce al Suo popolo per salvarlo e glorificarlo. Essi sono i doni oggettivi dell’espiazione, la riconciliazione, il perdono, la giustificazione, e l’adozione a figli. Essi sono anche i doni soggettivi per come li riceviamo dallo Spirito, i doni di rigenerazione, fede, speranza, amore, santificazione, e la finale risurrezione.
Quando l’apostolo usa il termine chiamata, egli non lo usa come facciamo noi in dogmatica. In dogmatica di solito facciamo una distinzione tra rigenerazione e chiamata. Ma l’apostolo non fa alcuna distinzione tra rigenerazione e chiamata. Per come l’apostolo Paolo usa il termine, "chiamata" include anche la rigenerazione. La chiamata, quindi, è la potenza rigeneratrice, creativa, e che impartisce la vita, da parte di Dio, nel cuore. Egli dice al peccatore: "Risorgi dai morti." Questa chiamata non viene attraverso la predicazione. Ma vi è una chiamata che è indirizzata da Dio alla coscienza del peccatore attraverso la Parola di Dio. Dio lo trasporta dall’oscurità alla luce in modo che divenga un concittadino della famiglia di Dio.
Questi doni e questa chiamata di Dio sono senza ravvedimento. Perché chiamata è menzionato in distinzione da doni? La chiamata è di certo uno dei doni di grazia. Perché, allora, vi è menzione dei doni e della chiamata? La ragione è chiara: è attraverso la chiamata che tutti i doni di grazia sono conferiti al peccatore eletto. La chiamata è il mezzo, i doni di grazia sono il frutto. Dal momento che i Giudei sono amati, i doni di grazia appartengono a loro, e quindi Dio li chiamerà di sicuro.
I doni e la chiamata sono senza ravvedimento, cioè, essi sono senza ravvedimento nel consiglio di Dio. Dio ha determinato a chi conferire i doni di grazia e il dono della chiamata, e a chi non conferirli. In questa determinazione Dio non muta mai la Sua mente, perché questa Sua determinazione di conferire la Sua grazia al Suo popolo è sovrana, è libera. Non ha niente a che fare con le nostre opere, buone o cattive. Dio non cambia mai. Noi sì. Noi facciamo un testamento e lasciamo i nostri beni a qualcuno, ma poi viviamo un pò più a lungo, e vediamo che la persone che abbiamo menzionato nel nostro testamento sono indegne. Diciamo che siamo dispiaciuti di averle menzionate, e così mutiamo mente, e cambiamo il testamento. Dettiamo le nostre ultime volontà. Ma non vi è un’ultima volontà in Dio. Dio non dice mai essersi dispiaciuto, perché le persone stesse a cui ha determinato di conferire la Sua grazia sono esse stesse i prodotti di quella grazia. Egli li vede come amati. Quindi, non muta mai mente.
I Giudei sono amati a motivo dell’elezione.
L’elezione è il conforto più bello che abbiamo. Ci si porti via l’elezione, e perdiamo il nostro conforto. Credete in Cristo? Ascoltate! I doni e la chiamata di Dio sono senza ravvedimento. Se Dio vi dà i doni di grazia una volta, non si ravvede mai. Se cadete nel peccato, potete ravvedervi e supplicarlo per quella grazia, perché i doni e la chiamata di Dio sono senza ravvedimento.
Ciò che è vero per le persone che sono state chiamate è vero anche di coloro che non sono state chiamate. Siccome i doni e la chiamata sono senza ravvedimento, ne segue che i Giudei eletti ottengono misericordia. Contro questo vi è un’altra obiezione possibile. I Giudei sono stati un tempo possessori di misericordia nelle loro generazioni, ma essi hanno disprezzato quella misericordia, quindi Dio ha terminato di avere a che fare con loro. Cosa dice l’apostolo riguardo a questo? Egli dice che lo stesso è vero di noi Gentili: "Come voi in tempi passati non avete creduto Dio, così avete ora ottenuto misericordia attraverso la loro incredulità, così anche questi ora non hanno creduto, così che attraverso la vostra misericordia anche essi possano ottenere misericordia." L’apostolo conclude che quando consideriamo quale sia il principio in tutto questo, diciamo che la posizione dei Giudei che sono stati recisi non è differente da quella dei Gentili. Essi non hanno creduto, né lo abbiamo fatto noi Gentili. Noi abbiamo ottenuto misericordia, essi otterranno misericordia. L’incredulità e la recisione dei Gentili è una realtà nella caduta di Adamo. Se guardate indietro ad Adamo, sono tutti violatori del patto. Anche i Gentili erano amati nelle loro generazioni, ma essi caddero. Essi non hanno creduto in Dio nei tempi passati, proprio come i Giudei non hanno creduto. La versione inglese KJV dice che i Gentili non hanno creduto. La versione olandese dice che essi furono disubbidienti. La parola nell’originale in realtà non significa né "credere" né "ubbidire", ma include entrambe. L’originale dice che noi non fummo persuasi. Se uno è persuaso per mezzo della Parola di Dio, crederà ed ubbidirà.
Nel tempo passato noi Gentili non fummo persuasi per mezzo della Parola. Nella nuova dispensazione anche se non l’abbiamo cercata abbiamo ottenuto misericordia. Perché? Perché secondo l’elezione siamo amati. Questo è il motivo per cui abbiamo ottenuto misericordia. La misericordia è la volontà di Dio di benedire il Suo popolo. E’ la Sua volontà di renderli felici come Egli è felice, cioè, benedetto come Egli è benedetto.
Dov’è allora l’obiezione? E’ vero che i Giudei non hanno creduto ora. Infatti essi sono sempre opposti al vangelo. Ma essi sono amati secondo l’elezione. Noi abbiamo ottenuto misericordia attraverso la loro incredulità. La loro incredulità divenne l’occasione affinchè noi ottenessimo misericordia. Come nei tempi passati noi non abbiamo creduto, tuttavia ora avete ottenuto misericordia attraverso la loro incredulità, così anche loro ora non hanno creduto, così che attraverso la nostra misericordia anch’essi possano ottenere misericordia.
Noi non dobbiamo fraintendere tutto questo come se i Giudei saranno salvati per il fatto che noi mostreremo loro misericordia. Piuttosto, attraverso la misericordia che noi abbiamo ricevuto da Dio, i Giudei devono ottenere misericordia. E’ implicito che non dobbiamo disprezzarli. Noi dobbiamo camminare nella nostra confessione e condotta come chi ha ottenuto misericordia. Dobbiamo gloriarci nella misericordia di Dio in Gesù Cristo. Dobbiamo manifestare la misericordia di Dio in Gesù Cristo. Dobbiamo manifestare la misericordia che abbiamo ricevuto. I Giudei diventeranno gelosi. Ciò non perché la nostra misericordia li rende gelosi, ma piuttosto Dio risveglierà quel vecchio amore attraverso la nostra misericordia.
La conclusione è questa: se vi vantate, vantatevi nel Signore. La nostra salvezza non è a motivo di ciò che siamo. E’ secondo l’elezione che noi siamo amati. Chi si gloria, si glori nel Signore.
1Nei tardi anni ’30 in quanto segue Hoeksema espone l’ipocrisia delle nazioni occidentali, che sapevano cosa la Germania nazista stava facendo ai Giudei.